Il tramonto è calato anzitempo a Salt Lake City, il sipario dei playoffs si è chiuso ancora una volta prematuramente per gli Utah Jazz, eliminati per 4-2 da Dallas.
È tempo dunque di interrogativi, di risposte circa il futuro di una franchigia che rischia seriamente di arenarsi nella categoria dell’eterna incompiuta:bella nella stagione regolare, fioca nella post season.
Per il gm Justin Zanik si aprono allora due strade da percorrere. La prima vede un taglio netto con il passato, e l’avvio di un processo di rebuilding con inevitabile separazione dal duo “storico” Mitchell-Gobert. L’altra opzione sul tavolo è più leggera, ma non avara di rischi: aggiustare il supporting cast e presentarsi ai nastri di partenza nuovamente per tentare l’assalto all’élite della Western Conference.
Intanto oltreoceano, voci di corridoio trapelano importanti novità sul futuro di Rudy Gobert . Secondo Dough Smith del Toronto Stars, i Raptors avrebbero messo gli occhi sul centro francese, individuato dai dirigenti canadesi come il profilo ideale per agguantare il salto di qualità.
La squadra dell’Ontario è reduce da una stagione sopra le aspettative, un gruppo ben oliato composto da alcuni veterani e giovani di belle speranze, tra cui il rookie of the year Scottie Barnes.
Nick Nurse ha dato un gioco solido e organizzato, fondato su l’intercambiabilità e duttilità dei suoi uomini, che hanno però pagato dazio nell’assenza di un vero e proprio lungo, vero punto debole del roster.
Qualora dovesse andare in porto l’operazione, Toronto avrebbe tra le mani una gemma sul fronte difensivo, controbilanciata però da un fase offensiva limitata al gioco in area e inesistente nelle conclusioni da oltre l’arco.
In aggiunta i Raptors dovrebbero mettere sul tavolo una selezione di giocatori e scelte, unite all’ inevitabile appesantimento del cap salariale.
Lo scenario più verosimile vedrebbe il sacrificio di Pascal Siakam, pupillo di Nurse e volto immagine della franchigia, che andrebbe a costituire la base di ripartenza di un nuovo progetto degli Utah Jazz.
A gettare ulteriore acqua sul fuoco , ci sono le recenti dichiarazioni del presidente Masai Ujiri, che insiste sulla necessità di proseguire il processo avviato l’anno passato, puntando a costruire in casa giocatori determinanti, piuttosto che tentare la fortuna in avventati scambi di mercato.
“Il nucleo è il nucleo e, salvo infortuni e altre cose che potrebbero ostacolare il nostro percorso lungo la strada , sentiamo che ci sarà una crescita interna perché Precious Achiuwa non sarà lo stesso giocatore dell’anno scorso, né Chris Boucher, né Malachi Flynn. Penso che giocatori come Dalano Banton, Justin Champagnie, faranno un salto, miglioreranno. Anche a loro deve essere data un’opportunità, perché se chiamiamo il nostro un programma di sviluppo dovremo dare opportunità anche a questi ragazzi”.