La stagione 2015/16 è entrata nella sua fase conclusiva, vediamo alcuni dei nomi più importanti di coloro che quest’anno hanno deluso le aspettative.
T. Mozgov:
Lo scorso anno arrivò nel mercato invernale a Cleveland in punta di piedi. Con l’infortunio di Varejao si guadagnò pian piano la fiducia di Blatt (che già lo conosceva avendolo allenato con la nazionale russa), trovando immediatamente una grande intesa con LeBron James, capace di servirlo nel migliore dei modi e di capirne i tempi di taglio nelle situazioni di pick and roll. Decisive ai playoff 2015 le sue doti da Rim protector. Cominciò però a patire nella finale con Golden State nel momento in cui Kerr iniziò a schierare il quintetto basso tenendo fuori Bogut.
Quest’anno però il centro russo pare essersi perso, ha cominciato titolare ad inizio stagione ma alla lunga a Cleveland si è preferito utilizzare Tristan Thompson come centro. Minutaggio ridotto per lui, specialmente nell’ultima parte di stagione e tante prove opache.
M.Hezonja:
Prima del draft le sue quote erano altissime, c’è chi lo dava addirittura tra le prime tre scelte e certamente era per tutti il miglior europeo su cui puntare grazie all’ottima annata a Barcellona. Supportato da un discreto atletismo e dalla sua statura, il cestista croato si era presentato come giocatore in grado di giocare sia da guardia che da ala piccola. Bene il suo esordio con 11 punti ( 3/5 da tre) ma in breve tempo è finito ai margini chiuso dalla concorrenza (di un ottimo Fournier, di Oladipo, di Harris e del giovane Gordon). Skiles così ad un certo punto della stagione ha deciso di provarlo come play di riserva per far rifiatare Payton, ma con scarsi risultati anche qui nonostante abbia trovato qualche spazio in più vista la partenza di Harris. Nonostante il suo buon ball handling, Hezonja ha chiuso la stagione con una media di 6.1 punti, 2.2 rimbalzi e 1.4 assist, restando sul parquet meno di 10 minuti a gara. Direi davvero poco date le aspettative.
N.Vonleh:
Nella stagione strepitosa dei giovani Blazers una “piccola macchia” la si può trovare proprio in Noah Vonleh.
Arrivato da Charlotte in un improbabile scambio assieme ad Henderson per Batum, Vonleh ha nettamente deluso nonostante una notevole Summer League che aveva fatto ben sperare. Stotts dopo il primo infortunio di Leonard ha provato a metterlo in quintetto per fargli acquisire fiducia ma è servito a poco. Mai decollato, poco incisivo sia offensivamente che difensivamente, pian piano è finito fuori dalle rotazioni per far spazio al ben più efficace Harkless.
Vonleh ha mostrato grande ingenuità nelle giocate e spesso anche mentalmente è risultato assente in diverse fasi del gioco. Ha chiuso la stagione con 3.6 punti, 3.9 rimbalzi e 0.3 stoppate. Una miseria considerando che è partito per tre quarti della stagione da titolare. Ai playoff giustamente Stotts non gli ha mai fatto vedere il campo.
R.Hibbert:
Preso per il nuovo fallimentare progetto dei Lakers, Roy Hibbert è stato forse la più grossa delusione di tutta la lega. Partito benino, ha diminuito sempre più il minutaggio (11 minuti scarsi di media) chiudendo la stagione con 5.9 punti, 4.9 rimbalzi e 1.4 stoppate
Si presentava come uno specialista della difesa e con una presenza massiccia sotto canestro ma è stato un disastro su tutti e due i fronti, basta andare a controllare le statistiche. Imbarazzante e nocivo.
Anthony Davis:
Si aspettava il boom quest’anno da Davis, la copertina di NBA2K16 con il suo faccione sta lì a testimoniarlo. Invece non è andata proprio così.
Le statistiche sono più o meno quelle dello scorso anno quindi non è corretto parlare propriamente di flop, ma le aspettative erano diverse, inutile negarlo. A frenarlo quest’anno sono stati fondamentalmente tre fattori: gli infortuni, i Pelicans ma soprattutto il suo snaturamento nel gioco.
In estate lo avevamo visto allenarsi nei tiri da 3, gli era stato chiesto di tirare da tre più che in passato ma questo non ha giovato. Inoltre il sistema di gioco pensato da Gentry è stato lesivo sotto alcuni aspetti, basti pensare al tentativo di migliorare la transizione difensiva andando meno a rimbalzo d’attacco, questo ha limitato uno dei punti di forza di Davis.
Probabilmente bastava rafforzare le sue qualità senza voler strafare. Invece si è cercato di fare di Davis quel tipo di giocatore dominante sotto canestro, che tira lungo tutto il perimetro, che amministra la palla e che all’occorrenza penetra pure a canestro come fosse il miglior Westbrook. Troppa carne al fuoco a mio avviso, speriamo che Davis migliori i suoi punti deboli ma torni però a darsi dei compiti ben definiti.
B.Beal:
Beal più che flop è stato sfortunato. Gli infortuni lo hanno martoriato e pare che nonostante la sua giovane età egli sia già segnato per svolgere un minutaggio ridotto per il resto della carriera. Speriamo non sia così, certo è però che quest’anno le sue presenze sono state poche e il suo apporto alla causa Wizards è stato quasi nullo.
D.Rose:
Rose ha semplicemente confermato quel che già sapevamo, dopo i problemi alle ginocchia degli anni precedenti non è mai più tornato. Rose non ha più l’esplosività di un tempo, il fisico non lo regge nonostante abbia ancora solo 28 anni.
Saltuariamente tira fuori buone prestazioni ma non basta, son più le volte che lo si vede senza ritmo-partita e impreciso nelle giocate. Le sue qualità e la sua visione di gioco non le ha comunque perdute. Quando può evita il contatto, e nella pallacanestro ciò è molto limitante. Altra stagione sottotono per lui e Bulls fuori dai playoff.
Altri nomi con alle spalle una stagione al di sotto delle aspettative sono Afflalo da cui New York si aspettava qualcosina in più, Jordan Hill che ad Indiana ha visto poco il campo, W.Matthews che andato a Dallas dopo un lungo infortunio non ha inciso ed i rookie Mudiay e D’Angelo Russell che nel complesso han deluso anche se hanno fatto intravedere margini di miglioramento.