Prima della cerimonia di consegna degli anelli di campioni NBA 2022, e della facile vittoria alla opening night contro i Lakers, il CEO e co-proprietario dei Golden State Warriors Joe Lacob ha tratto un bilancio della off-season della squadra, con i rinnovi di contratto di Jordan Poole e Andrew Wiggins, la luxury tax… impegnativa che li attende e il pugno di Draymond Green a Poole, e le conseguenze del gesto, appena due settimane fa.
Nel caso Green-Poole, dopo la diffusione del video “rubato” dalla seduta d’allenamento a porte chiuse, aveva generato discussioni la decisione degli Warriors di non sospendere il giocatore, che come i politici di casa nostra pizzicati in qualche malefatta, si era “autosospeso” per qualche giorno e si era allontanato dalla squadra, per sbollire e far sbollire anche il povero Poole.
La squadra ha accettato le scuse pubbliche di Draymond Green, Golden State è ripartita con una vittoria già brillante contro una versione insufficiente dei Los Angeles Lakers. “Vi dirò la verità, è stato un episodio preoccupante“, ha detto Lacob a NBC Sports Bay Area “Una cosa che nessuno vorrebbe vedere accadere da nessuna parte, in nessun luogo di lavoro. E io so che anche Draymond lo sa, si è scusato con tutti, con il team, con me. Il suo è stato un errore ma si è guadagnato negli anni tanta credibilità“.
Perché allora gli Warriors non hanno sospeso Draymond Green? “Perché, e sarò, onesto, si è guadagnato il diritto a non essere sospeso. E’ stato multato con la sanzione massima prevista in questi casi e si è allontanato dal gruppo per qualche giorno, e ha ancora del lavoro da fare per farsi perdonare, noi abbiamo preso tutto sul serio. Ma noi crediamo in lui e nella nostra cultura, qui“.
Una cultura talmente ferrea, e che ha portato così tanti risultati, che con l’obiettivo di ricucire almeno pubblicamente la situazione ha imposto con una sorta di soft power anche dichiarazioni distensive, seppur di facciata, da parte di Jordan Poole, ricompensato nel frattempo con la tanto desiderata e ricca rookie scale extension.
Sforzo riparatore che ha compreso anche Andrew Wiggins, giocatore fondamentale per Golden State e che ha bisogno di sentire attorno a lui la giusta fiducia per rendere al meglio. Il doppio rinnovo Poole-Wiggins farà schizzare la luxury tax dal 2023-24 fino a 480-500 milioni di dollari, un record assoluto per la NBA.
“Per avere buone cose occorre pagare“, ancora Joe Lacob “Ho sempre pensato, in qualsiasi business, che per fare soldi occorre spendere soldi, investire. E avere tanti grandi giocatori come noi, costa tanti soldi. Ma della nostra struttura salariale ci occuperemo al momento opportuno (…) in fondo, Green è sotto contratto per altri due anni, Klay Thompson lo stesso e non c’è bisogno di rinegoziare i contratti con ancora due anni davanti. Dalla prossima estate ce ne occuperemo“.