Rich Paul interviene in prima persona nella questione Ben Simmons-Philadelphia 76ers, ovviamente in favore del suo assistito, e accusa la squadra di non tenere in dovuto conto la salute e il benessere mentale del giocatore, col solo scopo di fare pressioni – anche economiche – per rimetterlo in campo il prima possibile.
Da qualche giorno i Sixers hanno ripreso a multare Simmons per le partite saltate, il giocatore nella valutazione della squadra non si è dimostrato abbastanza “cooperativo” e non ha accettato il supporto psicologico messo a disposizione, preferendo lavorare con un professionista della NBPA, il sindacato dei giocatori.
Simmons non si ritiene ancora in grado di giocare, da un punto di vista mentale, e secondo Rich Paul l’atteggiamento dei 76ers non farà altro che “esacerbare” uno stato d’animo già delicato. “Sono certo che tutto ciò che è successo, le multe, la pubblicità negativa, i diti puntati… hanno solo aggravato la situazione con Ben. O lo volete aiutare davvero, oppure state solo mentendo, quale delle due è la verità?” si chiede Paul su The Athletic.
I 76ers hanno giocato e perso per 115-109 contro i Toronto Raptors giovedì notte, e Ben Simmons risultava come “convocato” per la partita. Un modo, secondo Rich Paul, per giustificare le trattenute di stipendio che la squadra ha ripreso ad applicare.
“Dovremmo aiutare Ben e curare la sua salute mentale, e non mettere i soldi davanti a tutto“, così Rich Paul “Come suo agente, comprendo gli obblighi contrattuali del mio cliente, ma se qualcuno ammette un problema, non si può più fare finta di nulla. Qui non si parla più neppure di trade, si tratta di trovare il modo di rimettere Ben Simmons nella situazione di tornare a giocare anche dal punto di vista mentale (…) io lo voglio rivedere in campo, sia con una divisa dei 76ers o con un’altra maglia, vogliamo cooperare e rimetterlo in campo“.
Rich Paul: “Ben Simmons va aiutato, non multato”
Secondo Shams Charania di The Athletic, i Philadelphia 76ers hanno “apprezzato” le parole di Rich Paul e la sua apertura, e hanno negato che i provvedimenti pecuniari siano stati presi per mettere pressione al giocatore. I Sixers si aspettano però che Simmons, in assenza di una giustificazione medico-sanitaria contraria, possa al più presto tornare a disposizione.
“Ora come ora, Ben Simmons non è in condizioni di giocare, punto” ancora Paul “Come può un dottore che lo ha visto una sola volta dire, ok è a posto? Lo stiamo aiutando o lo stiamo forzando? Se Ben ha detto che non è pronto mentalmente per giocare, allora va aiutato, supportato, dobbiamo tutti rinunciare al nostro ego qui. Abbiamo tutti delle responsabilità. E io ho un grande rispetto per la città di Philadelphia e per i 76ers, per Daryl Morey… Josh harris e David Blitzer sono ottimi dirigenti. Ben oggi ha un problema psicologico, aiutiamolo. E sono felice che abbia capito di aver bisogno di una mano, solo lui potrà dirci quando si sentirà meglio e in grado di giocare“.
Charania riporta che Ben Simmons ha iniziato a lavorare con uno specialista messo a disposizione dai 76ers.
Rich Paul si chiede poi perché i Sixers non abbiano optato per una soluzione simile a quella degli Houston Rockets con John Wall. Wall, 31 anni, non rientra nei piani dei Rockets in rifondazione e la squadra ha deciso di non schierarlo in partita, di comune accordo col giocatore, che nel frattempo si allena con i compagni e viene naturalmente pagato regolarmente.
“John Wall potrebbe giocare, i Rockets hanno deciso così ma lo pagano, e possono farlo perché lo dice il contratto collettivo NBA. Si tratta di una scelta tra professionisti, tra John e i Rockets, allora perché quello di Simmons dev’essere un caso diverso? Ci aspetteremmo lo stesso comportamento da parte dei Sixers“.