Jayson Tatum non ha giocato in ben due delle sei partite disputate da Team USA alle Olimpiadi, compresa la semifinale contro la Serbia.
È invece uscito dalla panchina nel primo quarto della finale, poi vinta contro la Francia, e ha segnato 2 punti e raccolto 3 rimbalzi.
Coach Steve Kerr ha ripetuto più volte che non far giocare Tatum è una scelta presa non basandosi sulle prestazioni, ma su ciò che serviva per vincere le partite da giocare. Kerr ha infatti schierato principalmente una formazione più ampia. Inoltre, ha spesso messo la responsabilità delle partite sulle spalle di giocatori esperti come LeBron James e Kevin Durant.
Tatum ha riconosciuto che, in quanto tre volte membro del quintetto All-NBA e fresco campione, era un argomento ricorrente sui social o nelle conversazioni di chi lo conosce.
“Molte persone mi hanno scritto, dicendomi che questa cosa doveva darmi la forza per andare avanti e non buttarmi giù. E questo lo apprezzo molto. Ci sono molte persone che si preoccupano per me” ha detto. “Però penso che sono comunque un essere umano. Ho sacrificato tanto e dato ancora di più a questo gioco. Quindi è dura stare a guardare, seduto in panchina. Ma, come ho già detto, è una cosa che mi porterò nel cuore e imparerò molto da questa esperienza. È impegnativo e umiliante allo stesso tempo”.
Insomma, Tatum ha capito la scelta di coach Kerr, anche se non sembra. Ha capito e anzi, ha addirittura dichiarato che il suo ruolo “limitato” a Parigi 2024 non influenzerà la sua decisione e che forse giocherà per la Nazionale anche in futuro.
“Ho vissuto un’esperienza personale difficile in campo, ma non ho intenzione di prendere decisioni sulla base di queste emozioni” ha rivelato. “Se mi chiedeste di parlare di Los Angeles 2028, vi direi che è un qualcosa che avrà luogo tra quattro anni, e dovrei prendermi del tempo per pensarci. Quindi, non prenderò alcuna decisione affrettata o basata sull’esperienza di quest’anno, oltre a come mi ha fatto sentire a livello individuale”.
Tatum ha poi sottolineato, anche più volte, di essere entusiasta di aver vinto la sua seconda medaglia d’oro olimpica, e di non voler sminuire il successo della squadra tramite la sua situazione.