Home NBA, National Basketball AssociationBiografie NBA Chi è Kawhi Leonard? The man in the dark

Chi è Kawhi Leonard? The man in the dark

di Daniele Guadagno
chi è Kawhi Leonard

Chi è Kawhi Leonard? Un giocatore discusso, discutibile, un autentico mistero attorno all’ultima stagione nella lega del giocatore da San Diego. Fuori per infortunio, il ritorno, di nuovo lontano da San Antonio, la rottura definitiva, ad un passo dai Lakers e quindi spedito via trade dagli Spurs ai Raptors. E poi di nuovo il passaggio ai Clippers. Una vicenda complicata. Andiamo oggi a scoprire insieme chi è Kawhi, quale è il suo ruolo e le sue caratteristiche e quando guadagna ed ha guadagnato fino a oggi.

Il mondo NBA si divide sostanzialmente in due “classi sociali”: i comprimari, poco popolari ma comunque immersi nel lusso, e le Star ricche e famose. Poi c’è l’eccezione di questo sistema, Kawhi Leonard. L’ala dei Clippers è un uomo molto riservato, lontano dai riflettori del gossip e soprattutto umile. A differenza dei suoi colleghi non guida macchine sportive, ne vive in sfarzose ville, che a Toronto ha abitato in una modesta casa e si sposta con una Chevrolet Malibu usata. Ma chi è Kawhi Leonard? Difficile da scoprire visto che parliamo di un uomo privo di social e della cui vita privata si sa poco o nulla. Andiamo quindi a scoprire la sua carriera, le sue caratteristiche fisiche e tecniche, la sua storia familiare e anche quanto guadagna.

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3-And-D players: uno dei massimi rappresentati. Chi è Kawhi Leonard?

Chi è Kawhi Leonard? Storia familiare

La storia di Leonard ha inizio a Riverside in California. I genitori, pur essendo separati, regalano a loro figlio un’infanzia abbastanza tranquilla. Vive in casa con mamma Kim e quando può, va a trovare papà Mark a Los Angeles dove gestisce un autolavaggio.

Nutre una forte passione per la pallacanestro ed entra subito nella squadra della Martin Luther King High School. Leonard appare spensierato, può finalmente giocare a basket nella sua città natale e il padre sembra orgoglioso di lui. Ma è solo la quiete prima della tempesta: Nel 2008 Mark Leonard viene assassinato in seguito ad un tentativo di rapina. Nessun testimone, nessun arresto, nessuna spiegazione, solo l’ennesimo americano nero ucciso nelle strade di Compton. La polizia non approfondisce il caso e Kawhi a soli 17 anni è costretto ad diventare un capofamiglia. Il ragazzo, che già prima non era di grandi parole, diventa sostanzialmente autistico.

La pallacanestro ora è il suo modo di esprimersi, un modo non arrabbiato ma sempre controllato. Vuole diventare un giocatore professionista e ci mette tutto se stesso: Si presenta in palestra due ore prima di ogni allenamento per esercitarsi sull’arresto e tiro e ad ogni errore si auto-punisce con 20 flessioni. Il duro lavoro paga sempre e i risultati infatti non tardano ad arrivare. All’ultimo anno di liceo trascina i River Kings ad un record di 30-3 e viene nominato Mr. Basketball California iniziando ad attirare l’interesse di vari college americani.

Chi è Kawhi Leonard? Il ragazzo all’high school

San Diego Stare University: la nascita di un campione

La scelta ricade su San Diego State University, una delle più apprezzate a livello nazionale. La prima stagione si chiude con medie di tutto rispetto (12,7 punti e 10 rimbalzi) e il premio di matricola dell’anno. San Diego, trascinata dal suo nuovo idolo, conquista la vetta della Mountain Conference, aggiudicandosi l’invito al torneo NCAA. Gli Aztecs vengono eliminati al primo turno, malgrado un Leonard celestiale, perdendo contro la compagine del Tennessee. La stagione successiva le sue stats migliorano, 15 punti e 10.4 rimbalzi di media, e gli Aztecs si riqualificano al Torneo NCAA. Stavolta il loro cammino si ferma alle sweet 16 contro la UConn di Kemba Walker e Jeremy Lamb, ma questo ha poca importanza: Leonard è pronto per il grande salto nella NBA e rinuncia agli ultimi due anni di college.

Lo sbarco nella lega: draft 2011

Si dichiara cosi eleggibile al draft 2011. Molte All-Star di oggi sono state selezionate quella notte: Kyrie Irving, Kemba Walker, Klay Thompson, Jimmy Butler, Isaiah Thomas e appunto Kawhi Leonard. I Pacers lo scelgono alla 15 cedendolo però agli Spurs in cambio di George Hill. Leonard era considerato allora un prospetto interessante ma non un pezzo pregiato del draft, mentre Hill era uno dei giocatori preferiti di Gregg Popovich.

A San Antonio la selezione dei rookie è un poco particolare: R.C. Buford stila la lista dei giocatori e Popovich sceglie quello che più gli aggrada. Appena legge il curriculum di Kawhi, decide di operare lo scambio. Cosa avrà mai visto in lui che agli altri è sfuggito? In realtà niente di particolare: Pop aveva capito soltanto che uno cosi avrebbe fatto le fortune degli Spurs: in Texas erano già presenti giocatori con buona mentalità difensiva, ma la sua capacità di muoversi difensivamente per il campo non ce l’aveva nessuno. I campionati si vincono in difesa e questo a San Antonio lo sapevamo benissimo.

Leonard-Cavs trade

Chi è Kawhi Leonard?

Chi è Kawhi Leonard (finora) in NBA

Leonard inizia il suo anno da rookie in panchina, ma complice l’infortunio di Manu Ginobili trova presto posto in quintetto base. Partecipa al Rising Star Challenge e si classifica quarto nella corsa al premio di Rookie of The Year, ricevendo ben 47 voti. Si dimostra solido, tenace e volenteroso, anche se non ancora a livelli esaltanti.

La stagione seguente “The Klaw” cresce vertiginosamente sia sul piano tecnico sia su quello caratteriale. La sua personalità schiva ma fortissima (in perfetto stile Spurs) emerge sempre di più. 11.9 punti, 6.3 rimbalzi e 1.7 assist di media a partita, numeri discreti a cui si devono aggiungere 1.7 rubate e in generale un efficienza difensiva notevole. Ai playoffs gli Spurs sbaragliano le franchigie della Western Conference e approdano alle Finals. A contendergli l’anello ci sono i Miami Heat, una buona squadra se non fosse per LeBron che li rende da titolo.

Leonard non ha paura di affrontare il dominatore della lega, anzi questa contesa sembra addirittura stimolarlo. Resta “incollato” a LeBron dal primo all’ultimo minuto di gioco, pressandolo a tutto campo e oscurandogli la visuale in fase di impostazione. Il Re è in difficoltà e il suo trono sul punto di essere usurpato.

La serie però si dimostra molto equilibrata e, come succede in questi casi, l’esito viene deciso da singoli episodi. Il più determinante si verifica in gara 6: lo sfortunato protagonista è proprio il numero 2 che ha tra le mani i liberi della vittoria finale.

Le emozioni per una volta però prendono il sopravvento, le mani tremano e il volto appare visibilmente teso. 1 su 2 dalla lunetta, Spurs avanti di tre punti ma ultimo possesso in mano agli Heat. A pochi secondi dal termine Ray Allen segna la tripla del pareggio che di fatto spegne le speranze dei texani e consegna il titolo alla franchigia di South Beach. “La dura legge del goal” vale nel calcio cosi come nel basket e quando colpisce può far male. La delusione è tanta e pari solo alla voglia di rivalsa. Si rimbocca le maniche, come gli aveva insegnato il padre, e torna subito in palestra ad allenarsi. Nella regular season successiva il prodotto di San Diego migliora le sue medie individuali e San Antonio centra per la seconda volta consecutiva le Finals NBA. Di fronte ancora LeBron, ancora Ray Allen, ancora i Miami Heat.

I texani scendono in campo con gli occhi della tigre, lottano su tutti i palloni e non si tirano mai indietro. gli Heat sono con le spalle al muro nonostante un sontuoso LeBron. Kawhi Leonard domina su entrambi i lati del campo: se non è a pressare James, sta correndo in transizione per punire la difesa avversaria. Le prime due gare a dire il vero non sono entusiasmanti a livello realizzativo (su quello difensivo, monumentale come sempre), ma da gara 3 mette in mostra tutto il suo arsenale. Prima 29, poi 20 ed infine 22 punti nel giorno della festa del papà, nel giorno in cui viene incoronato campione NBA ed MVP delle Finals. È il terzo più giovane di sempre a ricevere tale premio dietro ai soli Magic Johnson e Tim Duncan, suo compagno di squadra.

Seguono due annate povere di successi collettivi ma ricche di soddisfazioni personali. Vince infatti per due volte di seguito il premio di Defensive Player Of The Year e viene selezionato all’unanimità nel primo quintetto difensivo della lega. La stagione 2016\17 è invece quella della definitiva consacrazione: 25.5 punti, 6 rimbalzi e 1.8 assist di media, tirando con il 48.5% dal campo e il 38% da tre. Numeri da capogiro che convincono Popovich ad affidargli le redini della franchigia. La musica non cambia nemmeno ai playoffs dove riesce a collezionare nuovi record. Diventa infatti il primo giocatore a realizzare 5 triple e 5 stoppate nella storia della post-season, siglando anche 32 punti e 4 rimbalzi. Solo Kareem Abdul-Jabbar, Hakeem Olajuwon e Kevin Garnett avevano realizzato una prestazione del genere prima d’ora.

Poi l’intervento killer di Zaza Pachulia, la caviglia che si lesiona e la corsa al titolo che si interrompe alle finali di conference.

Poco importa però perché Leonard ha raggiunto l’apice della sua carriera e ha ancora ampi margini di miglioramento. La tifoseria lo incorona nuovo paladino della città, ma quella che poteva essere una toccante storia d’amore ben presto si trasforma in un terribile incubo: nella stagione 2017\18 Leonard rientra in campo a dicembre ma, complice un misterioso infortunio alla coscia, gioca appena 9 partite. Da quel momento sparisce, non rilascia dichiarazioni e non assiste più alle partite dei suoi compagni. Il rapporto con Popovich e lo staff si incrina, Kawhi si rifiuta categoricamente di giocare per gli Spurs, o almeno cosi si inizia a vociferare.

La franchigia nel frattempo affonda al primo turno contro gli Warriors e il suo leader non si è nemmeno seduto in tribuna. La querelle non accenna a placarsi, finché non è proprio il Kawhi a uscire allo scoperto e a chiedere ufficialmente la cessione. Tutte le offerte che piovono in casa Spurs però vengono rispedite al mittente, perché Leonard vuole solo i Los Angeles Lakers. Il suo comportamento non si distacca da quello di un bambino viziato e anche la dirigenza comincia a perdere la pazienza. I tifosi imbufaliti mettono a rogo la sua maglia e lo coprono di insulti via social. Alla fine si accontenta dei Toronto Raptors che intavolano uno scambio con DeMar DeRozan, ma ormai la sua immagine è compromessa. La sua poca professionalità ha macchiato una carriera finora rispettabile e perfetta. Della serie: “O muori da eroe, o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo”.

Forse anche consapevole di averla fatta grossa,e sicuro che il suo ritorno a Los Angeles sia stato ritardato di un solo anno, Kawhi Leonard mette tutto sé stesso in quella che sarà l’unica stagione in carriera giocata ai Raptors. Per preservarlo, coccolarlo e tentare di convincerlo a restare, Toronto mette in piedi per la sua superstar un programma di riposi programmati personalizzato. Kawhi ha paura che un nuovo infortunio possa costargli la carriera, i Raptors lo tengono fuori in una delle due partite di un back to back (due partite in due giorni consecutivi) e “coniano” una procedura mai sentita prima ma destinata a fare proseliti: il “load management“.

Kawhi Leonard gradisce e ripaga con una stagione di altissimo livello: oltre 26 punti e 7 rimbalzi di media, 58 vittorie in stagione regolare, dei playoffs jordaneschi e soprattutto il primo titolo NBA della storia dei Toronto Raptors che battono in finale per 4-2 dei Golden State Warriors limtati dagli infortuni. Nel 2019 Kawhi e i Raptors mettono in fila tutti: Joel Embiid e Jimmy Butler, Giannis Antetokounmpo, Steph Curry e Klay Thompson.

Kawhi leonard e Kyle Lowry

Kyle Lowry e Leonard

La sensazione che il soggiorno a Toronto fosse un interludio si conferma nel luglio 2019. Diventato free agent, Leonard conduce una sapiente operazione di recruiting, convince i Los Angeles Clippers a portare via trade in squadra Paul George e firma un contratto trienale con “l’altra” squadra di LA per tentare la sfida stracittadina a LeBron James e Anthony Davis. La stagione 2019\20 dei Cippers non è così semplice: infortuni e uno spogliatoio pieno di veterani orgogliosi (Lou Willams, Montrez Harrell, Marcus Morris, Pat Beverley), la squadra non decolla. La stagione NBA si ferma a marzo 2020 e quando riprende l’ambiente di Orlando gioca un brutto tiro a Paul George che fatica in campo e per reazione uguale e contraria “spara” dichiarazioni iper-fiduciose fuori. Ai playoffs i Denver Nuggets puniscono in semifinale di conference una squadra piatta, che cade al primo pugno ben assestato e cede una serie in cui aveva condotto per 3-1.

Vita sentimentale

Come abbiamo già accennato, Leonard è un tipo riservato e sulla sua vita privata si sa ben poco. È fidanzato ufficialmente con Khishele Slipey dal 2014 e la coppia ha due figli. Leonard avrebbe tenuto nascosta la sua love story con Slipey per anni, per “proteggerla” dalle attenzioni dei media americani e per evitare di finire sui giornali di gossip. Kawhi è cugino dell’ex giocatore NFL Stevie Johnson (Buffalo Bills, San Franciscon 49ers e San Diego Chargers), ed è un volto di punta del brand New Balance.

Caratteristiche tecniche

È difficile trovare nella NBA odierna un giocatore più completo di Kawhi Leonard. Micheal Jordan in persona lo ha definito il migliore nel coniugare attacco e difesa. Non c’è niente che non sappia fare su un campo da basket: quando gli avversari gli lasciano spazio conclude con l’arresto e tiro, da due o da tre ha poca importanza, se invece lo pressano in modo asfissiante li batte in palleggio e appoggia al ferro (talvolta anche con una poderosa schiacciata). Non pecca nemmeno nella fase di impostazione disegnando illuminanti traiettorie per i suoi compagni. In america li chiamano two way player, merce rara al giorno d’oggi. Chi pensa però che si tratti di un predestinato si sbaglia di grosso. Kawhi infatti non è nato con il dono, è un ragazzo che ha dovuto sudare e lavorare per raggiungere questo livello. Ai tempi del liceo si svegliava tutte le mattine alle 4 di notte per andare in palestra a lavorare sulla meccanica e suoi movimenti del corpo. 2 ore di sano allenamento prima di prepararsi per andare a scuola. Leonard è la perfetta dimostrazione di come il talento non basta per essere un campione, ci vuole anche una vincente mentalità. Questa è la chiave del successo, questa è la sua maggior qualità.

Caratteristiche fisiche

Che caratteristiche fisiche ha Kawhi? Federico Buffa diceva di lui: “la gente prega per avere un corpo come il suo“. Tanto per citare qualche numero, l’apertura alare è di 2,25 metri, poco meno di una smart per intenderci. Le mani sono grandi come quelle di Shaquille O’Neal. Nulla di insolito se non fosse che Shaq era un centro, Leonard invece un’ala piccola. The Klaw ha una mano del 52% più grande del normale e la distanza tra pollice e mignolo è di 29 centimentri. Se vi chiedete perché è il miglior difensore della lega, la risposta è proprio quel fisico sovrannaturale.

Fisico ai raggi x:

  • Altezza: 2.01 metri
  • Peso: 104 chilogrammi

Chi è Kawhi Leonard? Il palmarès

l’amor di patria non è mai sbocciato nel cuore di Kawhi. Apparte qualche training camp, Leonard non ha mai preso parte ad alcuna spedizione della nazionale, nemmeno quella olimpionica. Nella bacheca infatti figurano solo riconoscimenti conquistati con la maglia degli Spurs.

Trofei di squadra:

  • 2 Campionati NBA con San Antonio Spurs e Toronto Raptors

Titoli individuali

I trofei individuali parlano per uno dei migliori difensori della lega, ma non soltanto: due volte MVP delle finals, anche contro LeBron James, e NBA All Rookie-first team. Una sicurezza.

Questi i trofei vinti a livello individuale da Leonard:

  • 2 MVP delle Finals
  • 2 volte Defensive Player Of The Year
  • 1 volta inserito nell’NBA All-Rookie first team
  • 2 volte All-NBA Team
  • 3 volte inserito nel secondo quintetto difensivo
  • 3 volte inserito nel primo quintetto difensivo
  • 1 volta All-Star Game MVP

Career High

I numeri di Kawhi Leonard e le sue statistiche? Nel dettaglio sono i seguenti:

  • Massimo di punti: 41 contro i Cleveland Cavaliers (21 gennaio 2017)
  • Massimo di rimbalzi: 16 contro i Dallas Mavericks (10 aprile 2014)
  • Massimo di assist: 7 (5 volte)
  • Massimo di steals: 7 contro i Golden State Warriors (5 aprile 2015)
  • Massimo di stoppate: 6 contro i Denver Nuggets (14 dicembre 2014)

Quanto guadagna Kawhi Leonard?

Terminato il suo contratto da rookie, Leonard ha firmato nel 2014 un rinnovo quinquennale con gli Spurs da 90 milioni di dollari, quelli che percepisce ancora oggi. Quest’estate San Antonio aveva messo sul piatto un rinnovo al massimo salariale (219 milioni in cinque anni), ma la volontà di andarsene era superiore alla sua avidità. Tra un anno però sarà free agent e avrà comunque l’occasione di incrementare il suo stipendio, che sia a Toronto o altrove (Los Angeles?).

ANNOETA’SALARIO BASETRADE KICKERCAP HITDEAD CAP
2015-16Contract details by year24$16,407,500$16,407,500$94,343,126
2016-17Contract details by year25$17,638,063$17,638,063$77,935,626
2017-18Contract details by year26$18,868,625$18,868,625$60,297,563
2018-19Contract details by year27$20,099,188$3,014,878$23,114,066$41,428,938
2019-2028$30,695,625$30,695,625
2020-2129$34,379,100$34,379,100

Quindi chi è Kawhi Leonard? Potenzialmente il miglior giocatore del mondo, l’unico in grado di limitare campioni del calibro di LeBron James e Kevin Durant, ma anche un uomo silenzioso che ha sempre vissuto nell’ombra, lontano dai media e dalle luci della popolarità. Una superstar silenziosa.

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