“Avete mai sbagliato una fidanzata? Io sì, Tracy McGrady”.
Tutti noi amanti del basket conosciamo l’autore di questa frase, l’avvocato tanto amato Federico Buffa.
Ecco, quanti di voi hanno sbagliato una fidanzata? Io ne ho sbagliata una e la storia gira intorno alla Windy City.
Crescere a Chicago con una palla a spicchi tra fine ’90 e inizio 2000 e saper dare del tu a quella stessa palla, significa iniziare a vivere con le aspettative di una città da 6 titoli in 8 anni.
Mettiamo il caso che si cresce ad Englewood, in uno dei quartieri più pericolosi della città. Crescere in un contesto dove comandano le gang, crescere senza una figura paterna, ma guidati da una madre di nome Brenda che fa di tutto per non farci vivere nell’inferno della strada. In questo contesto, solo una palla a spicchi può farci vedere il sole in un quartiere dove la luce è quella che esce dal foro di una pistola qualsiasi.
Beh, se riesci ad uscire da qui in palleggio, il grosso è fatto.
Chicago lo cresce ed a 13 anni è già sulla bocca di tutti. Il reclutamento per le High School è affaire delle gang, Rose sceglie l’esatto opposto della tranquillità. Beh, uno così diciamo che non può non avere determinazione. Va alla Simeon e si innamora della favola spezzata di Ben Wilson, il miglior liceale di tutti i tempi ucciso per uno sguardo a chi non doveva. Derrick prende la 25 con la promessa di sfondare nel Gioco.
2 campionati “Chicago Public League” per lui, la Simeon è diventata la prima squadra a conquistare due titoli consecutivi.
E’ tempo di college, Coach Calipari lo porta a Memphis, lui prende la 23 di Jordan. Solo Chalmers gli negherà il titolo. Si dichiara eleggibile al primo anno, l’anno della prima scelta a Chicago. Prima scelta assoluta e si ritorna a casa, nella sua Windy City. Erano gli anni della mia prima connessione internet veloce, degli streaming della notte e di Dan Peterson su Sportitalia. In tutto questo esplode lui, veloce, velocissimo. Picchi in entrata a 35km, non è umano e nemmeno al rallenty di un replay qualsiasi lo vedi. Rookie dell’anno e più giovane MVP della storia, Chicago sogna, lui sogna. Ma quel gioco era pericoloso, lo stesso Buffa profetizza sulla tenuta del figlio di Brenda ed infatti il legamento lo abbandona nel suo miglior momento. Rose, vacilla. Salta una stagione intera ed al rientro, dopo 10 partite, tocca al menisco. Rose si ferma, inizia ad avere dubbi.
Le ultime 2 stagioni sono le prime di basket giocato dal figlio della città del vento con una certa continuità post infortunio, anche se la sfortuna con lui ci vede sin troppo bene. Giocatore finito che vuole solo svernare in vista di una free agency secondo alcuni, ma il Rose visto in queste 2 stagioni è un giocatore più maturo, con molta meno ruggine addosso post infortunio e con la solita determinazione che lo ha contraddistinto nella sua storia. I numeri lasciamoli ai ragionieri, non servono a valutare DR1. Da tifoso Bulls, da amante di questo sport e da innamorato di Derrick, spero che la prossima stagione sia quella del riscatto per l’ex prima scelta, sognando la frase “He’s back” in una calda notte di playoff.
Una grande storia d’amore tra Chicago e Rose, tormentata dalla sfortuna che veste i panni di amica invidiosa. Loro sono ancora insieme, sono ancora qui, con tante pagine bianche da riempire di aneddoti e racconti, per dimostrare che l’amore vince su tutto.
Comunque andrà la sua carriera, Derrick ha lasciato il segno nel mio “Gioco” e parafrasando Buffa concluderò come ho aperto il tutto.
Avete mai sbagliato una fidanzata? Io sì, Derrick Rose.
2 commenti
Nell’universo parallelo in cui non esistono gli infortuni, Derrick Rose è attualmente il più forte cestista in attività.
Purtroppo ad oggi la sensazione è che rimarrà un altro grande what if della storia di questo sport. Il che è un peccato perchè il talento che ha messo in mostra ai tempi d’oro era cristallino.