A 1:26 dal termine della partita tra i suoi Phoenix Suns e i New York Knicks, Chris Paul decide di prendere il comando delle operazioni.
Sul 111-107 Suns, Paul si isola contro Reggie Bullock e segna in fadeaway dalla media distanza il canestro del +6 Phoenix. Poi dopo la replica di Julius Randle da tre punti, sempre Chris Paul forza il cambio difensivo contro lo stesso Randle e lo attacca in palleggio. La star dei Knicks difende bene e CP3 lascia andare all’altezza della lunetta un tiro difficile in allontanamento, una parabola altissima che trova solo la retina.
Ormai Paul è in trance agonistica e sull’ultimo possesso Suns, a 15 secondi dal termine, elude il raddoppio di Bullock e Nerlens Noel e da 8 metri segna il tiro da tre punti della staffa, per il 118-110 Suns che è anche il risultato finale.
Una sequenza che racconta tutto di quello che l’arrivo di Chris Paul ha significato per Phoenix, oggi incredibilmente a una sola partita di distanza dagli Utah Jazz e dal miglior record NBA. Devin Booker è stato si il miglior realizzatore (33 punti) ma il palcoscenico del Madison Square Garden è stato tutto per Paul: “E non c’è posto migliore per giocare che qui, l’energia si sente, prima della partita parlavamo con i ragazzi più giovani in squadra come non fosse una partita normale“.
Per Booker, Chris Paul “è come un’assicurazione, lo hanno marcato bene per tutte quelle azioni e non ci hanno potuto fare nulla lo stesso. Lui è Chris Paul e bisogna solo levarsi il cappello. La partita? La volevamo, sapevamo della loro serie di vittorie e sapevamo sarebbe stata una lotta“.
E così è stato, con i Knicks reduci da 9 vittorie di fila e con un ottimo Derrick Rose da 22 punti. I Suns hanno rimontato uno svantaggio di 15 lunghezze e riscattato il KO di Brooklyn di domenica, e ora i Jazz sono davvero alla portata.
