Per la prima volta dall’8 gennaio scorso, data della sua sparizione, lo status di Kyrie Irving dei Brooklyn Nets è tornato “questionable“, ovvero al 50% per la partita di lunedì notte contro i Milwaukee Bucks. Irving dovrebbe aver completato il periodo di quarantena impostogli dalla NBA dopo la sua assenza e la violazione del protocolli di sicurezza anti Covid e potrebbe essere della partita.
I Nets che Irving ha lasciato lo scorso 5 gennaio sono molto diversi da quelli che ritroverà. Non ci sono più Jarrett Allen, Caris LeVert, Taurean Prince e Rodion Kurucs, e c’è James Harden che ha esordito sabato e lo aspetta a braccia aperte.
Ma c’è per Kyrie Irving lo scoglio del ritorno alla vita del giocatore NBA, dopo oltre due settimane di libera uscita su cui è calato il silenzio dei Nets, dopo un primo imbarazzo nel constatare a poche ore dalla palla a due della partita contro i Philadelphia 76ers di non sapere – Steve Nash dixit – dove fosse. I Brooklyn Nets lasceranno che sia Irving – qualora lo vorrà – a rendere pubblici i motivi della sua assenza, in privato si accontenteranno della spiegazione che l’ex Celtics e Cavs vorrà dare loro e proveranno a voltare pagina.
Irving, Kevin Durant, James Harden e Steve Nash dovranno trovare un modo per convivere in campo, consapevoli che la maxi trade di mercoledì scorso ha spostato l’orologio della corsa al titolo NBA avanti di un bel po’, e bisognerà farsi trovare pronti.
In 7 partite fin qui disputate, Irving sta viaggiando a 27.1 punti e 6.1 assist di media con oltre 5 rimbalzi e il 42% al tiro da tre punti, in 33 minuti di media a partita e 1.6 recuperi difensivi.