Per il terzo anno consecutivo a contendersi il premio di Most Valuable Player sono ancora loro due: Nikola Jokic e Joel Embiid. A differenza degli altri due, però, quest’anno la corsa sembra molto più aperta. Grazie al suo grande impatto sia nella metà campo offensiva che in quella difensiva, il giocatore dei Philadelphia 76ers sembra essere leggermente favorito rispetto a quello dei Denver Nuggets.
Entrambi stanno giocando una fantastica stagione, e i numeri lo confermano. 24.9 punti, 11.9 rimbalzi, 9,9 assist e 1.2 palle rubate di media per il serbo, 33.3 punti, 10.3 rimbalzi, 4.2 assist, 1.1 palle rubate e 1.7 stoppate di media per il camerunense. Per quanto riguarda il record di squadra Philadelphia occupa attualmente il terzo posto ad est grazie a 49 vittorie e 26 sconfitte, mentre Denver è attualmente prima ad ovest con 51 vittorie e 24 sconfitte.
Dopo l’assenza nello scontro di stanotte e le parole del diretto avversario, Joel Embiid ha rilasciato un’intervista a Shams Charania di The Athletic in cui ha discusso della stagione corrente e dell’essere sempre considerato come “il cattivo”. “Se vogliamo parlare degli ultimi tre anni da quando sono incorsa per questo, il primo anno non ho giocato abbastanza partite. L’anno scorso, sono tornato, ho giocato abbastanza partite, ho finito la stagione come miglior realizzatore, e ovviamente Nikola se l’è meritato e ha vinto. Finendo sesto nella Western Conference. E poi quest’anno, sono il primo realizzatore della lega, faccio tutte queste cose a livello difensivo… dovrei far parte anche di un All-Defensive team. Sinceramente non mi interessa, però ogni anno c’è sempre qualcosa.
E poi aggiungono anche le statistiche avanzate, cosa che non ha senso. Puoi parlare di queste statistiche tutto il tempo che vuoi. Ci sono dei giocatori che, vedendoli giocare, vedi che non sanno difendere. Poi arrivano le statistiche e ti dicono che sono i migliori difensori. Ed è per questo che le statistiche non hanno alcun senso. Non decido io le regole o i criteri che vengono usati, quindi si tratta davvero di ciò che preferisce ogni persona. La gente crede sempre che io sia pazzo quando dico di non essere amato. E mi sta bene. Vuol dire che sarò il cattivo. Mi piace essere lo str***o di turno. Mi piace essere considerato lo sfavorito. […] Quando mi ritirerò voglio che la gente dica: ‘Nessuno riusciva a fermarlo, sia in difesa che in attacco. Era un mostro.'”