Sono gli Atlanta Hawks e i New Orleans Pelicans le ultime due squadre qualificate ai playoffs NBA a uscire dal torneo di play-in dopo aver battuto a domicilio rispettivamente Cleveland Cavs e LA Clippers.
Gli Hawks di un grandissimo Trae Young hanno battuto i Cavaliers per 107-101 alla Rocket Mortgage Fieldhouse, mentre i Pelicans hanno saputo approfittare dell’assenza a sorpresa di Paul George per superare i Clippers per 105-101. Ora Atlanta giocherà al primo turno di playoffs contro i Miami Heat mentre New Orleans affronterà i Phoenix Suns.
Play-in NBA, Trae Young manda gli Hawks ai playoffs
Young segna 32 punti nel solo secondo tempo, 38 punti in totale nella vittoria per 107-101 dei suoi Hawks che a Cleveland recuperano uno svantaggio che nel primo tempo tocca anche il -14 (39-25). Atlanta riprende il filo della partita nel terzo quarto (33-23 il parziale) nonostante la generosità di Jarrett Allen, in campo con un dito rotto e dopo 19 partite di stop da inizio marzo, e di Darius Garland.
Un ottimo Evan Mobley, Lauri Markkanen e Garland illudono i Cavs nel primo tempo, ma Atlanta è squadra più esperta con Danilo Gallinari, Bogdan Bogdanovic e Kevin Huerter, e soprattutto con Trae Young che dopo una prima metà tranquilla, esplode nel terzo quarto (27 dei 33 punti degli Hawks arrivano su un suo canestro o assist), e nel finale segna tutti i canestri importanti. Ice Trae ha decisamente aggiunto i Cavaliers alla lista di “vittime eccellenti” in post-season dopo New York Knicks e Philadelphia 76ers.
Anche 9 assist e 13 su 25 dal campo per Young, Gallinari non tira benissimo (5 su 14) e su uno degli ultimi possessi Hawks con una palla perse rischia di dare un’ultima chance di pareggio a Cleveland, ma a rimediare passa Kevin Huerter che a propria volta intercetta il passaggio di Markkanen diretto a Garland. E a 23 secondi dal termine, il solito Young segna i 2 tiri liberi del 104-99 che dà la sicurezza playoffs.
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Gli Atlanta Hawks vincono pur privi di John Collins (fascite plantare) e di Clint Capela che deve abbandonare il campo a causa di un infortunio al ginocchio destro. Problema che rischia di costare anche la serie contro Miami al lungo svizzero.
Ai Cavs non bastano 21 punti con 9 assist, e 9 su 27 dal campo, di Darius Garland che parte forte ma si spegne nel secondo tempo pagando anche la fatica. Lauri Markkanen segna 26 punti con 8 rimbalzi e 6 triple a bersaglio ma la palla persa a 24 secondi dal termine sul +3 Atlanta pesa tantissimo. Il migliore in campo per Cleveland è il rookie Evan Mobley, per lui 18 punti con 8 rimbalzi e 5 assist con 2 stoppate, di cui una favolosa per tempismo e rapidità in recupero in contropiede nel terzo quarto contro DeAndre’ Hunter.
Play-in, i Pelicans vincono a LA contro i Clippers senza Paul George
La partita più importante dell’anno, gli LA Clippers la devono giocare senza Paul George, fermato dal Covid a poche ore dalla palla a due. Ma anche così gli uomini di coach Tyronn Lue vanno vicini alla qualificazione, conducono di 12 punti anche nel quarto quarto ma alla fine vengono riacciuffati e superati da CJ McCollum, Brandon Ingram e dai canestri del rookie Trey Murphy III, l’uomo in più che non ti aspetti per i Pelicans.
McCollum è meno ispirato in attacco rispetto alla partita contro San Antonio, Ingram è invece immarcabile: 30 punti, 6 rimbalzi, 6 assist con 14 su 21 al tiro in 43 minuti di gioco. A dare una grossa mano all’ex Lakers ci sono dalla panchina Murphy III e Larry Nance Jr, che segnano 28 punti in due e sono la chiave della rimonta Pelicans dall’87-74 Clippers di inizio quarto periodo.
Per Nance Jr anche 16 rimbalzi, coach Willie Green lo preferisce a un Jonas Valanciunas meno efficace rispetto a due giorni prima. Trey Murphy III segna 14 punti con 4 su 6 da tre e 5 rimbalzi, compresa la tripla del 94 pari a 4 minuti dal termine, e quella del massimo vantaggio per 101-94 dopo i canestri di Nance e McCollum.
I Clippers restano aggrappati alla partita con Norman Powell e la loro difesa, ma nell’ultimo minuto di partita arrivano solo errori al tiro con Marcus Morris, Reggie Jackson e lo stesso Powell, anche ai tiri liberi.