Si avvicina l’inizio della stagione NBA, e iniziano i primi incontri tra media e giocatori. Kyrie Irving nella giornata di ieri ha risposto alle diverse domande dei giornalisti nella nuova veste di giocatore dei Brooklyn Nets, franchigia che ritroviamo rinnovata con gli arrivi dell’ex Celtics, di Kevin Durant e di DeAndre Jordan.
Una delle domande principali fatta ad Irving è stata quella che riguardava l’addio ai Boston Celtics, cui aveva promesso a tutti i tifosi la rifirma del contratto all’inizio della scorsa stagione.
Le parole di Irving sull’addio a Boston
Ecco il lungo racconto di Kyrie sulla scorsa stagione ai Celtics e sui principali motivi dell’addio alla squadra:
Penso che ad inizio stagione ci fosse un’atmosfera incredibile a Boston, sopratutto guardando al futuro. Il mio obiettivo era quello di fare da leader a un gruppo di giovani. C’era grande positività poiché la stagione precedente avevamo fatto dei grandi Playoffs. Avevo detto ai tifosi che avrei rifirmato se mi avessero voluto. Ed effettivamente quello era il mio obiettivo: i tifosi mi amavano e io amavo loro. Poi, già dopo due settimane, molte cose sono cambiate. A partire dalla morte di mio nonno, che ha messo il basket all’ultimo posto dei miei pensieri. Ho passato un periodo molto complicato. Credevo di poter guidare lo sviluppo della squadra, mentre invece non ero pronto. Avevo un grande rapporto con tutti i compagni, ma in termini di leadership, ho fallito. Ho la sensazione che tutti volevamo essere forti, ma non come collettivo. Penso sia normale perché succede a tutti gli esseri umani, che si voglia ammettere o meno. Tutti abbiamo obiettivi personali, famiglia, amici. A tutti piace poter dire all’altro di fare qualcosa, o di sviluppare una qualità. Vince il campionato chi riesce a sacrificarsi, e quelli sono i team con più esperienza. Mentre nei team più giovani c’è quella esuberanza che non ti permette di capire che, per poter vincere, serve migliorare ancora molte cose. E anche io credo di aver fatto questo errore