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Obst sfida Curry: “Non vincerebbe così facilmente contro di me”

di Carmen Apadula
Scritto da Carmen Apadula

Se mai se ne presentasse l’occasione, Andreas Obst non esiterebbe a mettersi in gioco contro il suo idolo, Stephen Curry.

Obst è decisamente il re di triple dell’EuroLeague, come dimostra ad esempio la sua indimenticabile prestazione ai Mondiali FIBA 2023. In una splendida semifinale contro il Team USA, ha realizzato ben 24 punti.

Più recentemente, ha ricordato al mondo del basket e ai fan della NBA, la sua capacità di brillare anche contro il Team USA, durante una partita pre-olimpica a Londra.

La Germania ha ceduto per poco (88-92), ma le 5 triple e i 17 punti di Obst, hanno tenuto in piedi la partita.


In quell’occasione, nel tunnel della O2 Arena, Obst ha atteso pazientemente il giocatore a cui ha ispirato gran parte del suo gioco. E ovviamente parliamo sempre di Curry. L’incontro, immortalato dall’agente di Obst, Dragan Jankovski, è stato accompagnato da una didascalia che parla di una “gara da 3 punti concordata verbalmente”.

Il tedesco ha infatti condiviso i suoi pensieri riguardo questo intrigante scontro ipotetico, e sul suo potenziale futuro in NBA, nell’ultimo episodio di BasketNews Film Session.

“La maggior parte delle persone direbbe che Steph potrebbe vincere” ha detto Obst, con un sorriso. “Ma forse lo supererei un paio di volte. Se parliamo della linea dei 3 punti dell’NBA, potrebbe avere un piccolo vantaggio. Steph è sicuramente il più grande tiratore di tutti i tempi. Ma non direi che potrebbe ottenere una vittoria facile. Non c’è che dire, rispetto per Steph. È stato il mio idolo. Ho lavorato sul mio gioco e l’ho modellato sul suo tiro, sul suo movimento e sulle sue abilità fuori dal campo. Incontrarlo è stato speciale”.

Mentre l’All-Star Weekend dell’NBA continua a esplorare nuovi modi per affascinare i fan, una sfida tra Curry e Obst potrebbe accendere i fan di tutto il mondo.

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Basket femminileIndiana FeverOlimpiadi di Parigi 2024WNBA, Women's National Basketball Association

Caitlin Clark, l’ascesa verso la fama: “Ho trasformato gli spettatori in fan”

di Carmen Apadula
Scritto da Carmen Apadula

La popolarità della pallacanestro femminile è salita alle stelle quando Caitlin Clark è stata notata. Il tutto ha portato ad una percentuale di ascolti record già per il torneo NCAA dell’anno scorso.

Un mese dopo la fine del campionato collegiale, la Clark è diventata una giocatrice delle Indiana Fever e ha contribuito alla svolta della franchigia, che si è conclusa con un accesso ai playoff e con la vittoria personale del premio di Rookie Of The Year.

E, ora, il rivoluzionario 2024 di Caitlin Clark include un’altro traguardo.

La giocatrice è stata infatti nominata Atleta dell’Anno dalla rivista Time, dopo aver contribuito a cambiare la rotta del panorama sportivo femminile.

In occasione del riconoscimento, la Clark ha quindi parlato della sua ascesa verso la fama, della sua rivalità con Angel Reese sul campo e di come ha affrontato i commenti negativi durante la stagione.

“Sono stata in grado di affascinare così tante persone che non avevano mai guardato il basket femminile, e di trasformarle in fan” ha dichiarato.

La rivalità con la Reese è stata invece al centro di molte storie da quando la squadra femminile di LSU ha battuto Iowa State alla fine del campionato NCAAW 2023. Il tutto è continuato quando la Reese è diventata una giocatrice delle Chicago Sky, e le due si sono scontrate anche sui campi professionistici.

“Non lo capisco affatto” ha detto la Clark. “Non siamo assolutamente migliori amiche, ma siamo molto rispettose l’una nei confronti dell’altra. Sì, abbiamo avuto grandi battaglie. Ma sempre e solo sul campo”.

Ma c’è una questione, per Caitlin Clark, che è stata molto più spinosa.


L’esclusione dalla rosa olimpica della Nazionale degli Stati Uniti non è stata solo una battuta d’arresto personale, ma è diventata un vero e proprio parafulmine per le polemiche. L’assenza della Clark ha scatenato accesi dibattiti, soprattutto riguardanti il suo futuro.

Essendo una delle giocatrici più vendibili e talentuose della WNBA, l’omissione è sembrata non tanto una questione tecnica quanto piuttosto un segnale, un qualcosa di non detto. I tifosi e gli opinionisti si sono chiesti se la decisione fosse stata influenzata da attriti personali con coach Cheryl Reeve. Dopotutto, l’allenatrice ha sempre evitato di rispondere alle domande sulla Clark, in modi che sembravano sprezzanti.

La Nazionale è riuscita comunque a conquistare l’oro olimpico, anche se le sue prestazioni durante il torneo sono state tutt’altro che dominanti. In molti hanno quindi sottolineato il fatto che l’assenza della Clark potrebbe essere stata un’opportunità mancata, non solo per migliorare la rosa del team, ma anche per sfruttare la sua capacità di attirare i fan verso questo sport su un palcoscenico globale.

La Clark è rimasta in silenzio durante la tempesta mediatica che ha circondato la questione, lasciando che le speculazioni si scatenassero senza controllo. Ma ora ha rotto il suo silenzio.

“In futuro voglio far parte della squadra. Pensano che io sia brava, non solo perché sono una persona che può attirare l’attenzione mediatica. Non voglio essere trascinata in giro per far sì che la gente faccia il tifo. Tutta questa storia mi ha sconvolto perché non è giusta. È irrispettoso nei confronti delle persone che facevano parte della squadra ed anche nei miei”.

Anche se la Clark ha evitato di nominare direttamente coach Reeve, la tensione tra le due è impossibile da ignorare. La gestione della situazione da parte dell’allenatrice ha solo aggiunto benzina sul fuoco. I tifosi e gli analisti le hanno chiesto addirittura di licenziarsi prima delle Olimpiadi di Los Angeles 2028, anno in cui la Clark dovrebbe fare il suo debutto in Nazionale.

In tutto ciò, le osservazioni della Clark sottolineano una questione più ampia: l’equilibrio tra commerciabilità e merito. Sebbene la sua assenza per Parigi 2024 abbia lasciato molte persone con l’amaro in bocca, la sua determinazione nel contrastare un trattamento ingiusto non ha fatto altro che consolidare il suo status di voce influente del basket.

La strada verso Los Angeles 2028 può offrire un riscatto al Team USA, ma servirà anche a ricordare le controversie che avrebbero potuto essere evitate. La Clark, dal canto suo, sembra pronta a voltare pagina, ma le sue parole chiariscono una cosa: si rifiuta di fare da contorno. A chiunque.

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Kerr senza mezzi termini: “A Donald Trump possiamo dire Night Night”

di Carmen Apadula
Scritto da Carmen Apadula

Coach Steve Kerr non è nuovo a varie critiche nei confronti di Donald Trump. E il fatto che lui e i suoi Golden State Warriors si siano rifiutati di visitare la Casa Bianca dopo aver vinto l’anello NBA durante il mandato di Trump, la dice lunga.

In quell’occasione l’affronto fu evidente ma sottile. Questa volta invece, coach Kerr è stato quanto più trasparente potesse essere. 

L’allenatore del Team USA è salito sul palco della Democratic National Convention per tenere un discorso, e ha lanciato un messaggio memorabile, invocando (non invano, si spera) il nome del suo Steph Curry.

“Pensate a quello che la nostra squadra ha ottenuto, a quello che hanno fatto i nostri dodici americani a Parigi, mettendo da parte le rivalità per rappresentare il Paese. Ora, immaginate cosa potremmo fare con tutti i 350 milioni di americani, se giocassero nella stessa squadra. Non come democratici. Non come repubblicani. Non come libertari. Ma come americani. Dopo il conteggio dei risultati di questa nottata elettorale, potremo dire a Donald Trump proprio quello che direbbe grande Steph Curry: Night Night”.

 

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Parigi 2024, Batum sul Team USA: “Non hanno vinto perché sono così bravi”

di Carmen Apadula
Scritto da Carmen Apadula

Nicolas Batum ha annunciato il suo ritiro dalla Nazionale, dopo aver perso la sua seconda finale olimpica contro il Team USA.

Prima di dare la notizia, però, ci ha tenuto a sottolineare che le partite giocate sono state davvero competitive. E questo è il suo augurio per il futuro della Nazionale francese. Secondo Batum, alla fine, è solo una questione di tempo.

“Non hanno vinto perché sono così tanto più bravi di noi. Gli Stati Uniti sono ancora la squadra migliore del mondo, ma noi gli siamo sempre più vicini. Voglio dire, siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto. Cercheremo ogni volta di batterli. Sappiamo che sarà difficile. Bisogna giocare la partita perfetta e, se commetti qualche errore, te lo faranno pagare subito. Ma ci avvicineremo al loro livello perché non credo che abbiamo paura di loro. Li rispettiamo, ma non li temiamo” ha detto.

Quindi, anche se la Francia non è stata felice dopo la sconfitta (e vorrei anche vedere), secondo il suo capitano dovrebbe essere orgogliosa: “Volevamo vincere, ma già essere arrivati a quel livello è stato fantastico. Sono 15 anni che gioco per quella squadra. E questo è il torneo più pazzo e strano che abbia mai giocato. È un mix di emozioni. Ma alla fine siamo sul podio. Abbiamo una medaglia al collo. E possiamo esserne orgogliosi perché nove grandi squadre sono tornate a casa a mani vuote”. 

Ma c’è anche chi è stato più sfortunato. 

Perdere la medaglia di bronzo è il peggior scenario possibile in qualsiasi torneo per Nazionali. Tuttavia i tedeschi erano orgogliosi di aver chiuso un cerchio di successi durato tre anni, che ha incluso la vittoria della Coppa del Mondo FIBA e un terzo posto all’Eurobasket.

Il futuro della squadra tedesca rimane comunque luminoso, e il capitano Dennis Schroder ne è la garanzia.

“Il basket europeo non è intrattenimento” ha dichiarato. “È una pallacanestro con un alto quoziente intellettivo, con un coaching corretto, con ragazzi che sanno giocare. Squadre come Grecia, Serbia, Francia, Spagna, Germania e Slovenia sanno giocare. Naturalmente l’NBA è il miglior campionato del mondo, ma gli europei stanno arrivando a quel livello. Tutti pensano a vincere, sono ragazzi con un forte carattere, un alto quoziente intellettivo e un grande talento. Negli ultimi tre anni sono stato nominato capitano, e questo è il più grande onore che si possa ricevere. Come ho detto, abbiamo dimostrato che il basket tedesco è uno dei migliori al mondo. Abbiamo ottenuto due medaglie, abbiamo vinto la Coppa del Mondo l’anno scorso, volevamo ottenere di più quest’anno, ma a volte nella vita non si può ottenere tutto quello che si vuole e dobbiamo solo andare avanti, lavorare ancora più duramente e tornare più forti di prima”. 

 

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NBA NewsNBA, National Basketball AssociationOlimpiadi di Parigi 2024

Team USA, per Kevin Durant non è ancora finita: “Los Angeles 2028? Vorrei esserci”

di Carmen Apadula
Scritto da Carmen Apadula

Kevin Durant ha conquistato una medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Parigi 2024.

Il giocatore è ormai alla sua quarta medaglia d’oro olimpica consecutiva: Londra 2012, Rio de Janeiro 2016, Tokyo 2020 e Parigi 2024.

Insieme a Carmelo Anthony e LeBron James, KD è diventato il giocatore con più medaglie d’oro per quanto riguarda la pallacanestro maschile.

Viene da sé chiedersi, a questo punto, cosa vedremo in occasione delle Olimpiadi di Los Angeles 2028.

In quel momento, Durant avrà 39 anni. 

Eppure non sembra essere un problema. Dopo la finale vinta contro la Francia, Durant ha lasciato aperta la possibilità di partecipazione per le Olimpiadi del 2028. Insomma, sembra che KD non abbia ancora finito di fare la storia.

“I record sono fatti per essere infranti” ha detto. “Il mio obiettivo è sempre stato quello di rappresentare il mio Paese, il nome della mia famiglia. E contribuire a far progredire il gioco. Da quando sono in Nazionale, l’ho fatto. Per quanto riguarda Los Angeles, chi lo sa? Vedremo. Qui abbiamo vissuto un periodo incredibile, a Parigi e a Lille. C’è stato un grande sostegno. Sono grato di aver visto Steph, che ha messo su una prestazione fuori dal comune. Per me è stata un’esperienza incredibile vederlo segnare 9 triple nella scorsa partita e 8 in questa”.

Durant è anche un campione del mondo FIBA (2010), un due volte campione NBA (2017, 2018), MVP dell’anno 2014 e un 14 volte All-Star NBA (dal 2010-2019, dal 2021-2024).

Ma quando gli è stato chiesto se ci fosse la possibilità di considerarlo il più grande giocatore della Nazionale di sempre, Durant ha chiuso la conversazione.

“Per me si tratta solo di far progredire il gioco sul più grande palcoscenico del mondo, di aiutare gli USA a giocare un buon basket. Non ho nemmeno pensato a chi sia il miglior giocatore. Cerco solo di contribuire il più possibile al quadro generale” ha risposto.

 

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Boston CelticsNBA NewsOlimpiadi di Parigi 2024

Kerr sul minutaggio di Tatum: “È solo un problema di matematica”

di Mario Alberto Vasaturo
Scritto da Mario Alberto Vasaturo

Primo quintetto della stagione, giocatore franchigia della squadra campione NBA, contratto più ricco della storia appena firmato, eppure Jayson Tatum in queste Olimpiadi di Parigi ha un minutaggio da undicesimo/dodicesimo uomo. Nella semifinale giocata e vinta con sofferenza ieri da Team USA contro la Serbia, Steve Kerr ha fatto a meno di Tatum (e di Haliburton) per tutta la partita. Zero secondi in campo per il numero zero dei Boston Celtics, ma non è la prima volta.

Già nella partita di girone contro la Serbia, Tatum era rimasto in panchina per 40 minuti. Adesso Kerr, come una settimana fa, è stato chiamato di nuovo a rispondere alle domande riguardanti il non utilizzo del fresco campione NBA, anche in una partita, come quella di ieri, dove gli Stati Uniti sono stati parecchio in difficoltà per 37 minuti su 40.

“Non è che c’è qualcosa che non vedo in Jayson. È quello che ho visto dagli altri”, ha detto Kerr. “Come ho detto molte volte durante questo torneo e nelle ultime sei settimane, è difficile ruotare in 11, anche in una partita NBA.”

Le polemiche nascono anche dal fatto che mai come ieri, Team USA ha faticato, e in pochi hanno saputo incidere davvero, motivo per cui molti sostengono che Tatum avrebbe potuto giocare almeno qualche minuto. Kerr ha infatti limitato le rotazioni quindi Curry e LeBron, i due migliori in campo, hanno giocato rispettivamente 33 e 32 minuti. Il vero problema è stata la second unit: Anthony Edwards, Kevin Durant, Anthony Davis, Bam Adebayo e Derrick White hanno giocato solo 4 minuti insieme e hanno subito un parziale di 17-4.

“Non si tratta di ciò che Tatum fa o non fa”, ha continuato Kerr. “Si tratta solo di combinazioni e del modo in cui il gruppo  gioca insieme, del modo in cui  Durant è riuscito a incidere da quando è tornato dall’infortunio. È un problema di matematica più che altro”

 

 

 

 

 

 

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NBA in EvidenzaNBA NewsNBA, National Basketball AssociationOlimpiadi di Parigi 2024

Olimpiadi, Team USA vola in finale: 95-91 sulla Serbia

di Andrea Delcuratolo
Scritto da Andrea Delcuratolo

80 minuti alla gloria. Con questo pensiero sono entrate in campo Team USA e Serbia. Una partita che vale l’accesso alla finalissima olimpica, obiettivo dichiarato di e da Stephen Curry e compagni. D’altra parte c’è però la Serbia, una squadra che incarna benissimo la forma mentis europea: giocare da squadra. 

Team USA gioca portandosi a Parigi i suoi uomini migliori. Il che non è un’idea sbagliata se l’obiettivo è vincere, come dimostrato nel quarto di finale contro il Brasile. L’idea può però scontrarsi con la filosofia serba: non mollare mai giocando di squadra. E la partita contro l’Australia n’è la prova. 

Team USA – Serbia: l’analisi della partita 

LeBron James e Stephen Curry dimostrano, come se ce ne fosse ancora bisogno, che non c’è più nulla da dimostrare. Il primo chiude con un splendida tripla doppia da 16 punti, 12 rimbalzi e 10 assist. Il playmaker dei Golden State Warriors firma una prestazione che resterà nella storia della pallacanestro olimpica: 36 punti con 8 rimbalzi e 2 assist, tirando con uno spettacolare 9/14 da tre punti. 

La Serbia parte fortissimo, portando la partita subito su un ritmo altissimo. Le due squadre mostrano un elevato dinamismo, con Team USA trascinato da Curry e la Serbia che gioca da squadra. Le idee di partenza, quindi, vengono rispettate: Team USA che si affida al singolo e la Serbia che, da squadra europea, gioca da squadra. Per 37 minuti il secondo ideale prevale, con Team USA che sprofonda fino al -17.

I serbi di coach Svetislav Pesic vengono trascinati da Nikola Jokic (17 punti, 11 assist), Bogdan Bogdanovic (20 punti) e Aleksa Avramovic (15 punti), trascinatore nel primo tempo con uno spettacolare 4/6 dai tre punti. Il punto è che a livello difensivo la Serbia fatica moltissimo. Nel quarto quarto ha vita facilissima Joel Embiid che, trascinando i ragazzi coach Steve Kerr, trova 19 punti con un precisissimo 8 su 11 dal campo. 

Team USA ha dalla sua un’ottima circolazione di palla. Il solo LeBron, come detto, ne trova 10. La squadra ne trova in totale 25, 3 in più della Serbia che trovano in Jokic il miglior assitman, con 11. A rimbalzo però i serbi fanno meglio degli statunitensi raccogliendo 34 rimbalzi contro i 33 di Curry e compagni. 

Le percentuali di tiro danno ragione a Team USA. L’inseguire per tutta la partita, ha costretto i campioni olimpici in carica ad essere precisi al tiro. Detto, fatto con il 57% dal campo, col 66% da due punti e con un ottimo 50% da tre punti. Peggio fanno i serbi: 46% dal campo con soli 33 tiri centrati su ben 71 tentati. Ciò vuol dire 18/32 da due (56%) e solo 15/39 da tre (appena il 38%).

Questa sera abbiamo assistito ad una delle partite più belle della storia dei Giochi Olimpici. Non a caso, Anthony Davis, nel post partita, arriva a dire: “Got two words. Stephen Curry. Joel Embiid“. Team USA ha l’ultimo ostacolo: la Francia di Victor Wembanyama. Vincere per toccare il cielo. Per chiudere un cerchio aperto a Pechino 2008 col redeem team, tracciando la strada a chi c’è già oggi (Haliburton, Tatum, Edwards) e per chi arriverà domani. Per far capire al mondo che Team USA è ancora il Dream Team.

Tabellino

Parziali Singoli Quarti: 23-31, 20-23, 20-22, 32-15

Parziali Complessivi: 23-31, 43-54, 63-76, 91-95

Team USA: Curry 36, Edwards 2, James 16, Durant 9, White 0, Haliburton n.e., Tatum n.e., Embiid 19, Holiday 3, Adebayo 0, Davis 4, Booker 6. Coach: Steve Kerr

Serbia: Plavsic n.e., Petrusev 9, Jovic 0, Bogdanovic 20, Marinkovic 0, Dobric 9, Jokic 17, Micic 8, Guduric 9, Davidovac n.e., Avramovic 15, Milutinov 4. Coach: Svetislav Pesic

 

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Parigi 2024, Team USA chiude in bellezza: battuto Porto Rico

di Mattia Picchialepri
Scritto da Mattia Picchialepri

Ultima partita del Girone C per Team USA che, privo di Jrue Holiday, batte anche Porto Rico. Primo tempo che si presenta con un ritmo particolarmente spezzettato: gli statunitensi prendono ritmo soprattutto nella seconda decina, colpendo ripetutamente da lontano, dopo un primo quarto che ha visto passare avanti i sudamericani. La squadra di coach Kerr chiude la pratica con un quarto d’anticipo, chiudendo il terzo periodo sul +28 e lasciando alla gestione l’ultima decina.

Tanto spettacolo e spazio per tutti: Team USA fa 3 su 3 con Porto Rico

Primo quarto che ricorda sinistramente l’All Star Game quello tra Porto Rico e Team USA: tante iniziative personali, soprattutto da parte di Waters da una parte e Curry dall’altra. Nonostante il ritmo che favorisce gli statunitensi, la squadra sudamericana mette in campo un primo quarto da capogiro, ricordando quello giocato contro l’Italbasket nel Pre-Olimpico: 30-25 per Porto Rico alla prima sirena. Nel secondo periodo Team USA riesce finalmente a emergere, guidata dai passaggi fantascientifici di LeBron James e le triple di Curry e Durant. Si arriva all’intervallo con gli Stati Uniti in vantaggio di 19 lunghezze, con gli uomini di coach Colon che tirano 0 su 10 dalla lunga distanza dopo il 4 su 6 iniziale.

Al rientro in campo dagli spogliatoi, Team USA continua a mantenere ampio il vantaggio accumulato nel primo tempo. La squadra di coach Kerr colpisce ancora da oltre l’arco con Edwards e Durant, costringendo il timeout a Porto Rico sul -27 a 3 dalla fine del terzo periodo. Ultima decina dedicata allo spettacolo per la squadra di coach Kerr: Anthony Edwards regala una schiacciata da dunk contest, mentre Durant e Embiid colpiscono dalla media e lunga distanza.

Anthony Edwards mattatore assoluto della partita con 26 punti (11/15 al tiro), mentre Tatum aggiunge una doppia-doppia da 10 punti e 10 rimbalzi.

Il tabellino statistico del match

Parziali progressivi: 30-25, 45-64, 59-87, 83-104

Parziali singoli quarti: 30-25, 16-39, 14-23, 24-17

Team USA: Curry 8, Edwards 26, James 10, Durant 11, White 2, Haliburton, Tatum 10, Embiid 15, Adebayo 3, Davis 10, Booker 9. Coach: Steve Kerr

Porto Rico: Conditt IV 4, Howard 9, Reed 4, Alvarado 18, Thompson Jr. 8, Ford 10, Clavell 4, Romero 12, Ortiz 2, Toro 4, Waters 8. Coach: Nelson Colon

 

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Olimpiadi, 3×3: si riscatta team USA, già fuori Francia e Cina

di Paola Giuntini
Scritto da Paola Giuntini

Entra nel vivo il basket 3×3 a Place de La Concorde, con un programma fittissimo nella terza e quarta giornata di incontri, caratterizzate già dai primi verdetti.

Presenti anche le stelle del team USA del 5vs5, a supportare i compagni dopo un avvio complicato per entrambe le formazioni.

Nella terza giornata del torneo femminile, prosegue l’inaspettata marcia della Germania, che vince anche contro Canada e Azerbaijan. Giornata positiva per l’Australia di Wilson, che supera Cina e Stati Uniti. Allarmante l’avvio negativo delle americane (0-3), che faticano a trovare la giusta sintonia in campo. Hamby e Howard, due vecchie conoscenze del campionato italiano, guidano gli Stati Uniti alla prima vittoria del torneo ai danni della Spagna, mentre prosegue il momento difficile di Van Lith. Per la Francia padrone di casa, nonché una delle favorite per una medaglia, un’altra giornata con più ombre che luci. Dopo la vittoria con l’Azerbaijan, arriva la sconfitta con il Canada, che complica il cammino delle francesi.

 
 
 
 
 
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Francia che dopo la quarta giornata è praticamente già fuori dai giochi, avendo collezionato altre due sconfitte. È una delusione cocente, davanti al caldissimo pubblico di casa, per una delle squadre che alla vigilia veniva data come accreditata per la vittoria finale. Dopo un avvio disastroso, gli Stati Uniti ritrovano il sorriso, con due vittorie combattutissime contro Francia e Canada che ridanno linfa alle speranze di medaglia. La Germania, con cinque vittorie su sei partite, è proiettata verso le semifinali, in gran forma anche Australia e Spagna con quattro vittorie ciascuna.  Per le spagnole, Ygueravide è l’eroina di giornata con il game winner che chiude l’overtime con il Canada.

Nel torneo maschile, ancora in difficoltà team USA nella terza giornata. Senza la star Fredette, gli americani cedono il passo a Lituania e Lettonia, scivolando a 0-4. Si riscatta la Serbia, dopo la sconfitta shock con la Cina, battendo Paesi Bassi e Francia. La Lettonia di Miezis e Lasmanis, campioni olimpici in carica, rimane ancora imbattuta. Bene anche la Lituania e la Polonia con due vittorie, non riesce a ripetersi la Cina di Zhang dopo l’ottima partita contro la Serbia. Escono sconfitti i padroni di casa, nonostante un clima elettrico.

Nella quarta giornata, arrivano le prime due vittorie per team USA, costretti ancora a giocare in tre. Con 30 punti in due partite, è Canyon Barry a trascinare la sua squadra al successo contro Francia e Cina. Inarrestabile la Lettonia, unica squadra ancora imbattuta, che ribadisce con forza la sua candidatura alla vittoria finale. In un finale drammatico, sul 20 pari contro la Francia, è Miezis a zittire tutta l’arena de La Concorde con la bomba da due punti. Avanzano Serbia, Paesi Bassi e Lituania, mentre per la Cina è la fine del sogno olimpico.

 

I RISULTATI:

TORNEO FEMMINILE

GIORNO 3:

Cina-Australia 15-21

Germania – Canada 19-15

Azerbaijan – Francia 10-15

Stati Uniti – Australia 15-17

Cina – Spagna 14-11

Germania – Azerbaijan 12-8

Spagna – Stati Uniti 11-17

Canada-Francia 13-9

 

GIORNO 4:

Cina-Germania 15-18

Australia – Azerbaijan 21-12

Australia – Spagna 17-21

Stati Uniti – Francia 14-13

Azerbaijan – Cina 21-19 OT

Stati Uniti – Canada 18-17 OT

Canada – Spagna 20-22 OT

Francia – Germania 13-14

 

TORNEO MASCHILE

GIORNO 3:

Paesi Bassi – Serbia 19-21

Cina – Lettonia 8-22

Lituania – Polonia 21-12

Paesi Bassi – Francia 20-13

Stati Uniti-Lituania 18-20

Cina – Polonia 17-22

Serbia – Francia 19-16

Stati Uniti – Lettonia 19-21

 

GIORNO 4:

Lituania – Cina 21-16

Polonia – Paesi Bassi 17-21

Paesi Bassi – Lituania 19-18

Francia – Lettonia 20-22

Francia – Stati Uniti 19-21

Lettonia – Serbia 21-14

Serbia – Polonia 21-12

Cina- Stati Uniti 17-21

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NBA NewsOlimpiadi di Parigi 2024

Steve Kerr: “Noi pensiamo a vincere l’oro, non ai social media”

di Filippo Beltrami
Scritto da Filippo Beltrami

Dopo la tranquilla vittoria ottenuta nella seconda partita del girone contro il Sudan del Sud, coach Steve Kerr ha spiegato la sua decisione di sostituire nel quintetto iniziale Joel Embiid e Jrue Holiday con Jayson Tatum e Anthony Davis. “Loro sono la squadra più veloce contro cui giocheremo e quindi volevamo essere pronti. In più hanno segnato 14 triple contro di noi a Londra. La gara di oggi si concentrava molto sul cambiare, riuscire a stare davanti all’uomo, non farsi battere. Quindi abbiamo deciso di cambiare qualcosa nella formazione. Questo è quello che faremo. Qualsiasi cosa dobbiamo fare per vincere ogni partita la faremo. Per questa partita, quella era la formazione che pensavamo avesse più senso.”

Team USA come la regular season NBA

Non è stata un’estate facile per Kerr alla guida di Team USA finora. L’allenatore dei Golden State Warriors è stato infatti criticato molto, prima per i risultati non fantastici arrivati nelle ultime amichevoli preolimpiche, e dopo per non aver fatto giocare neanche un minuto Tatum nella gara d’apertura contro la Serbia e Embiid contro il Sudan del Sud. Proprio riguardo quest’ultimo argomento, l’ex giocatore dei Magic ha comparato questa situazione alla drammaticità della regular season NBA, spesso troppo amplificato dai social media.

“La NBA è così popolare in tutto il mondo. La stagione regolare è tipo una soap opera, e lo capiamo. I social media prendono il sopravvento e tutto diventa così drammatico. Io penso che dobbiamo dare più credito a questi ragazzi. Loro sono qui per vincere una medaglia d’oro. Sono professionisti, si supportano l’uno con l’altro, quindi ogni partita sarà un po’ diversa. Capiremo cosa dovremo fare per vincere, e poi io non guardo neanche i social media. Spero che anche i nostri ragazzi non lo facciano. Questa è una cosa da regular season, in cui la soap opera può fare la differenza negli ascolti, ma qui si tratta solo di vincere una medaglia d’oro e ogni avversario è diverso. Abbiamo opzioni per tutto e le useremo come meglio riteniamo opportuno.”

Pensare a vincere, non a quello che dice la gente è la mentalità di Steve Kerr

La mentalità che dovrebbe circondare Team USA, come sottolineato più volte da Steve Kerr, dovrebbe essere quella di arrivare sul gradino più alto del podio, non quella di fare tanti ascolti. “Questi ragazzi sono campioni, All-Star, Hall of Famers, o qualunque cosa vogliate voi. Quindi la cosa importante è: siamo concentrati sul nostro obbiettivo? Punto. Ripeto sempre ai miei ragazzi dei Warriors che la ragione per cui ci pagano molti soldi è perché c’è molto interesse in tutto il mondo in ciò che facciamo. E quindi non puoi avere tutto. Non puoi accettare il tuo stipendio e poi lamentarti con i social media o con tutta la copertura mediatica. Ecco perché siamo qui, in questa posizione.

Il bello delle Olimpiadi è che niente di quello conta, e so che adesso tutti scriveranno di questo, ma la verità è che nessuna di queste stro****e ha importanza. Noi siamo solo qui per vincere ogni partita e vincere la medaglia d’oro. Questa è una sensazione incredibilmente pura. I ragazzi sono molto uniti e non si preoccupano di queste cose.”

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Olimpiadi di Parigi 2024

Parigi 2024, basket: coach Brian Goorjian paragona il Canada al Team USA

di Carmen Apadula
Scritto da Carmen Apadula

È tempo di Olimpiadi. È tempo dell’Australia. Che, però, perso già due partite.

La seconda di queste, contro il Canada, è finita 83-93. E il tutto ha complicato la sua situazione nel Girone A, soprattutto in vista della partita contro la Grecia.

Ma non è questo che ha davvero fatto scalpore, quanto le dichiarazioni dell’allenatore dei “Boomers”.

Coach Brian Goorjian ha infatti parlato della sfida di martedì, definendo il Canada come una delle migliori squadre al mondo. Ma non è finita qui, perché il coach ha paragonato la squadra al Team USA, sottolineando le similitudini nell’intensa pressione sulla palla.

“Per me il Canada è una costola del Team USA” ha sentenziato. “Giocano in modo diverso dagli europei. È molto di più di un 1×1, è molto di più dell’andare a fare pressione sul difensore debole. Poi la fisicità difensiva è stata di un livello che non abbiamo mai raggiunto, con nessuna delle squadre che abbiamo affrontato finora. Tutti quei ragazzi sono in grado di fare pressione sulla palla. E credo che questo abbia fatto la differenza nella partita”.

Come detto già prima, i Boomers ora affronteranno la Grecia di Giannis Antetokounmpo. E hanno decisamente bisogno di una vittoria per assicurarsi un posto nei quarti di finale.

Anche se la Grecia ha perso entrambe le sue partite giocate a Parigi, Giannis ha messo in piedi due prestazioni mostruose: la prima da 34 punti contro il Canada e la seconda da 27 contro la Spagna.

“In questo caso, giocheremo contro il miglior atleta del mondo” ha detto coach Goorjian. “E poi è un giocatore che si sa muovere in campo, soprattutto intorno al canestro. Mi sono assicurato che i ragazzi capiscano che non si ragiona a partita singola, perché questo è un torneo. E il nostro futuro a Parigi sta tutto in questa prossima partita”.

 

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Kevin Durant contro un tifoso sulle regole FIBA: “Parlate a caso”

di Filippo Beltrami
Scritto da Filippo Beltrami

Non si poteva presentare alle Olimpiadi in maniera migliore Kevin Durant. Nella vittoria di team USA contro la Serbia nella prima gara dei gironi, il giocatore dei Phoenix Suns, dopo aver saltato tutte e cinque le amichevoli in preparazione ai giochi, ha messo a segno 23 punti, segnando tutti i primi 8 tiri che si è preso. Per molti una delle più grosse difficoltà che la nazionale degli Stati Uniti poteva incontrare erano le regole FIBA, che sono un po’ diverse da quelle della NBA. Ma essendo quella di Parigi la quarta Olimpiade per lui, Durant non ha avuto molti problemi a riadattarsi alle regole FIBA.

Proprio riguardante la differenza tra i due regolamenti, il prodotto di Texas si è reso protagonista di uno scambio di pensieri con un’altra persona su X. Il tifoso avrebbe suggerito alla NBA di aggiungere qualche regola FIBA in più, ma all’ex giocatore dei Thunder non sembra essere piaciuto molto come pensiero. “Giuro che state solo parlando a caso,” ha risposto Durant.

Uno dei cambiamenti che il tifoso avrebbe suggerito sarebbe quello di togliere la regola dei tre secondi anche oltreoceano. In questo modo ci sarebbero meno isolamenti e più basket giocato di squadra. “La bellezza del basket non è chiamare schemi, ma giocare di istinto e lasciare che il talento decida il gioco,” ha scritto Kevin Durant. “Andare in transizione, attaccare il ferro e passarla, giocare a basket a caso. Tu vuoi che giochiamo ogni possesso come se fosse football (americano, ndr). Non è questo che rende il nostro gioco così bello.”

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