Home NBA, National Basketball AssociationNBA TeamsBoston Celtics L’attrice Nia Long, compagna di Udoka, chiede “privacy” dopo la sospensione del coach

L’attrice Nia Long, compagna di Udoka, chiede “privacy” dopo la sospensione del coach

di Michele Gibin
nia long udoka

Nia Long, attrice e compagna dell’allenatore dei Boston Celtics Ime Udoka, ha rilasciato nella giornata di venerdì un comunicato dopo la notizia della sospensione del coach per un anno, per condotte in violazione delle regole interne alla squadra conseguenza di una relazione definita “impropria” con una donna membro dello staff.

Nia Long e Udoka sono fidanzati dal 2010 e assieme hanno un figlio, Kez Sunday, nato nel 2011. Dopo la notizia della sospensione del compagno, e della natura del provvedimento, l’attrice ha diffuso un breve comunicato: “Tutto il grandissimo affetto, e l’amore e supporto che sia io sia la mia famiglia abbiamo ricevuto in queste ore così difficili ha significato tantissimo per me. chiedo che la mia privacy venga rispettata mentre cerco di realizzare la catena degli eventi. Io sono una madre e mi dedicherò ai miei figli ora, prima di tutto“.

Long è nota per i suoi ruoli in film come Boyz ‘n the hood, Love Jones e Soul Food, e per aver interpretato dal 1991 al 1995 Beullah “Lisa” Wilkes in Will il principe di Bel Air con Will Smith. Ha ricevuto diversi riconoscimenti in carriera e recitato in serie TV celebri come NCIS Los Angeles, House of lies e Empire.

Ime Udoka era arrivato da head coach a Boston nel 2021, raggiungendo già al suo primo anno le NBA Finals perse poi per 4-2 contro i Golden State Warriors. Il presidente dei Celtics Brad Stevens e il proprietario Wyc Grousbeck hanno spiegato in una conferenza stampa le ragioni della sospensione del coach e rimandato “a un secondo momento” la decisione su un eventuale esonero. La panchina è stata affidata ad interim all’assistant coach Joe Mazzulla.

Tra le accuse emerse dai media nei giorni scorsi verso Udoka, alcuni commenti “non graditi” verso una non meglio precisata dipendente dei Boston Celtics, che avrebbero fatto scattare un’indagine interna, confermata da Grousbeck, a luglio e che ha portato all’emersione di fatti sufficientemente seri da generare la sospensione.

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