Home NBA, National Basketball AssociationNBA TeamsGolden State Warriors Warriors, Steve Kerr definisce “pazzesco” l’impatto di Chris Paul

Warriors, Steve Kerr definisce “pazzesco” l’impatto di Chris Paul

di Michele Gibin
chris paul

Cosa ti porta dall’ultimo all’undicesimo posto per palle perse di media a partita in un anno di distanza? Semplice, Chris Paul.

CP3 non ci ha messo molto a avere un impatto positivo, e atteso, sull’attacco e sulle rotazioni dei Golden State Warriors che dopo 8 partite di stagione regolare hanno un record di 6-2 e hanno già vinto 5 partite in trasferta. Là dove un anno fa non c’era verso di vincere.

In 8 partite giocate, Chris Paul sta viaggiando a 8.8 punti di media con 7.8 assist e 0.8 palle perse a gara. In totale, il computo dice 62 assist e appena 6 palle perse, statistica che coach Steve Kerr ha definito “pazzesca”.

Chris ha avuto un impatto così forte, anche senza fare troppo canestro“, ha detto Kerr dopo la vittoria per 120-109 contro i Detroit Pistons di lunedì notte alla Little Caesars Arena “Anche oggi 6 assist e zero palle perse, siamo a 62 assist e 6 palle perse totali, pazzesco. Sta facendo tutto quello che ci si chiedeva, guida la second unit, cerca di entrare nel ritmo della partita e di trovare il suo posto, gestisce i possessi. Oggi sole 11 palle perse di squadra. Chris è davvero fantastico per noi“.

Dopo 8 partite gli Warriors sono undicesimi per palle perse di media, 14.5 a gara. Un anno fa terminarono ultimi, 30 su 30, con 16.3 palle perse a partita. Chris Paul sta tirando malissimo dal campo, col 36% al tiro e appena il 13.8% da tre, ma gioca in una squadra con Steph Curry e Klay Thompson e in cui non gli si chiede di portare punti di prima mano.

A beneficiare dell’arrivo di Chris Paul è stato soprattutto Stephen Curry, che viaggia a 30.9 punti di media e che si può concentrare ancora di più sul finire i possessi e attaccare, Steph ha iniziato la stagione con un irreale 47.5% da tre su 12.4 tentativi a partita. Golden State è già ottava per offensive rating e settima per net rating, grazie a Chris Paul e al suo effetto benefico sull’efficienza di giocatori di complemento come Dario Saric e soprattutto Jonathan Kumimga, che sta emergendo, e di Gary Payton II e Moses Moody che per il momento hanno soppiantato un Andrew Wiggins in difficoltà al tiro, e che raramente è in campo nei quarti periodi.

Draymond Green, alleggerito in parte dalla presenza di Chris Paul di responsabilità di playmaking, ha tagliato il numero di palle perse a propria volta (2.0 contro 2.8) a fronte dello stesso numero di assist di media (6.7 contro 6.8) e in meno minuti di impiego, 26 contro gli oltre 31 dello scorso anno.

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