I Miami Heat stanno ridefinendo il concetto di “next man up“, il prossimo uomo in piedi, in questi playoffs NBA e gara 1 delle semifinali di conference contro i New York Knicks è stato un altro esempio.
Miami ha vinto per 108-101 al Madison Square Garden contro i Knicks senza Julius Randle, e traendo il meglio mai visto da anni a questa parte da veterani spremuti si, ma forse non del tutto, come Kyle Lowry e Kevin Love. L’ex Raptors e l’ex Cavs si sono rivelati le spalle ideali nel secondo tempo per Jimmy Butler, e quando il numero 22 di Miami si è infortunato alla caviglia destra lo hanno sostituito, assieme a Gabe Vincent che ha dimostrato di non aver perso la mano dalla serie contro Milwaukee.
Jimmy Butler ha segnato 25 punti con 11 rimbalzi ma ha terminato la sua partita giocando praticamente da fermo, dopo una storta alla caviglia rimediata contro Josh Hart che si era sbilanciato in avanti nel tentativo di ostacolare un suo tiro. L’ex giocatore di Portland è finito col peso sopra alla caviglia di Butler che è rimasto a terra per alcuni minuti, e che dopo il timeout ha voluto restare in campo, per battere i due tiri liberi e per completare la partita.
In quel momento mancavano ancora 5:05 da giocare nel quarto quarto e gli Heat si erano già scavati un piccolo ma prezioso vantaggio di 5 punti. A crearlo, Butler e Max Strus con i punti ma Kevin Love con quella che negli anni è diventata la sua specialità, il rimbalzo difensivo con apertura a tutto campo verso il compagno lanciato in contropiede. Un’azione vista e rivista a Cleveland ai tempi di LeBron James e che Love ha tirato fuori dalla sua valigia dei trucchi, il 4 volte all-Star ha chiuso la sua gara 1 con 9 punti, 5 rimbalzi e 4 assist in appena 18 minuti, quanto mai preziosi.
E quando Butler è stato costretto a giocare per rappresentanza, zoppicante e fermo in un angolo ad aspettare il pallone, anche Kyle Lowry è arrivato in soccorso, con 18 punti in 30 minuti, 5 rimbalzi e 6 assist con 4 stoppate (!) e la consueta leadership nel procurarsi falli, chiamare timeout per uscire da situazioni a rischio palla persa e sporcare palloni altrui, come ben sanno ora RJ Barrett e Jalen Brunson.
Miami si è presentata per gara 1 al Garden senza Tyler Herro, senza Victor Oladipo, con una panchina inesistente eccezion fatta che per Lowry, e con un Butler a mezzo servizio, forse anche meno, per metà del quarto periodo. E ha vinto.
“Jimmy? Lo conosco troppo bene, mi ha assicurato dopo l’infortunio che non sarebbe stato un peso e che voleva restare in campo per completare l’opera, che era la cosa più importante. Quello che succederà nelle prossime 48 ore lo vedremo (…) non si sa mai con le storte alle caviglie, ci tocca solo aspettare e vedere“, così coach Erik Spoelstra, il cui labiale senza bisogno di traduzioni è stato pescato dalle telecamere al momento dell’infortunio di Jimmy Butler.
Dopo la partita, Butler non ha voluto soffermarsi troppo sul suo infortunio. Per lui hanno parlato gli altri, come Lowry: “Lui è il nostro leader, la nostra star e il giocatore franchigia, noi lo vogliamo sempre vedere in campo e OK ma se così non sarà troveremo un altro modo. Ma lui è un tipo tosto“.
Cosa fare ora in gara 2? L’obiettivo minimo di vincere una partita in trasferta è già stato centrato, Miami si è assicurata il vantaggio del campo nella serie e se le condizioni della caviglia di Jimmy Butler non dovessero essere abbastanza buone, la prospettiva di saltare la seconda partita appare meno grave, con tale logica.
Per gli Heat, Bam Adebayo ha segnato 16 punti con 8 rimbalzi e fatto a sportellate per tutta la gara con Mitchell Robinson, per Gabe Vincent 20 punti con 5 su 12 da tre, compresa la tripla del +6 (100-94) subito dopo l’infortunio di Butler.