In un momento della NBA caratterizzato per lo più dai pochi movimenti della off-season di fine luglio, Draymond Green rompe gli indugi scomodando i Chicago Bulls del 1998. In particolare, ha commentato su Twitter la sua visione delle Finals NBA di quell’anno, che li videro impegnati contro gli Utah Jazz.
Prima di partire con una sequela di tweet, ha condiviso un pensiero che potremmo vedere come un cappello introduttivo. “Domanda… Perché si paragonano ere senza tenere in considerazione le enormi differenze nello stile di gioco? Al di là della risposta, è molto stupido confrontare due ere diverse.”
E immediatamente dopo, ha proceduto a confrontare i suoi Golden State Warriors con i Chicago Bulls 1998. “Sto guardando i Bulls contro i Jazz nella finale del ’98. Non posso far altro che notare che la nostra squadra del 2017 avrebbe vinto contro Chicago. E avrebbe battuto Utah di 40 se avessero giocato con questi stili. E per questo è stupido confrontare ere differenti.” ha concluso “Questa partita si gioca all’altezza della linea dei tiri liberi, e occasionalmente si arretra a quella dei tre punti.”
Poi, ha aggiunto: “Imparate ad apprezzare le cose per quello che sono. Analizzate le partite e smettetela con dibattiti inutili.” Prima di continuare con una serie di brevi tweet di commento tra un Dennis Rodman e un John Stockton.
Comunque sia, in un momento di secca per le trasmissioni NBA, queste uscite non potevano non attecchire. Tra chi ha risposto al numero 23 degli Warriors c’è anche Richard Jefferson. Che ha dichiarato: “Fratello, la tua squadra del 2017 è la seconda migliore contro cui abbia mai giocato, ma calmiamoci un attimo. Inoltre, mi piace questa mossa di domenica pomeriggio, perché domani tutti gli show ne parleranno.”
Twitter, peraltro, è anche terreno di caccia di Kevin Durant, che spesso risponde ad altri membri del mondo NBA o anche a semplici utenti. In questo caso, ha retweettato il commento di Green sui Bulls e ha aggiunto ironicamente: “Non posso dirti con certezza quale sarebbe il risultato, ma so che Steve Kerr ci avrebbe richiesto di coinvolgere Steve Kerr su quanti più pick-and-roll possibile.”
Insomma, al di là di cosa si possa pensare, che ci si senta più nostalgici o più legati agli sviluppi moderni della NBA, l’uscita di Draymond va presa per quello che é. Un po’ di spettacolo per smuovere le acque di un fine luglio altrimenti piuttosto stagnante.