Home NBA, National Basketball AssociationNBA TeamsBrooklyn Nets I Brooklyn Nets hanno sospeso Kyrie Irving. Di nuovo

I Brooklyn Nets hanno sospeso Kyrie Irving. Di nuovo

di Michele Gibin
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Per la seconda volta in poco più di un anno, i Brooklyn Nets hanno sospeso Kyrie Irving per ragioni disciplinari.

Irving è stato infatti sospeso senza stipendio per almeno 5 partite, per non essersi scusato pubblicamente nonostante le tante occasioni concesse” per il suo post promozionale a un libro e annesso docufilm che propugna idee antisemite, tesi pseudo-storiche e teorie del complotto.

Episodio che risale ormai a una settimana fa, Irving in diverse occasioni davanti ai cronisti non aveva mai offerto le sue scuse alla comunità ebraica, ai Nets e all’opinione pubblica per la sua poca sensibilità e si era trincerato dietro al diritto di opinione e “di postare ciò che volesse”, negando addirittura di aver fatto promozione al libro, pur aveno postato sui suoi seguitissimi canali social un link diretto d’acquisto su Amazon.

Ancora nella giornata di giovedì, nonostante il richiamo ufficiale del commissioner NBA Adam Silver che si era detto “deluso” dalla condotta di Irving, il giocatore ha mancato di scusarsi e di denunciare senza se e senza ma i contenuti smaccatamente antisemiti del libro e film, che aveva aiutato a diffondere nel post, rimosso dopo 3 giorni martedì scorso.

Le mancate scuse di ieri sono state l’ultima goccia per i Brooklyn Nets, che in serata italiana hanno diffuso un comunicato: “Siamo profondamente delusi dal fatto che, nonostante le ripetute occasioni, Kyrie Irving si sia rifiutato di assicurare inequivocabilmente di non avere convizioni antisemite, né ha preso atto dei contenuti di incitamento all’odio presenti nel film in questione. Quella di ieri non è stata la sua prima occasione per farlo (…) questa mancanza è assolutamente disturbante e va contro i valori di questa organizzazione, e costituisce una condotta dannosa nei confronti della squadra. Di conseguenza, siamo dell’opinione che Irving sia al momento inadatto a rappresentare i Brooklyn Nets“.

Mossa tardiva ma netta dei Nets, che si sono giustificati spiegando di aver voluto dare a Kyrie Irving diverse occasioni per rettificare e scusarsi e di fatto buttando la palla nel suo campo, ora che la sospensione tanto evocata da media, opinione pubblica e persino tifosi dei Nets, è arrivata.

E tardive le scuse finalmente sentite e complete di Kyrie Irving, che dopo la comunicazione della sospensione ha affidato i suoi pensieri a un post su Instagram: “A tutte le famiglie e comunità ebraiche che si sono sentite ferite dal mio post, mi dispiace per il dolore causato e mi scuso profondamente. All’inizio ho reagito in modo emotivo al fatto di essere stato etichettato come antisemita, invece di concentrarmi sul percorso di guarigione dei miei fratelli e sorelle ebree che si sono sentiti feriti dai contenuti d’odio presenti nel documentario“.

Irving aggiunge di non aver adeguatamente “specificato” nel suo post su quali dei contenuti dell’opera fosse in accordo, e su quali in disaccordo, e “esclude” qualsiasi intenzione di mancare di rispetto “al retaggio culturale ebraico riguardante l’Olocausto“. Kyrie ha messo infine che “alcuni contenuti , frasi e narrativa siano di stampo antisemita” e “falsi e offensivi verso la cultura e la religione ebraica“, prendendosi “la piena responsabilità” delle sue azioni.

Solo nella giornata di mercoledì, i Nets e Irving avevano annunciato una donazione di 1 milione di dollari alla Anti Defamation League e il sostegno a programmi culturali inclusivi. Ma dopo le mancate scuse di Irving di giovedì, la ADL ha comunicato di declinare la donazione del giocatore. “Non possiamo, in tutta coscienza, accettare“, così il presidente dell’associazione, Jonathan Greenblatt “Kyrie ha chiaramente tanto lavoro da fare ancora“.

Nel comunicato, i Brooklyn Nets hanno specificato che la sospensione “durerà finché Kyrie Irving non soddisferà una serie di misure riguardo all’impatto negativo della sua condotta“.

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