Gara 2 delle NBA Finals tra Denver Nuggets e Miami Heat è in archivio, ha vinto Miami ed è soprattutto tempo di pagelle. Pagelle ad ampio spettro, senza risparmiare nessuno e premiando chi se lo merita.
Iniziamo!
Heat-Nuggets gara 2, le pagelle
Duncan Robinson: 10. Dieci come i punti che segna nel quarto periodo per recuperare (da solo!) uno svantaggio di 83-75 con Butler in panchina a riposarsi. In 6 minuti Robinson segna due triple, di cui una da 8 metri e dopo aver fermato il palleggio, batte in recupero per due volte un Jamal Murray disattento a dir poco, e su due set offensivi identici giocati da Miami con un blocco su Gabe Vincent, genera un errore difensivo di Christian Braun che libera dall’angolo il compagno, e sul possesso successivo segna in layup contro Jeff Green. E fa pure la faccia cattiva, che la veda tutta la Ball Arena.
Gabe Vincent: 10. Sta tirando con 9 su 16 da tre alle Finals, ovvero quello che dovrebbe fare dall’altra parte Michael Porter Jr. 19 punti in gara 1, 23 punti in gara 2 con +22 di plus\minus, non è il più veloce, non è il più atletico, contro Murray non dovrebbe avere una chance e invece ce l’ha eccome. E’ un problema per Denver, se oltre al canadese non c’è nessuno in grado dall’altra parte di attaccarlo in difesa, perché nella metà campo offensiva Vincent non ha vergogna, tira e la mette sempre.
Jimmy Butler: 9. Nove come gli assist a referto. In gara 1 la politica “Butler first” di Malone aveva funzionato complice anche la malaparata al tiro da tre di Miami. In gara 2 soprattutto nel secondo tempo Butler gioca lontano dal pallone, riceve spesso solo dopo un ribaltamento di lato e lascia gestire l’attacco a Adebayo, Vincent e Robinson. Mette 6 punti in fila nel quarto periodo, gioca 40 minuti e in due partite ha dato l’impressione di quello che sta aspettando il momento buono per.
Kevin Love: 7. Spoelstra lo mette in quintetto per risparmiare a Adebayo un po’ di difesa contro Jokic, e perché Caleb Martin non sta bene. E lui acchiappa 10 rimbalzi, una sua apertura a Bam Bam lanciato in contropiede genera nel terzo quarto un fallo clear path to the basket di Jokic, mette anche due triple. Se il ritmo della partita è contenuto, riesce a dare ancora il suo contributo.
Jamal Murray: 5. Doppia doppia da 18 punti e 10 assist ma almeno tre dormite difensive nel quarto periodo che generano 7 punti per Miami, negli ultimi 2 minuti riporta sotto Denver con due triple ma sbaglia quella del pareggio, uno vs uno contro Butler (ma perché…) e senza chiamare timeout, con la complicità di coach Malone. Una sua schiacciata a due mani anche bella, per carità, in contropiede nel primo tempo genera così tanto hype (genuino, non sia mai) social che pareva una telecronaca di una partita di calcio su Sky. Anche meno, ragazzi.
Michael Porter Jr: 0. You had one job, ovvero segnare da tre. E invece niente, siamo a 3 su 17 da dietro l’arco in due partite e ora si va a Miami, MPJ le finali NBA le ha prese sui denti finora, vediamo come reagisce.
Nikola Jokic: 8. In gara 1 si era preso 5 tiri nel primo tempo, in gara 2 segna 18 punti nel solo terzo quarto. Il Joker è oggi il miglior giocatore della NBA, può fare tutto ma non può vincere una finale NBA da solo, così come neppure Butler può. 41 punti con 28 tiri e soli 4 assist (con 5 palle perse), un po’ perché Murray a parte nessun altro suo compagno la mette, un po’ perché sono i Nuggets che si aspettano che il 2 volte MVP risolva da solo la partita e quando Jokic cede il pallone, questo gli ritorna in mano. Quando va in panchina a inizio quarto quarto, Denver crolla e vista la pochissima panchina a disposizione di coach Malone, non è una notiziona.
Michael Malone: 17. Si porta sfiga da solo, vanno bene le sottigliezze mentali del tipo “abbiamo vinto ma è come se avessimo perso” dopo gara 1 ma attenzione a non avvitarsi. Dopo gara 2 si è giocato (di già) il jolly della conferenza stampa indignata verso l’atteggiamento dei suoi giocatori, a marzo aveva funzionato, funzionerà in gara 3?
Courtney Kirkland, Zach Zarba e John Goble (gli arbitri): 10+. Ci sono ma non si notano, Jokic fa l’atto di protestare un paio di volte ma non ci crede neppure lui, Jeff Van Gundy in telecronaca prova a trovare un motivo per criticarli ma non ci riesce. Nonostante i 43 falli complessivi commessi la partita scorre via che è un piacere, dura neppure 2 ore ed è così che dovrebbe sempre essere. Bravi.
Charles Barkley: -273,15 °C. “Denver vincerà gara 2 in maniera ancor più convincente rispetto a gara 1″. Ora, qualcuno dà ancora retta a quello che dice? Sul serio? Quando la necessità di dover dire sempre qualcosa di rilevante diventa una condanna, siete Charles Barkley.
Bam Adebayo: sv. “Ho capito che Gabe Vincent era un giocatore speciale quando ci ha fatto il mazzo alle Olimpiadi a Tokyo con la Nigeria“. Ma va là. (Adebayo si becca invece un bell’8 pieno per la partita: è anche più preciso del solito con i suoi tiretti da 2-3 metri e per il resto è il solito generatore inesauribile di secondi possessi, blocchi e ri-blocchi, passaggi consegnati, re-post, palloni sporcati, insomma qualcosa quando c’è lui nei paraggi accade sempre).