Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti Le Finals iniziano da gara 3: cosa farà Spoelstra con Herro?

Le Finals iniziano da gara 3: cosa farà Spoelstra con Herro?

di Riccardo Rivoli
gara 3 herro

Se Denver avesse vinto anche gara 2 la serie sarebbe stata fortemente orientata a favore della franchigia del Colorado, ma Miami non ha intenzione di essere solo una delle tante bellissime favole NBA, ha voglia di vincere. 1-1 nella serie. Potrebbe tornare Tyler Herro già da gara 3 per gli Heat. Come deciderà di impiegarlo Spoelstra?

I Nuggets non hanno dominato gara 1, ma l’hanno controllata. Hanno gestito il ritmo, le energie e ogni tentativo di rimonta di Miami veniva immediatamente sedato. Denver ha affermato di essere la favorita e l’ha fatto anche in gara 2. Infatti gli Heat sono stati costretti a giocare un’ottima partita per battere di soli 3 punti la peggior Denver di questi playoffs. 

Solo Boston è riuscita a vincere due partite di fila contro la squadra di coach Spoelstra. Questo perché è una squadra dalle mille facce, che ogni partita cambia nella distribuzione del minutaggio e nei nomi dei protagonisti. In gara 1 Gordon li aveva messi sotto fisicamente nei primi minuti, allora Spoelstra ha messo Kevin Love in quintetto, dopo che gara 1 l’aveva guardata interamente dalla panchina. Highsmith invece la aveva giocata e anche bene, ma nonostante ciò ieri notte non è stato impiegato. Martin, che sta facendo fatica, sta perdendo qualche minuto, ma rimane in campo nel finale e mette anche una tripla importante. Il protagonista di gara 1 è stato Adebayo, in gara 2 invece è Vincent. E’ impossibile prendere le misure contro questi Heat.

Per la difesa dei Nuggets la cosa che sta funzionando meglio probabilmente è la marcatura su Butler. Jimmy non ci prova neanche a giocare 1vs1 contro Gordon e anche quando trova il mismatch, per esempio contro Murray, fa fatica ad attaccarlo perché la difesa di Denver è brava a fargli vedere tanti corpi davanti. Il 22 degli Heat sta tirando meno e peggio del solito, ma come sempre, segna quei tiri improbabili nei momenti in cui la squadra ne ha più bisogno. Che fossero 56 punti o che fossero 21, comunque Butler non ha mai tradito le sue parole. Ha detto di avere fiducia nei suoi compagni e lo sta dimostrando nel momento più importante. Quindi è probabile che Jimmy continuerà con questa filosofia, ma quando ci sarà bisogno dei suoi canestri, non si tirerà indietro.

In gara 2 nell’attacco dei Nuggets non ha funzionato quasi niente se non il solito Jokic, che ne ha messi 41. Come già sottolineato tante volte, col serbo devi scegliere se subire il suo playmaking o il suo scoring. In gara 2 gli Heat hanno scelto la seconda opzione, tenendo il Joker a soli 4 assist e costringendolo a 5 palle perse. L’1 vs 1 contro Adebayo è sicuramente vantaggioso per il Joker, ma sono comunque punti che ti devi conquistare, in quanto il 13 degli Heat è tra i migliori centri difensivi della lega. In più, non raddoppiando, il numero, la qualità e di conseguenza le percentuali dei tiri dall’arco scendono drasticamente. I Nuggets hanno tirato comunque 28 volte con quasi il 40% da tre punti, ma i due migliori cecchini, Porter Jr e Caldwell-Pope, hanno tirato complessivamente 2 su 9, quindi poco e male.

Un altro tema è Denver senza Jokic in campo. Nel secondo quarto, quando il Joker è uscito, Denver ha continuato a funzionare grazie a un’ottima difesa che ha costretto gli Heat a sbagliare tanti tiri difficili consecutivi e da lì ripartire in contropiede direttamente dal rimbalzo. Tanti meriti di quel parziale dei Nuggets vanno a un sorprendente Braun, che ha segnato 6 punti e rubato anche 3 palloni. Il secondo giro di riposo del serbo invece è stato insostenibile e Miami è tornata sopra proprio in quel momento.

Ancora più importante per coach Malone è trovare una soluzione alle mille disattenzioni difensive dei suoi. Mancata comunicazione, falli sciocchi, salti sulle finte di tiro etc. Tutti errori o di poca intesa o di distazione o di superficialità, non tecnici. Sono errori che non ti aspetti dalla squadra che ha dominato l’ovest. Ma allo stesso tempo sono errori che ti aspetti da una squadra per la prima volta alle Finals e non abituata a giocare partite così combattute e intense, visto il dominio esercitato fino ad oggi in post season.

Tyler Herro torna in gara 3?

Tyler Herro potrebbe tornare già da gara 3, ma avrebbe senso inserirlo adesso?

Herro, dopo Butler, è il miglior talento offensivo a disposizione di coach Spoelstra. Sa crearsi tiri da solo, può segnare in mille modi, ha personalità, ha tiro da 3 anche in catch-and-shoot, ma è anche estremamente discontinuo. Questo ha sempre reso difficile per Miami trovare un equilibrio, una gerarchia in campo. A volte sembrava lui il primo violino, a volte era il secondo, a volte il terzo. Il suo infortunio nella serie contro i Bucks ovviamente è stato un malus, ma allo stesso tempo ha reso il gruppo più equilibrato.

La sua assenza ha dato la possibilità a Martin e a Robinson di trovare più minuti e soprattutto più responsabilità. Il numero 16 ha giocato delle Conference Finals mostruose culminate coi 26 punti di gara 7. Non sta giocando bene contro Denver, ma vale la pena dargli un’altra chance.

Robinson è stato la chiave di questa gara 2. I suoi 8 punti consecutivi nel quarto periodo hanno svoltato la partita. Il numero 55 oltre ad essere un cecchino è sensibilmente migliorato nel palleggio e attacca con più frequenza il pitturato. Le sue percentuali da 3 punti costringono la difesa a spingerlo dentro l’area e lui ha imparato a fare anche questo. In questo playoffs ha quadruplicato i suoi tiri non da 3 punti rispetto agli anni scorsi (da 0.5 a 2 circa).

Avrebbe effettivamente senso sconvolgere l’equilibrio trovato reinserendo un giocatore non al 100% della condizione? Forse no. Ma non è mai una buona idea provare a leggere nella mente di Erik Spoelstra. Il coach di Miami ci ha abituati a trovare sempre una soluzione che non si aspetta nessuno e quasi sempre questa è risultata vincente.

 

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