La ricetta per vincere gara 2 dei Miami Heat? Fare le stesse cose (in attacco) di gara 1 ma meglio, ed è ciò che è avvenuto alla Ball Arena di Denver.
Dopo aver segnato appena 93 punti in gara 1, gli Heat di coach Erik Spoelstra hanno ritrovato il tiro da tre con Max Strus, Duncan Robinson e un Gabe Vincent ancora convincente, e ricevuto persino soccorso dai veterani Kevin Love e Kyle Lowry, la cui autonomia limitata è però inversamente proporzionale alla quantità di esperienza che possono mettere in campo a questo livello.
Love è persino partito in quintetto base, al posto di un Caleb Martin non al 100%, e Kyle Lowry ha fatto parte del quintetto che a inizio quarto periodo ha piazzato un parziale di 15-2 che ha piegato i Nuggets, che non si sono più ripresi se non in volata con Jamal Murray, e troppo tardi. Nikola Jokic ha segnato 41 punti ma chiuso con 4 assist mentre Kentavious Caldwell-Pope e Michael Porter Jr sparavano a salve da tre, ed è stata questa, assieme alle percentuali migliori, la chiave della partita.
“Il bello di questo gruppo è che non ci importa niente di quello che pensano tutti. Noi pensiamo solo a quello che dobbiamo fare e a chi siamo come squadra. I tiri possono entrare o uscire, ma noi questi siamo e questi rimaniamo perché non abbiamo altre preoccupazioni. E’ tutto l’anno che è così, è il fattore ‘chissenefrega’, direi“, così Jimmy Butler, che in gara 2 ha chiuso alla Jokic, con 21 punti ma 9 assist.
Gabe Vincent ha segnato 23 punti con 4 su 6 da tre, nelle prime due partite della serie è stato per Miami ciò che Caleb Martin era stato nel finale della serie contro i Celtics, ovvero il famoso secondo-terzo scorer accanto a Butler e Bam Adebayo. “Questo è il nostro DNA. Tutti qui hanno dovuto superare le loro brave difficoltà, sono caduti e si sono dovuti rialzare. E poi abbiamo parecchia esperienza nelle partite col finale punto a punto ormai. Quando il punteggio è in equilibrio, ci sentiamo stranamente a nostro agio“.
I Miami Heat hanno lucrato in gara 2 su ogni errore difensivo di Denver, sono entrati con più rapidità nei loro set offensivi e giocato i pick and roll con più agressività. A guidare l’attacco sono stati perlopiù Adebayo, Vincent, Duncan Robinson a inizio quarto quarto, e Lowry, con Butler a rivecere il pallone spesso solo dopo almeno un ribaltamento di lato. Jimmy ha segnato così 6 punti consecutivi nel quarto quarto, in un momento importante per tenere lontani i Nuggets. Gli Heat hanno inoltre chiuso con 18 su 20 ai tiri liberi.
Nel post partita, coach Spoelstra ha reagito a una domanda forse superificiale di un giornalista, che gli chiedeva se una delle “trovate vincenti” per Miami fosse stata “trasformare Jokic in uno scorer” invece che in un passatore. “E’ una cosa un po’ ridicola da dire. Jokic è un grandissimo giocatore, è stato per due volte MVP della NBA e non si può proprio dire ‘basta farlo segnare’. Loro non giocano così (…) e Jokic ha il nostro massimo rispetto“, così Spoelstra.