Home NBA, National Basketball Association Magic, poche note positive: processo di crescita frenato?

Magic, poche note positive: processo di crescita frenato?

di Alberto Vairo
Magic-Suns

Dopo settimane di voci sempre più insistenti, giovedì della scorsa settimana la dirigenza degli Orlando Magic ha preso la decisione di sollevare dall’incarico di Head Coach Jacque Vaughn e di dare, per il momento, la squadra in mano al suo vice James Borrego.

Il cambiamento di coach è arrivato dopo una lunga serie di sconfitte consecutive, dieci, e due sole vittorie nelle ultime diciotto partite disputate. Ma la motivazione principale del licenziamento di Vaughn non è soltanto il numero di sconfitte, ma soprattutto la sua incapacità a dare un’identità alla squadra. Troppi i modi di giocare cambiati in stagione, troppo differenti le rotazioni dei giocatori da una gara all’altra, segno che il coach non aveva un’idea chiara di quello che avrebbe voluto fare e, soprattutto, una difesa ai limiti dell’imbarazzo rispetto al tipo di giocatori che aveva a disposizione.

In stagione Orlando subisce 105,8 punti per 100 possessi, cifra che la posiziona al ventiseiesimo posto nella speciale classifica e che la riporta al primo anno di Vaughn, mandando alle ortiche tutti i progressi fatti la scorsa stagione e nonostante in estate si sia aggiunto al roster un giocatore difensivo come Elfrid Payton e un veterano come Channing Frye. Questa regressione è aumentata ulteriormente nelle ultime settimane, dove i Magic hanno concesso agli avversari almeno 103 punti in ognuna delle 10 sconfitte, cinque delle quali avvenute in doppia cifra.

La più brutta prestazione difensiva l’hanno ottenuta per mano dei Thunder subendo ben 79, settantanove, punti in metà partita e perdendola 127-99. Senza contare la vittoria sui Lakers di venerdì notte, nella serie di sconfitte, Orlando, ha concesso 112,8 punti per 100 possessi, la peggiore dell’intera Lega. Ogni parte del campo è un problema per i Magic. Sono ventinovesimi per percentuale dal campo concessa agli avversari, venticinquesimi per percentuale da tre concessa agli avversari, e ventottesimi per percentuale concessa negli ultimi due metri dal canestro. Dati che evidenziano un problema difensivo generale, non difendono in aerea e non difendono il perimetro. Non difendono punto e basta!! Vaughn non è riuscito a dare un’impronta difensiva alla squadra, cosa che invece in altri lidi è successo.

Clifford ha portato gli Hornets dall’essere la peggior squadra difensiva nel 2013 ad essere la sesta nella scorsa stagione. Jason Kidd ha trasformato i Bucks da penultima difesa della Lega lo scorso anno ad essere la seconda, fino ad ora, in stagione. Rob Hennigan e il presidente Alex Martins sono convinti di aver costruito una squadra che a questo punto della stagione potesse vantare ben più vittorie rispetto alle 16 attuali. Il percorso di crescita previsto dei due dirigenti era ben diverso, e se l’idea non era certo quella di puntare ai playoff, l’attuale livello della Eastern Conference fa sì che, a dispetto di quello che si credeva, con una gestione diversa della squadra si potesse veramente raggiungere la post season.

Per un gruppo di giocatori così giovani, giocare una serie di playoffs sarebbe stata una grande opportunità di accumulare esperienza per il futuro. Ora si dovrà attendere fino alla pausa dell’All Star Game per sapere il nome del prossimo allenatore, sempre se ci sarà e non si andrà fino a fine stagione con James Borrego. La scelta dovrà essere molto oculata, Hennigan non vuole bruciarsi altre strade.

I candidati sono ormai noti, Scott Skiles, Mark Jackson, George Karl su tutti. Ma questi tre nomi non sembrano convincere del tutto i dirigenti della Florida. George Karl piace, ma restano dei dubbi sull’età e le sue non perfette condizioni di salute. Mark Jackson invece non convincerebbe abbastanza dal punto di vista tecnico. Scott Skiles conosce bene Orlando, avendoci giocato ad inizio anni ’90, ha una buona esperienza avendo allenato con discreti risultati Chicago, Phoenix e Milwaukee, ma Hennigan sembra propenso a prendere una strada diversa. Le voci portano a Billy Donovan, che però non ha alcuna esperienza a livello NBA e sarebbe nuovamente un salto nel buio. Non ci rimane che aspettare sperando che il cambio di allenatore abbia dato almeno una scossa al gruppo.

Per NBA Passion,
Alberto Vairo (@albicoach)

 

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