Home NBA, National Basketball AssociationNBA News Dame Time, l’incredibile statistica di Damian Lillard nei finali di partita

Dame Time, l’incredibile statistica di Damian Lillard nei finali di partita

di Gabriele Melina
Damian Lillard

Quando si pensa ad un giocatore capace di porre il punto esclamativo sulla partita, capace di ribaltare un punteggio nei momenti conclusivi e concedere ai suoi la vittoria, uno dei primi nomi che viene in mente, se non addirittura il primo, è quello di Damian Lillard. La superstar dei Portland Trail Blazers è l’autore di alcuni dei momenti e dei canestri più iconici dello scorso decennio, ed il suo resoconto stagionale fino ad oggi non è di certo da meno.

29.2 punti di media, 4.3 rimbalzi e 7.3 assist, il 44.7% dal campo ed il 38.2% dalla lunga distanza, queste le cifre del 5 volte All-Star. Lillard è inoltre uno di quei giocatori capaci di elevare il proprio livello di gioco quasi a richiesta, in base alle necessità della squadra ed al momento della gara in cui ci si trova, e l’incontro di questa notte contro gli Oklahoma City Thunder è esattamente l’emblema di tale predisposizione.

Con poco più di cinque minuti al termine, Damian Lillard è 1 su 9 da tre punti, e sono evidenti le difficoltà incontrate dal giocatore fino a quel punto nel far canestro dalla lunga distanza. I Thunder, in rimonta da un deficit di meno venti punti, riescono a salire in vantaggio di una singola lunghezza. Il possesso successivo spetta quindi ai Blazers, che affidano la palla nelle mani del loro punto di riferimento: la point-guard cinque volte all-NBA nota che a difenderlo è ora Al Horford, chiaramente meno agile e più lento. Lillard cerca quindi di cogliere il suo uomo alla sprovvista e fa’ partire il tiro, il quale però scheggia a mala pena il ferro e va ben lontano dal bersaglio desiderato.

E’ forse il momento di maggiore difficoltà per Portland, ma è anche l’occasione di dare vita a quell’impeto cestistico, che col passare del tempo, si è sempre più perfezionato ed ha assunto l’appellativo di “Dame Time“.

Damian Lillard si accende nel finale di gara e sigilla il match contro i Thunder

Luguentz Dort è in marcatura su Damian Lillard, per i Thunder un accoppiamento del genere è tutto sommato favorevole, viste le capacità difensive dell’ala. La point-guard dei Blazers finta il tiro, Dort cade sul tranello, e Lillard lascia partire il pallone: è il suo secondo canestro dalla lunga distanza di tutta la partita. Il possesso successivo, il trentenne forza un cambio difensivo che porta in sua marcatura il giovane Isaiah Roby, Lillard fa’ partire il tiro prima ancora che il difensore riesca a reagire: è il secondo canestro consecutivo da tre.

Un paio di azioni di seguito, il prodotto di Weber State ha ancora una volta la palla nelle sue mani: Dort lo segue su ogni minimo suo movimento, ma Lillard effettua un cambio di direzione dietro la schiena: l’arco di parabola che disegna la traiettoria del tiro è più alto del solito, ma il tiro trova comunque il fondo della retina. 3 su 3 da tre per Damian Lillard nel momento decisivo.

Passano ancora un paio di possessi, Lillard si appresta a porre un sigillo definitivo sulla gara: è la tripla che allontana definitivamente i Thunder, e chiude il match sul 115 a 104. 4 su 4 da tre nel finale di partita. Lillard chiude con 31 punti, 10 assist e 7 rimbalzi. Diversi i commenti e le considerazioni nate a seguito dei recenti avvenimenti, giunti da parte del mondo dei media e dal resto della formazione dei Blazers.

Non ho mai visto un qualcosa del genere. Ho giocato al fianco di grandi giocatori, ma non ho mai visto un qualcuno come lui“, ha riportato il lungo Enes Kanter. Lillard porta con sé un dato particolarmente interessante che riguarda la stagione 2020/21: nei 53 minuti definiti “decisivi” giocati fino ad oggi, la point-guard dei Blazers viaggia ad un 21 su 34 dal campo. Nello stesso frangente temporale, Portland ne ha vinte 11 su un totale di 14 partite disputate.

La capacità di elevare il proprio gioco in tal modo cela un segreto, una tecnica nascosta? Damian Lillard ha riferito che il processo messo in atto avviene solo a livello mentale. Quel che più lo aiuta a sbloccarsi è l’attenzione e la paura che i difensori nutrono nei suoi confronti, anche quando, come nella gara contro i Thunder, la sua percentuale al tiro non è poi così elevata.

“E’ tutto interno a me stesso. Semplicemente richiedi al tuo corpo ed alla tua mente un qualcosa di più. Non è un qualcosa che arriva dallo staff allenatori, dall’incoraggiamento dei miei compagni. Ripeto a me stesso che ho bisogno di trovare una via per uscirne, che questa è l’occasione in cui i più forti si fanno notare“.

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