Home NBA, National Basketball AssociationNBA News Phoenix Suns al via con l’ombra del caso Sarver: “Shock, ma siamo professionisti”

Phoenix Suns al via con l’ombra del caso Sarver: “Shock, ma siamo professionisti”

di Michele Gibin
phoenix suns

Umore basso al media day della stagione 2022-23 dei Phoenix Suns, all’indomani della sospensione del proprietario Robert Sarver e della sua decisione di mettere in vendita la squadra, e le Mercury della WNBA, rilevate nel 2004.

Il raduno di quella che roster alla mano resta una contender per il titolo NBA 2023, è quasi del tutto incentrato sulle possibili conseguenze sulla squadra dell’esito – grave – delle indagini a carico di Sarver e sulle ombre che queste hanno gettato sull’organizzazione, oltre che sull’incertezza inevitabile per i prossimi mesi.

Il primo giorno di stagione dei Suns aveva inoltre già avuto un assaggio, con la notizia che il veterano Jae Crowder non si sarebbe presentato in polemica con la squadra, che non ha finora soddisfatto le sue richieste di trade.

Con delle premesse del genere, facile immaginare come l’entusiasmo non possa essere al massimo, neppure con la presentazione contestuale delle nuove maglie Statement Edition per il 2022-23, indossate per l’occasione.

Coach Monty Williams e il general manager James Jones hanno parlato di “shock” e “incredulità” nell’apprendere pochi giorni fa dell’esito e del contenuto delle indagini svolte dalla NBA su Robert Sarver. “Non vorresti mai che cose del genere succedano, che possa diventare un problema. Né tantomeno le puoi vedere arrivare, e allora si pensa a che tipo di impatto queste possano avere“.

Chris Paul, che già all’indomani della notifica della sospensione per un anno da ogni attività legata a Phoenix Suns, Mercury, NBA e WNBA per Sarver aveva preso posizione contro la mano giudicata troppo morbida della lega, ha commentato: “Leggere di tutte quelle cose è stato duro, per me come per tutti. E ancora più duro pensare alle persone che hanno dovuto sopportare tutto questo sul posto di lavoro“. Per Devin Booker, co-star di Paul e All-NBA, il Sarver descritto nel rapporto della NBA “Non è il Robert Sarver che ho conosciuto io, non è l’uomo che mi ha accolto qui a Phoenix a braccia aperte. Con questo non intendo essere insensibile nei confronti delle persone coinvolte. Capisco la posizione di ognuno, e so che le esperienze per ognuno sono sempre diverse“.

Coach Williams ha speso parole importanti sulla parte del report NBA che accusava e pertanto sanzionava Sarver, tra le altre motivazioni, di aver usato “in almeno cinque occasioni diverse” la parola “negro”. Cosa che in una lega composta per oltre l’80% da giocatori neri non può lasciare indifferenti, se a pronunciarla con “disinvoltura” e fuori contesto è il proprietario della squadra, e uomo bianco di mezza età. “E’ una parola che non mi è mai piaciuta. Soprattutto da quando da ragazzino ho imparato che cosa significa, ho imparato quanto denigratoria possa essere per tutti, non solo per i neri. Quando ho letto il report sono rimasto disgustato, soprattutto al pensiero che sia stata usata e ripetuta così tante volte. E’ una cosa che urta“.

James Jones dal canto suo si augura che la questione Sarver non possa diventare fonte di distrazione per i Suns. “Fa parte della vita, noi non dobbiamo dimenticare che siamo qui per giocare a basket. La nostra società oggi ha tanti problemi e le persone vivono situazioni spesso ben più stressanti di queste ogni giorno (…) a noi concentrarci solo sul gioco. Siamo professionisti ben pagati, anche per saper navigare questo tipo di acque e rendere comunque ad alto livello. E non ho dubbi sul fatto che ci riusciremo“.

I comportamenti descritti nel report? Inaccettabili in qualunque situazione. E noi dovremo darci uno standard più alto se vogliamo proteggere e tutelare chi non lo può fare da solo“, ancora Jone che poi ha applaudito ai progressi fatti dal front office della squadra negli ultimi mesi, sul piano di trasparenza e inclusività.

You may also like

Lascia un commento