Home NBA, National Basketball AssociationNBA TeamsLos Angeles Lakers Dwight Howard a Kobe Bryant: “Grazie per avermi chiamato soft”

Dwight Howard a Kobe Bryant: “Grazie per avermi chiamato soft”

di Michele Gibin
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Lo spartiacque della carriera di Dwight Howard, stella NBA con le maglie di Orlando Magic, Los Angeles Lakers e Houston Rockets, fu la decisione di lasciare la Florida nel 2012 per trasferirsi in California ed accettare la sfida di costruire assieme a Kobe Bryant, Pau Gasol e Steve Nash una nuova squadra da titolo.

L’avventura di Dwight Howard ai Lakers durò una sola stagione. Agli infortuni di Gasol e Nash si aggiunsero presto i problemi di compatibilità caratteriale con il leader della squadra Kobe Bryant, che in alcune occasioni rimproverò il più giovane compagno di avere un atteggiamento troppo rilassato, mettendo in dubbio la sua volontà di “soffrire”.

Troppo soft.

Ben 7 anni più tardi, è Dwight Howard a tornare con la mente a quei giorni. L’ex lungo dei Magic si prepara ad affrontare la sua 16esima stagione NBA, dopo aver saltato 71 gare nella stagione 2019\19 a causa di problemi alla schiena, ed ospite di “The Jump”, talk show sportivo di ESPN, Howard spiega:

A quel tempo credo non avessi idea su quale fosse il suo livello” Così Dwight Howard su Kobe Bryant “Pensandoci ora, beh: grazie Kobe, grazie per avermi chiamato ‘soft’, all’epoca non avevo capito“.

Howard Harden

Dwight Howard e James Harden. DH12 si trasferì a Houston dopo una sola fallimentare stagione ai Los Angeles Lakers

Il rapporto tra Bryant e Howard fu il leit motif della stagione 2012\13 dei Los Angeles Lakers, che chiusero la regular season con 45 vittorie e 37 sconfitte. Gli infortuni, i problemi sul campo della squadra e la pressione costrinsero un ostinato Bryant ad abusare del suo fisico: il 5 volte campione NBA giocò in stagione 38.6 minuti di media, e nell’ultimo mese di regular season, con i Lakers in lotta per un posto ai playoffs, Kobe giocò oltre 40 minuti di media a partita.

La stagione di Bryant terminò il 12 aprile 2013, alla terzultima partita di regular season. Allo Staples Center di Los Angeles contro i Golden State Warriors, “the Black Mamba” riportò la rottura del tendine d’Achille della gamba destra.

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