Home NBA, National Basketball AssociationLeBron James Bronny James avverte: “Giocare con mio papà non è prioritario”

Bronny James avverte: “Giocare con mio papà non è prioritario”

di Mattia Picchialepri

Quando sei il figlio di LeBron James, si sa, la pressione mediatica deve essere asfisiante. Lo sa bene Bronny James, figlio primogenito del giocatore dei Lakers, che, dopo un draft combine molto positivo, ha rilasciato alcune dichiarazioni sul suo possibile futuro nella NBA. La guardia ex USC ha ribadito che il suo obiettivo non è giocare con il padre, bensì semplicemente quello di arrivare nella lega.

Prima ci arrivo, poi ci penso: le parole di Bronny James

La coppia padre-figlio in una squadra sarebbe motivo di orgoglio per la NBA, soprattutto se è la famiglia James: Bronny, però, placa i rumors sulla possibilità di giocare con il padre. “Sarei felice di arrivare semplicemente nella lega, piuttosto che pensare a giocare con mio padre. Non è nei miei pensieri, sto solo cercando di impegnarmi e vedere dove mi porta”. LeBron James, a 39 anni, desidera giocare con suo figlio prima di ritirarsi, ma di recente ha detto di non averci pensato molto.

Durante la sua stagione da matricola alla USC, Bronny James ha evitato interviste su suggerimento dei suoi consiglieri, ma martedì ha parlato dei suoi obiettivi futuri, cercando di distinguersi da suo padre e evitando di paragonare il suo gioco a Jrue Holiday, Derrick White e Davion Mitchell, come era stato fatto in precedenza dagli addetti ai lavori. “Bronny è un soprannome che ho fin da piccolo. Tutti però cercano di collegarmi alla grandezza che ha raggiunto mio padre. Non ho ancora fatto nulla, per quello deve esserci una divisione tra Bronny James e LeBron James, non voglio essere riconosciuto solo come ‘il figlio di LeBron'”.

Martedì, James ha segnato 4 punti con 4 rimbalzi in 19 minuti durante uno scrimmage con altri potenziali giocatori del draft, non riuscendo a mantenere lo slancio della sua forte prestazione iniziale al draft combine, che includeva 19 tiri da 3 su 25 e un salto verticale di 40 pollici. Durante la sessione mediatica di martedì, James ha ripetutamente espresso gratitudine per essere in campo, ricordando che dopo la sua diagnosi non era sicuro se avrebbe giocato di nuovo. “È stato un momento difficile, ma tutto il lavoro che ho fatto mi ha trasformato in una persona che difficilmente si arrende. Sono tornato dove voglio essere”.

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