Futurism, magazine USA di scienza e tecnologia, ha svelato in un reportage pubblicato lunedì, come SI.com, sito web del prestigioso Sports Illustrated, abbia pubblicato migliaia di articoli generati da intelligenza artificiale spacciandoli per scritti da vere redattrici e redattori, con tanto di foto profilo e bio a pie’ pagina.
Articoli scritti da nomi come Drew Ortiz, Sora Tanaka, Domino Abrams o ancora Denise McNamara, Nicole Merrifield, che oltre a essere copy writer e redattori sono anche “amanti della vita all’aria aperta”, “padri di famiglia”, “guru del fitness e esperta di nutrizione” e “esperto casalingo”. E articoli che a prima vista, o meglio lettura, avrebbero potuto sembrare scritti da un umano, ma che a una lettura più attenta avevano tutti i difetti di un testo generato con chat GPT et similia: tautologie, recentismo, frasi generiche o bizzarre come “la pallavolo può essere uno sport difficile da praticare, soprattutto quando non si ha un pallone“. E così via.
E quel che è peggio, come evidente dall’inchiesta di Futurism, che tali contenuti non abbiano neppure passato una fase di revisione umana della bozza. Inaccettabile a ogni livello per una testata come Sports Illustrated.
Sports Illustrated che ha invece risposto a Futuriss, per voce del suo editore Arena Group, con una nota che smentisce quanto scritto dal magazine, e in cui si garantisce come “i contenuti presi in esame fossero articoli di recensione di prodotti, scritti dalla third party AdVon Commerce“, scaricando sul servizio di advertising dunque tutta la responsabilità.
Gli articoli, migliaia, presi in esame riguardavano soprattutto recensioni di prodotti del tipo “abbiamo provato per voi” ma anche consigli degli esperti e delle esperte, su temi e pratiche più diverse, “scritti” da redattrici e redattori che erano elencati, ed è questa la cosa grave, nel roster di collaboratori per SI.com. E che alla prima segnalazione di sospetto “AI generated content” potevano essere rimossi e cancellati, come una “spersona” nella distopia orwelliana di 1984.
Rivelazioni che hanno spinto il sindacato che rappresenta le redattrici e i redattori di Si.com, la Sports Ilustrated Union, a diffondere un comunicato: “Le lavoratrici e i lavoratori della SI Union sono indignati da quanto emerso dal reportage di Futurism, di come The Arena Group abbia pubblicato dei contenuti generati da IA sotto il brand di Sports Illustrated, con tanto di biografie e foto profilo inventate. Se confermate, queste pratiche violano tutto ciò in cui crediamo come giornalisti. E ci dispiace enormemente essere associati a qualcosa di così poco rispettoso nei confronti dei nostri lettori“.
Il sindacato ha chiesto poi “trasparenza e risposte” da parte dell’editore “su tutto quello che è stato pubblicato sotto il nome di SI.com (…) e di accettare e aderire agli standard minimi del giornalismo, tra cui non pubblicare contenuti scritti da una IA come se fossero stati scritti da una persona“.
The Arena Group pubblica Sports Illustrated e Si.com dal 2021, nel 2019 Authentic Brands Group aveva rilevato la testata da Meredith Corp.