Home NBA, National Basketball AssociationNBA News Shai Gilgeous-Alexander: “Non mi è mai piaciuto il gioco di LeBron”

Shai Gilgeous-Alexander: “Non mi è mai piaciuto il gioco di LeBron”

di Filippo Beltrami

Come già successo anche con altri giocatori, sia del presente che del passato, anche Shai Gilgeous-Alexander ha reso pubblico il fatto di non essere un amante del gioco di LeBron James. La stella degli Oklahoma City Thunder ha infatti dichiarato che, crescendo, non ha mai ammirato quello che il giocatore dei Los Angeles Lakers facesse sul parquet. “Non mi è mai piaciuto il gioco di LeBron. Quando ero giovane lui era super atletico, e io non lo ero. Lui era più di due metri e super forte, e io non ero neppure quello.”

Parole che danno verità anche a quelli che sono i fisici dei due atleti. Gilgeous-Alexander infatti è alto 198cm (che non è comunque poco per una guardia) per un peso di 81kg, mentre James è alto 206cm per 113kg. Proprio per questo il giocatore canadese ha anche detto di preferir battere i propri avversari con la sua tecnica, piuttosto che usando il fisico come invece fa il numero 23 gialloviola.

Non è la prima volta che Shai Gilgeous-Alexander esprime un parere controverso su LeBron James

Questa però non è la prima volta che SGA si presta ad un “hot take” su James. Nel novembre scorso, infatti, il nativo di Toronto aveva proclamato Kobe Bryant come il miglior giocatore di tutti i tempi, sopra ad appunto James e Michael Jordan. “Kobe è un Micheal Jordan sotto steroidi. Kobe ha cinque anelli… Lo dico chiaro e tondo. Kobe Bryant. Per spirito combattivo, titoli… c’è tanta roba che bisogna guardare. Se dovessi fare una classifica direi Kobe primo, Bron secondo e Mike terzo.”

Nella sua quinta stagione nella lega, Shai Gilgeous-Alexander sta avendo quello che oltreoceano chiamano un “breakout year”, ovvero l’anno della svolta e, fin qui, il migliore della sua carriera. Infatti, sta viaggiando a 31.4 punti, 4.8 rimbalzi, 5.5 assist e 1.7 palle rubate di media a partita. Il tutto tirando con il 51% dal campo, 34.9% da tre punti e il 90.4% ai liberi. Questi numeri gli sono valsi la prima convocazione all’All-Star Game della sua carriera e, molto probabilmente, gli varranno anche la prima nomina in uno dei tre quintetti All-NBA, soprattutto se i Thunder riusciranno a qualificarsi per la postseason.

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