Il calcolo “alto rischio alto guadagno” con cui le squadre scelgono al draft in lottery dei giocatori spesso dal potenziale tanto grande quanto inesplorato, è la ragione per cui un giocatore di soli 23 anni e già in grado di segnare 37 punti in una partita NBA scende fino alla chiamata numero 17.
E’ ciò che è successo a Dalton Knecht, rookie dei Los Angeles Lakers e che coach JJ Redick, il quale vede nel prodotto di Tennessee un suo erede tecnico naturale NBA, ha impiegato sole 4 partite a lanciare in quintetto base, al posto di D’Angelo Russell. Redick vuole fare dell’ex Tennessee Volunteers una sua creazione e non è difficile leggere nella scelta del coach la volontà di dare a Dalton ciò che JJ, nei suoi primissimi anni nella lega seppur con un passato da star a Duke, non ha avuto: lo spazio per avere impatto da subito.
In poche partite NBA, Knecht sta viaggiando a più di 11 punti di media con il 46% al tiro da tre punti, giocando da guardia tiratrice accanto a LeBron James e Austin Reaves quali trattatori principali del pallone. Che Dalton potesse essere un cosiddetto “furto del draft” lo si era anticipato praticamente un minuto dopo la chiamata dei Lakers, Knecht si è visto sfilare davanti al Barclays Center di Brooklyn il 26 giugno scorso, prodotti non finiti come Alex Sarr, finito suo malgrado agli Washington Wizards, l’ex Team Ignite Ron Holland, andato ai Detroit Pistons, Rob Dillingham, Cody Williams, l’altro ex g-leaguer Matas Buzelis e un altro ex Duke come Jared McCain che sta stupendo ai Philadelphia 76ers.
Dalton Knecht è sceso così in basso anche in un draft considerato modesto come quello 2024, anche per un altro dato: si tratta di un Senior, di un giocatore si è fatto 4 anni di college e per di più partendo dal basso. Il suo primo anno NCAA, Knecht lo ha giocato in un Junior College, a Northeastern Junior College in Colorado. Uscito da Prairie View High School, Knecht ha raccontato nel marzo scorso di non aver ricevuto nessuna offerta da un college di Division I: “Ero alto ancora solo un metro e novanta e pesavo 77 chili, stavo ancora crescendo“. Knecht sarebbe rimasto per due anni a Northeastern mettendo cifre importanti, che gli avrebbero dato la possibilità di giocare nella NCAA che conta, dalla stagione 2021-22.
Sempre senza lasciare il suo stato natale, Dalton Knecht avrebbe giocato per due anni a Northern Colorado esplodendo nella seconda stagione. Nel 2022-23 Knecht ha viaggiato a 20.2 punti di media con 7.2 rimbalzi e il 38% al tiro da tre punti, ed è stato nominato alla fine dell’anno nel secondo quintetto ideale della Big Sky Conference. Una grande annata che è servita da trampolino per il suo anno da senior.
Knecht ha approfittato per il 2023-24 del suo anno extra di eleggibilità NCAA, come tutti i giocatori di college che avevano perso una stagione a causa della pandemia e dello stop ai campionati collegiali. “Non avevo idea di quante università mi avrebbero cercato. Mi sono iscritto al transfer portal e dopo appena un’ora avevo 500 chiamate e 1000 messaggi“. La scelta sarebbe caduta su Tennessee: “L’ho scelta perché volevo giocare nella NBA e lì avrei avuto davanti il percorso migliore per arrivarci, giocando inoltre per un allenatore da hall of fame“, ovvero coach Rick Barnes.
A Tennessee, Knecht ha vissuto una stagione di grandissimo successo. Giocatore della settimana d’apertura NCAA nella SEC Conference, e poi una seconda volta a gennaio, Dalton ha condotto i Volunteers al torneo NCAA con un record di 27 vittorie e 9 sconfitte. Knecht è stato nominato Newcomer of the Year nella SEC segnando anche 40 punti in una partita contro Kentucky, e All-American. Al torneo NCAA, Tenneesse ha eliminato Saint Peter’s al primo turno, e da testa di serie numero 2 del midwest regional del tabellone, ha battuto Texas e Creighton, per poi fermarsi contro la Purdue di Zach Edey, che avrebbe poi perso in finale contro UConn. Nella sfida delle Elite Eight, Knecht ha segnato 37 punti in un confronto epico contro Edey, autore di 40 punti con 16 rimbalzi.
In tutti i mock draft NBA per il 2024, Knecht era pronosticato come una probabile scelta di lottery, persino tra le prime 10 in un draft che vedeva schierati, per così dire, due senior quotati come Dalton Knecht e Zach Edey oltre a Trista Da Silva, Terrence Shannon Jr e Tyler Kolek. E soprattutto in draft senza un padrone, quel giocatore palesemente superiore agli altri.
Le ragioni per cui Knecht è scivolato fino alla chiamata numero 17 le abbiamo recitate prima. Le buone ragioni per cui anche una squadra di lottery, che avrebbe bisogno di buoni giocatori che l’aiutino a vincere le partite di basket, dovrebbe tornare a puntare su giocatori fatti e finiti e pronti subito, Dalton Knecht le sta dimostrato partita dopo partita. Anche al “piano di sopra”.