Home NBA, National Basketball AssociationNBA TeamsBoston Celtics NBA, torna Smart e in gara 2 è dominio Celtics: “Chi diceva che non ero una point guard?”

NBA, torna Smart e in gara 2 è dominio Celtics: “Chi diceva che non ero una point guard?”

di Michele Gibin
celtics heat

Come contro Milwaukee, in gara 2 torna Marcus Smart e i Boston Celtics restituiscono ai Miami Heat il cazzotto preso in gara 1, e alla FTX Arena di Miami dominano contro degli Heat irriconoscibili, i peggiori mai visti in questi playoffs.

127-102 il risultato finale di gara 2, con Boston che deve rinunciare a Derrick White che in queste ore sta diventando papà per la prima volta, ma che ritrova Al Horford e soprattutto il vero motore della squadra, il difensore dell’anno 2022 e ormai point guard primaria della squadra.

I Celtics impiegano appena 6 minuti per calibrare la mira al tiro da tre punti, e dopo il vantaggio iniziale di 18-8 Miami piazzano un parziale di 30-6 tra primo e secondo quarto che indirizza subito gara 2. Jaylen Brown, Payton Pritchard, Jayson Tatum e Grant Williams si accendono, coach Udoka decide di sfruttare il momento positivo e rinuncia presto a giocare con il doppio lungo (Robert Williams III il sacrificato su Horford) e il campo per Boston si allarga.

Alla fine di gara 2 saranno ben 20 le triple segnate, su 40 tentativi. 50% secco, con Marcus Smart da 5 su 12 per 24 punti con 9 rimbalzi e 12 assist in 40 minuti, il tutto giocando su un piede destro non al meglio, un infortunio eredità della serie precedente contro i Bucks. Miami dal canto suo incassa il primo colpo della serie e non reagisce, nessuno si fa avanti per supportare lo sforzo di un Jimmy Butler da 29 punti e i padroni di casa scivolano sul -25 all’intervallo (70-45).

Gara 2 termina lì, nel quarto periodo c’è spazio persino per le terze linee e la serie è ora pronta a volare a Boston per gara 3 e gara 4, sull’1-1.

 
 
 
 
 
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Jayson Tatum chiude con 27 punti e 4 su 6 al tiro da tre, Jaylen Brown ne aggiunge 24 con 4 triple, e in 32 minuti dalla panchina Grant Williams segna 19 punti con 5 su 7 dal campo. In 23 minuti, un Payton Pritchard che occupa lo spazio di White nelle rotazioni, segna 10 punti con un imponente +39 di plus\minus.

Celtics Heat gara 2, Udoka: “Con quintetto piccolo siamo squadra diversa”

Ci hanno dato un pugno in faccia subito e noi non abbiamo saputo rispondere” così Bam Adebayo commenta la gara 2 di Miami. Jimmy Butler, dominatore di gara 1, è ancora più duro: “Ci volevano umiliare, hanno finito per farlo, è stato imbarazzante. Ma faremo meglio“.

Con questi quintetti piccoli abbiamo il campo largo in attacco” spiega Ime Udoka “Possiamo attaccare i mismatch che vogliamo creare e allontanare Adebayo e PJ Tucker dal canestro. Con Robert Williams in campo è una cosa diversa, lui sa fare bene tante cose ma ovviamente non può spaziare il campo allo stesso modo (rispetto a Grant Williams, ndr). Contro Milwaukee ha funzionato, contro Brooklyn idem e con Al (Horford, ndr) e Grant (Williams, ndr) in campo creiamo tanto spazio e tanti buoni tiri da tre punti, e spazio per attaccare il canestro“.

Al suo rientro, Marcus Smart si è dovuto assumere la responsabilità di guidare l’attacco e di marcare Jimmy Butler. E ha eseguito su entrambi i lati del campo senza problemi: “Io sono sempre stato una point guard, qui mi hanno scelto per quello e ora ho la mia occasione. Ora tutti si stanno rendendo conto, qui e altrove, che posso giocare in questo ruolo. Butler? Lui è un guerriero, conosce il gioco e le sue qualità. Contro un avversario intelligente come lui è sempre difficile. Il mio compito era di rendergli la vita complicata in campo. Oggi si trattava solo di giocare con più grinta rispetto a gara 1, essere i più tosti in campo, con meno palle perse e affidandosi alla nostra difesa“.

Jimmy Butler ha segnato 29 punti con 11 su 18 al tiro, ma soli 3 assist, Miami ha chiuso con 10 su 34 al tiro da tre. In 33 minuti e nonostante i 14 punti finali, Tyler Herro è stato per lo più impalpabile con un -33 di plus\minus finale, e per 14 minuti si è rivisto nelle rotazioni anche Duncan Robinson, finito in fondo alla panchina di Erik Spoelstra in questi playoffs.

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