“Credo ci divertiremo un po’ qui”.
Ecco ciò che ha detto Ja Morant a Stephen Curry martedì sera, mentre abbandonava il campo del FedEx Forum, dopo che i suoi Memphis Grizzlies hanno battuto i Golden State Warriors per 106-101 in Gara 2.
Ovviamente non erano parole al vento. Era infatti la stessa frase che Steph gli aveva detto dopo che Morant aveva mancato il layup della vittoria in Gara 1. E ora, ripetendogli le sue stesse parole dopo aver segnato 47 punti poco prima, Morant ha rafforzato la sua reputazione da All-Star pieno di autostima e sicuro di sé.
E’ vero, non avrà la stessa tecnica di tiro, la stessa esperienza o la stessa leadership di Steph, ma Morant potrebbe superarlo per quanto riguarda la spavalderia. E questa potrebbe tranquillamente essere la chiave dei Grizzlies per questa serie. Memphis deve prima seguire l’esempio di Morant, convincendosi di farcela, e poi capire cosa fare in campo.
Questo è stato probabilmente il fatto che ha reso Gara 1 e 2 dei veri e propri show. Due delle migliori point guard della lega (uno un campione affermato, l’altro emergente) che si sfidano sul palcoscenico dei playoffs, accompagnati dai corrispettivi team.
Dunque, ciò che gli Warriors (e soprattutto Steph) hanno capito vedendo Morant segnare gli ultimi 15 punti dei Grizzlies in Gara 2, è che devono fermare prima lui e poi il resto del team. Ma ciò potrà rivelarsi più complicato del previsto, e questo soprattutto a causa dell’assenza di Gary Payton II, che tra gli Warriors è quello che meglio ha saputo contenere il n°12 di Memphis. Senza di lui, impossibilitato dall’infortunio al gomito subito in Gara 2, Golden State potrebbe essere nei guai, e coach Steve Kerr dovrà quindi tentare di inventarsi una nuova strategia difensiva che renda più difficile la vita di Morant sabato sera in Gara 3.
Dopo essere riuscito a trasformare un contratto da 10 giorni in un contratto garantito, e dopo essersi conquistato un posto da titolare in una contender per il titolo, Gary Payton ha visto tutto sfumare davanti ai suoi occhi. E quando è caduto a terra, dopo il pesante fallo subito da Dillon Brooks, le sue smorfie di dolore suggerivano che non fosse una cosa da nulla. Le radiografie hanno infatti più tardi confermato che il gomito sinistro era rotto, nonostante il danno ai legamenti sembrasse lieve.
Dunque le probabilità di rivederlo in campo per questa stagione sembrano scarse, e questo è un duro colpo anche per il resto del team. Ma non c’è molto tempo per piangere, perché ora Golden State dovrà trovare un modo per sostituirlo.
Sorge quindi spontaneo porsi qualche domanda: come impedire a Morant di fare canestro? Andre Iguodala potrebbe tornare per dare una mano in questo caso? Ma sarebbe utile, visto che a 38 anni non è più il difensore di una volta?
Senza Payton, i Grizzlies sono stati abili a togliere Wiggins da Morant, e portare Poole in marcatura su di lui, quindi questo sarà probabilmente un punto su cui Kerr si concentrerà molto in questi giorni, mentre cerca di studiare una nuova strategia difensiva. E’ probabile che il coach chiederà di più a Wiggins, che è forse la migliore opzione, ma potrebbe anche valutare un raddoppio.
Sarebbe poi di grade aiuto il rientro di Andre Iguodala, che non è più veloce come una volta, ma è comunque un difensore esperto. Altrimenti, un’alternativa potrebbe essere mettere Draymond Green su Morant, anche per lunghi tratti, considerando che l’orso ballerino si trova spesso a marcare point guard veloci quando Golden State non ha altre scelte.
Sicuramente un approccio più sfumato potrebbe tenere Morant più tranquillo, siccome negli ultimi due match spesso sembrava sapere già cosa avevano pianificato gli Warriors, permettendogli di prendersi più tiri aperti da 3 punti.
Staremo a vedere come si metterà la situazione in Gara 3.