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Damian Lillard dedica il suo game winner a Seattle

di Devid Cimarelli
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Damian Lillard torna a parlare del suo incredibile game winner che ha condannato gli Oklahoma City Thunder all’eliminazione al primo turno di playoffs di questa stagione, in gara 5, e omaggia Seattle. La guardia dei Blazers, ad un’intervista con Brian Berger di Sports Business Radio, ha risposto: “Cosa posso dire? Era per Seattle” riferendosi ai Seattle SuperSonics, che nel 2008 si trasferirono a Oklahoma City, cambiando nome e colori della franchigia.

C’erano una volta i Supersonics

Il trasferimento della franchigia da Seattle a Oklahoma City è uno dei capitoli più sanguinosi della storia sportiva della città. Il problema principale fu la Key Arena, palazzetto non più in grado di soddisfare i criteri economici della nuova NBA. La decisione della lega di allontanare da Seattle la franchigia assegnata alla città 51 anni fa, oggi non ha smesso di scatenare polemiche. La questione ha deluso e fatto arrabbiare migliaia di tifosi dei Sonics che hanno visto la squadra della propria città, trasferirsi a più di 3.000 km da casa.

Sono ancora vive le speranze di Seattle?

Nonostante tutto, c’è ancora una possibilità che la NBA restituisca una franchigia a “Emerald City“. Un grande ostacolo ferma il ritorno dei Sonics a Seattle: l’attuale situazione delle 30 franchigie NBA. Secondo quanto dichiarato più volte dal Commissioner Adam Silver, al momento la lega non ha in previsione un’espansione dalle attuali 30 squadre, e secondo quanto scritto da ESPN non se ne parlerà almeno fino al 2025.

Seattle non sarebbe in cima alla lista per la NBA, che vedrebbe di buon occhio un’espansione al di fuori degli Stati Uniti, portando una franchigia a Città Del Messico. L’unica possibilità che la lega americana torni a Seattle, è che una franchigia esistente si trasferisca lì. Ce né una sola ed è Memphis, ma da quanto riferito da Robert Pera, il proprietario dei Grizzlies, ciò non succederà.

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