Golden State Warriors

Le Finals NBA 2016 si stanno rivelando meno combattute di quanto chiunque avrebbe mai potuto immaginare. Dopo le due vittorie de Golden State Warriors ad Oakland, LeBron James e compagni sono stati capaci di imporsi sul parquet di casa con uno scarto di 30 punti. Fortunatamente il basket non è una scienza esatta e dopo 3 gare terminate con 12 minuti di garbage time arriva una partita degna di tale nomina, combattuta fino ai minuti finali.

In quest’ultima partita ci sono stati diversi fattori tecnici e tattici che hanno contribuito in modo fondamentale ad indirizzare la vittoria verso una squadra anziché l’altra. Partiamo da uno dei dati principali per analizzare una partita: il tiro.

Cleveland Cavaliers

FG: 38/81 (46.9%)

3PT: 6/25 (24.0%)

FT: 15/26 (57.7%)

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Golden State Warriors

FG: 33/81 (40.7%)

3PT: 17/36 (47.2%)

FT: 25/31 (80.6%)

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I dati ci dicono che i Cavs hanno tirato meglio da dentro l’arco, ma decisamente male dai 6.75 e dalla linea della carità. I Warriors, al contrario, tirano poco e male da vicino e dalla media distanza, riuscendo a trovare più facilmente il fondo della retina dalla distanza.

Approfondendo le statistiche vediamo che dei 38 canestri dei Cavs solo 15 sono stati assistiti, mentre per i 33 dei Golden State Warriors ben 23 sono arrivati da un passaggio diretto di un compagno. Il dato dei catch-and-shoot è infatti a favore dei ragazzi della baia, che utilizzano questo tipo di azione nel 30.5% dei casi con ottimi risultati (52.0%). Al contrario la franchigia dell’Ohio ha utilizzato poco (frequenza: 13.6%) e male (FG%: 27.3%) questo tipo di giocata.

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Ripartenza di Golden State da canestro subito: Curry attacca subito in palleggio la difesa dei padroni di casa. Irving lo lascia passare e Thompson lo aspetta correttamente in area.

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La minaccia di Curry è contenuta correttamente, ma James e Jefferson fanno l’errore di guardare solo la palla e dimenticano Bogut, che taglia verso canestro, e Barnes, pronto a ricevere uno scarico in angolo.

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Curry trova Bogut in taglio, il quale preferisce un tiro da 3 con metri di spazio ad un tiro da sotto canestro contestato da almeno tre maglie bianche. Risultato? Fate 3 per il prodotto di North Carolina University.

L’attacco di Golden State ha cercato per tutta la partita di prendersi il tiro migliore possibile, indifferentemente dall’interprete del gesto tecnico, in prefetta armonia con la mentalità del good-to-great, tanto cara anche ai San Antonio Spurs. Infatti i Warriors hanno forzato solo il 14.6% dei loro tiri, contro il 23.5% dei Cavs, che spesso hanno preferito situazioni di isolamento a situazioni di ball movement.

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L’entrata dei Cavs in questa azione è ottima: 18 secondi a disposizione, Irving passa a James in post alto mentre Jefferson porta un blocco cieco su Klay Thompson.

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Thompson rimane sul blocco di Jefferson, mentre Green è in ritardo su Irving e deve effettuare un closeout (o recupero). La difesa dei Warriors viene addirittura colta impreparata! James legge bene la situazione e restituisce palla al suo playmaker, che può sfruttare il vantaggio.

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Irving può scegliere se attaccare il recupero di Green sulla linea di fondo o servire il taglio verso canestro di Jefferson, ma esita senza riuscire a fare nessuna delle due cose. Vantaggio perso e attacco in isolamento. Airball.

Gli schemi analizzati in queste due azioni sono schemi che si sono ripetuti più volte nel corso della partita (movimento di uomini e palla per Golden State e isolamento per i Cavs) con risultati ovviamente alterni, ma con una chiave di lettura abbastanza chiara: quando i Warriors hanno attaccato facendo muovere la palla e la difesa hanno sempre trovato buoni tiri, spesso realizzati; mentre quando i Cavaliers hanno attaccato utilizzando un isolamento statico hanno sempre avuto difficoltà a concludere o a trovare valide soluzioni alternative (scarichi per i tiratori o tagli in area).

Le due squadre non hanno effettuato modifiche ai rispettivi piani partita e gli atteggiamenti offensivi e difensivi qui analizzati sono gli stessi atteggiamenti avuti nelle prime tre gare di questa serie finale. Possiamo presumere che i profondi divari avuti nelle precedenti partite fossero dovuti semplicemente ad un diverso approccio mentale alla partita che ha permesso prima ad una e poi all’altra squadra di imporre il proprio gioco e dominare gli avversari.

NEWS: Nella serata di Domenica 12 l’NBA ha deciso di punire Draymond Green, con un flagrant 1 che gli vale la sospensione per gara 5, e LeBron James, con un fallo tecnico per l’episodio di screzio tra i due numeri 23 durante gara 4. Questa sospensione obbligherà Steve Kerr a modificare le sue rotazioni utilizzando Ezeli, Speights o McAdoo per coprire il ruolo di 4 in assenza del “motivatore” principale della squadra californiana.

Aspettiamoci di tutto per gara 5!

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