La free agency dei Boston Celtics non è stata scoppiettante, ma mirata: son arrivati infatti Tristan Thompson e Jeff Teague. Se l’ex Hawks è una buona point guard di riserva per fare riposare Kemba Walker, Thompson rappresenta il tipo di giocatore che più serviva ai biancoverdi.
Anche alla luce della sconfitta per 4 a 2 in finale di Conference contro i Miami Heat, si è detto ripetutamente che la pedina che mancava alla squadra di coach Brad Stevens era un centro. Ma non un centro passatore come già è Daniel Theis, ma uno che sappia essere un vero rim protector e che faccia sentire seriamente la sua presenza sotto canestro. Erano tanti i nomi, in tal senso, che erano stati accostati a Boston, ed alla fine è arrivato Tristan Thompson.
La via che portava a Serge Ibaka forse era troppo onerosa (anche se alla fine ha firmato per i Los Angeles Clippers alle stesse cifre: biennale da 19 milioni di dollari) e quella per Myles Turner – che doveva prevedere una sign-and-trade con al centro Gordon Hayward – non si è concretizzata. Per cui, il nome più significativo che era rimasto sulla piazza era quello di Double T.
Ieri l’ex lungo dei Cavs ha avuto il primo incontro con i media ed ha fatto capire fin da subito come l’interesse dei Celtics verso di lui sia stato forte. “Ho avuto contatti con tanti giocatori e ho capito che qu ero veramente voluto. Mi hanno fatto capire che potevo diventare un pezzo importante del progetto. Quindi è stata una decisione semplice da prendere”.
Tristan Thompson rivela l’interesse dei Celtics: “Sono stato fortemente voluto. Qui c’è un bel progetto”.
Da quanto si è capito, i tre leader della squadra (Jayson Tatum, Jaylen Brown e Marcus Smart) hanno preferito Thompson a Myles Turner. In primo luogo perché è un giocatore con più esperienza, meno acerbo e già pronto per le grandi sfide. Double T, infatti, è stato uno degli interpreti più importanti dei Cleveland Cavaliers di LeBron James, per cui ha un certo feeling con le apparizioni alle NBA Finals – palcoscenico in cui i Celtics vogliono assolutamente tornare.
“Ho avuto fin da subito un bel rapporto con Jaylen (Brown, ndr): l’ho conosciuto fin dal momento in cui è stato draftato. Ho parlato anche con JT (Jayson Tatum, ndr) e anche lui mi ha voluto a Boston. Ainge mi ha chiamato quando ero disponibile e mi ha detto quanto sarei stato il pezzo giusto da inserire nel progetto che hanno in mente. Ho avuto contatti anche con Kemba: lo conosco fin dai tempi in cui giocavamo insieme all’High School”.
Insomma, sembra proprio che Double T sia stato fortemente voluto dall’ambiente biancoverde. La sua determinazione e la sua ferocia sotto canestro erano probabilmente il tassello che mancava a coach Stevens per disporre di una squadra completa. Poi, un allenatore come Stevens ormai lo conosciamo: non si accontenterà di questo, ma proverà anche ad ampliare il raggio di tiro dell’ex Cavaliers. Potrebbe iniziare a farlo tirare anche dall’arco facendogli fare la stessa evoluzione che aveva messo in atto pure con Aaron Baynes. E lo stesso Thompson sembra pronto a mettersi in gioco.
“Ho tanto su cui migliorare e ho intenzione di continuare qui ai Celtics il mio percorso di crescita. Mi sento veramente bene. Questi mesi lontano dal campo sono stati il mio “giorno della marmotta”: nel frattempo mi sono mantenuto in forma nella mia palestra personale. Penso che posso anche portare un po’ aria fresca visto che questi ragazzi non hanno avuto una off-season”.
Sulla carta, infatti, Tristan Thompson sembra essere proprio il fit giusto per i Boston Celtics che abbiamo visto negli scorsi playoffs. E a saperlo per primi sono stati gli stessi giocatori biancoverdi che infatti lo hanno voluto fortemente. Ora non rimane che aspettare il verdetto del campo e vedere se i Celtics 2020/21 possono veramente ambire al titolo NBA.