Finisce tra i fischi del Wells Fargo Center la stagione dei Philadelphia 76ers, battuti in gara 6 delle semifinali di conference dai Miami Heat di Jimmy Butler.
Heat che dopo aver dominato in gara 5, vanno a Philadelphia per terminare l’operazione-conference finals e ci riescono, con un terzo quarto da 25-15 di parziale che sgonfia la resistenza – invero opaca – dei Sixers. Dopo il primo tempo in parità, Miami esce con molta più energia dagli spogliatoi, inizia a sfruttare il vantaggio a rimbalzo d’attacco con Butler, Bam adebayo e persino PJ Tucker, e a metà del periodo scava il solco decisivo. E’ 63-52 Heat dopo 5 minuti di gioco, vantaggio che cresce fino all’82-66 contro dei 76ers inibiti e ormai arresisi.
Joel Embiid gioca una partita pessima in attacco con 7 su 24 al tiro, sempre ostacolato dall’infortunio alla mano destra e dalla maschera protettiva dopo la frattura al volto, James Harden tenta 9 tiri in 43 minuti di gioco, con 9 assist e 4 palle perse e -16 di plus\minus, Tyrese Maxey sparacchia da tre punti (1 su 7), lui e l’ex Nets collezionano 8 palle perse complessive.
Miami cattura ben 13 rimbalzi in attacco, di 4 per Tucker e 3 per Max Strus, per vincere gli Heat non hanno neppure bisogno di una grande prova balistica, tutt’altro (7 su 28 dall’arco dei tre punti), basta la voglia di Jimmy Butler di portare avanti i suoi e di dimostrare, se avanza tempo, quando i Sixers abbiano sbagliato a lasciarlo partire nel 2019 preferendo Tobias Harris, e soprattutto Ben Simmons.
Butler segna 32 con 8 rimbalzi e 4 assist in una partita aggressiva, da ben 29 tiri e + 16 di plus\minus. E mentre torna nel tunnel degli spogliatoi a cose fatte, eccolo chiedersi ad alta voce come i 76ers abbiano potuto “scegliere Tobias Harris al posto mio“.
“Ma non mi sto lamentando, io amo stare qui a Miami e amo questo gruppo di giocatori, non cambierei nulla di quello che è successo“, dice Butler dopo la partita “Io sono qui per una ragione, ora cavalchiamo quest’onda positiva verso le finali di conference e lavoriamo per vincere il titolo“.
Butler parla poi del suo ex compagno di squadra Joel Embiid “Sono orgoglioso di lui e mi piacerebbe essere ancora in squadra con lui, assolutamente“.
“Ma come ho già detto, ora sono do dove volevo essere, e dove sarei dovuto venire da tempo. Sono fin troppo grato a Pat Riley, a coach Spoelstra (…) ora sto cercando di farla funzionare, io credo in questi ragazzi e loro credono in me ed è questo il segreto“.
Jimmy Butler ha chiuso gara 6 con 2 su 6 al tiro da tre punti, arma che l’ex Bulls ha riscoperto proprio in questi playoffs dove sta viaggiando con il 36.4% su oltre 4 tentativi a partita. “Diventa infermabile quando vede l’opportunità di chiudere una serie e quando c’è da risolvere la partita. Non vuole prendersi rischi e stasera si è visto“, dice Erik Spoelstra “Ha giocato una serie brillante e ha visto l’opportunità di chiuderla stasera. Niente gara 7 per lui“.
“E’ un giocatore dalla gande competitività e quando è concentrato solo sul condurre la sua squadra a vincere, tutto il resto per lui diventa irrilevante. Lui non si perde in altre cose, fa solo tutto quello che serve per il risultato“, parola di Bam Adebayo.
La chiosa perfetta, suo malgrado, alla serie e alla prestazione di Jimmy Butler la mette proprio Joel Embiid: “Anche a me piacerebbe essere ancora compagni di squadra… ancora non so come abbiamo fatto a lasciarlo andare ma è andata così“.
Con Butler, Adebayo e coach Spoelstra, i Miami Heat hanno raggiunto la seconda finale di conference in 3 stagioni, e ora attendono la vincente della serie tra i Boston Celtics e i Milwaukee Bucks, con i campioni NBA in carica in vantaggio per 3-2.