In una squadra di pallacanestro ci sono diverse categorie di giocatori: i titolari che partono sempre in quintetto, che hanno un rendimento migliore partendo da starters, il sesto uomo colui che è il primo ad entrare dalla panchina per una serie di motivi, di impatto che può avere sulla partita e infine troviamo i gregari; che possono essere coloro che giocano solo quando l’allenatore non ha più nulla da chiedere alla partita, il cosiddetto garbage time, o che magari hanno un ottimo impatto uscendo dalla panchina. Ecco a questa categoria appartiene senz’altro Jan Vesely, ala grande del Fenerbahce che quest’anno sta avendo un ruolo molto importante negli schemi di Obradovic.
Nato a Ostrava il 24 Aprile 1990, esordisce con la maglia dello Slovan Lubiana prima di approdare al Partizan Belgrado, dove vince tre titoli in tre anni, in una delle piazze più calde d’Europa. Approda successivamente in Nba, giocando dal 2011 al 2014 per gli Washington Wizards, prima di cambiare aria per andare ai Denver Nuggets ma l’esperienza non lo soddisfa abbastanza tanto che decide di tornare in Europa al Fenerbahce alla corte dell’allenatore più vincente dell’Eurolega, Zelimir Obradovic. E se lo scorso anno è stato una sorta di fallimento l’esperimento Obradovic, quest’anno sicuramente si sta vedendo l’impatto del coach serbo: in particolare su Jan Vesely. Infatti in uscita dalla panchina, l’ala ceca ha un impatto sulla partita molto importante segnando sempre canestri pesanti e andando spesso in doppia cifra nonostante il minutaggio sia all’incirca di 20 minuti. Come successo nella prima partita di Top 8, quando nonostante abbia giocato appena 21 minuti ha chiuso la partita con 23 punti (11/14 al tiro) , 7 rimbalzi e 25 di valutazione. Se le speranze del club turco di andare in finale passano da qualcuno, oltre ai rinomati Bjelica Gaudelock e Bogdanovic, senza dubbio sarà necessaria il lavoro sporco in difesa e la dolcezza delle mani in attacco da parte di Jan Vesely.
Per Lega Basket A Passion,
Mattia Picchi (Mattiapicchi on Twitter)