Joel Embiid

Joel Embiid sta avendo l’ennesima stagione a cifre di fronte alla quali non si può rimanere indifferenti, 33.1 punti di media con 9.7 rimbalzi, il 52.9% dal campo ed il 34.7% da tre punti. Un mese fa, poi, Embiid ha messo a referto una sontuosa prestazione da 59 punti, 11 rimbalzi, 8 assist, e 7 stoppate contro gli Utah Jazz.
Philadelphia occupa attualmente il quinto posto nella Eastern Conference con un record di 20-12. Ancora una volta, come per Durant, statisticamente parlando Embiid non mostra difetti, tuttavia, il presentimento è che la stagione di Joel Embiid passi un po’ inosservata, “under the radar” direbbero oltreoceano, e che rischi di non ricevere la giusta attenzione, ma non per motivi statistici.
Infatti, in quella cerchia ristretta di giocatori candidabili per l’MVP, Embiid potrebbe rischiare di essere quel giocatore che ha delle ottime cifre e nient’altro, sostanzialmente. E’ chiaro che quel tipo di rendimento che sta avendo è già sufficiente per metterlo in lista, tuttavia, come già scritto, con questo premio la NBA vuole avere un forte impatto sul pubblico, e ci si domanda se Embiid possa fornirlo.
Embiid, tra l’altro, è stato sempre accompagnato da una sua narrazione personale, il “trust the process”, che è entrato a far parte del bagaglio culturale di qualsiasi tifoso NBA, anche i meno avvezzi, a testimonianza di quanto sia fondamentale una narrazione di questo tipo per un atleta di primo livello. Tuttavia, il “trust the process” è ormai datato e non ha più effetto sul pubblico, sempre in cerca di un qualcosa di nuovo. Dare l’MVP ad Embiid potrebbe conferirgli un nuovo volto mediatico, allo stesso tempo, però, ci si domanda se l’attuale rilevanza mediatica del centro dei Sixers sia sufficiente per quel premio.
Nikola Jokic

Saremo brevi su “The Joker” perché, come si può intuire, i pro ed i contro di una sua vittoria del premio di MVP sono davanti agli occhi di tutti. Da una parte, Nikola Jokic è un altro di quei (pochi) giocatori singolari per il loro rendimento ed efficienza, 25.4 punti di media con 11.0 rimbalzi e 9.4 assist, quasi una tripla doppia di media, il 61.6% dal campo ed il 33.8% da tre punti. Inutile andarle a citare, ma Jokic è solitamente anche tra i primi in quelle statistiche avanzate che vogliono misurare più da vicino l’effetto di un giocatore sulla partita.
Perché quindi Jokic potrebbe non vincere l’MVP? Banalmente, perché ha già vinto gli ultimi due e dargliene un terzo potrebbe suonare ripetitivo, sempre nell’ottica dell’impatto che la NBA cerca di avere sul suo pubblico, con l’obiettivo di aumentare sempre di più il proprio bacino di tifosi, fedeli o occasionali.