Continua a regnare l’incertezza in casa Rockets, soprattutto per ciò che concerne il futuro della stella principale della squadra, James Harden. Stando a numerose indiscrezioni riportate nelle scorse settimane, molte delle quali da fonti autorevoli del calibro di Adrian Wojnarowski e Shams Charania, infatti, il fuoriclasse dei texani avrebbe manifestato la propria intenzione di cambiare aria dopo otto anni, motivando la sua decisione con la volontà di competere seriamente per l’anello, cosa che non sentirebbe di poter fare in quel di Houston. Rumors e poco altro, certo, ma spesso e volentieri anche nelle storie più assurde c’è un fondo di verità.
Dopo aver ricoperto il ruolo di sesto uomo per tre anni agli Oklahoma City Thunder, disputando (e perdendo) le Finals nel 2012, Harden a Houston è diventato uno dei giocatori più forti e immarcabili della lega, venendo convocato all’All-Star Game per otto anni di fila, portando in altrettante occasioni i Rockets ai playoffs, vincendo l’MVP e riscrivendo tantissimi record. Nonostante ciò, i texani non sono mai andati oltre le Finali di Conference, raggiunte in due occasioni, sfiorando l’approdo alle Finals nel 2018, anno in cui si arresero per 4-3 al cospetto dei Golden State Warriors a causa di un infortunio riportato da Chris Paul nel finale di gara-5, con i Rockets avanti 3-2 nella serie.
Sin da quel momento, Houston non ha mai dato l’impressione di poter lottare per il titolo, venendo eliminata al secondo turno nei due anni successivi. Oltre a ciò, i Rockets hanno dovuto fare i conti con la partenza di numerosi tasselli fondamentali di quella squadra che poco più di due anni fa sfiorò l’impresa con gli Warriors (Paul, Capela e Ariza su tutti) e con scelte che non hanno ripagato appieno il coraggio della franchigia, come quella di puntare sullo small ball estremo. Negli ultimi due anni con D’Antoni in panchina, il rendimento della squadra è calato anche in regular season (record complessivo 97-57) rispetto alle prime due stagioni dell’ex Baffo (ben 120 vittorie e appena 44 sconfitte tra il 2016 e il 2018).
Fino a poche settimane fa, Harden sembrava destinato a trasferirsi ai Brooklyn Nets per raggiungere Kevin Durant, già suo compagno di squadra tra le file degli Oklahoma City Thunder dal 2009 al 2012, Kyrie Irving e il già citato Mike D’Antoni, da poco nominato assistant coach del suo pupillo Steve Nash in quel di New York. Stando ai numerosi rumors, sarebbe stato proprio il Barba a richiedere la cessione ai Nets, dopo essersi allenato con Durant e Irving: il primo, però, ha recentemente smentito di aver discusso in merito al suggestivo scenario con l’attuale numero 13 dei Rockets.
Harden via dai Rockets per andare ai Nets? La smentita di KD
Nets’ Kevin Durant reacts to James Harden-to-Brooklyn rumors https://t.co/b4uGkPBwW3
— The Rockets Wire (@TheRocketsWire) December 1, 2020
“Chiunque al giorno d’oggi può creare una storia accattivante, ma la verità è che durante l’off-season mi sono concentrato sul lavoro per recuperare la forma migliore. Ovviamente io e James siamo molto amici e non posso negare di aver sentito tanti rumors su un suo eventuale approdo a Brooklyn, ma non abbiamo mai parlato della possibilità di giocare insieme. Vedremo cosa succederà.”, ha dichiarato il due volte campione NBA e MVP delle Finals in merito alle tanti voci sul possibile Big Three da sogno Durant-Harden-Irving a Brooklyn.
Harden ha altri due anni di contratto a poco più di 171 milioni di dollari coi Rockets, ma al termine della stagione 2021\22 potrà declinare la player option e diventare unrestricted free agents. Poche settimane fa, Houston ha provato a blindarlo con un’offerta monstre, un biennale da 103 milioni, che lo avrebbe reso il primo giocatore di sempre a guadagnare almeno 50 milioni in una stagione: il Barba ha però declinato l’offerta per valutare attentamente l’evolversi della situazione in casa Rockets.
Questi ultimi, dal canto loro, non sono particolarmente contenti dell’atteggiamento avuto da Harden nel richiedere la trade, ma al contempo sono tranquilli perché sanno di avere il coltello dalla parte del manico. Come già ribadito più volte dalla franchigia texana, infatti, chi vorrà accaparrarsi l’otto volte All-Star dovrà fare un’offerta sensazionale. Nell’eventualità in cui nessuna squadra fosse disposta a svenarsi in tal senso, il giocatore rimarrebbe a Houston almeno fino alla scadenza del contratto, uno scenario che non dispiacerebbe affatto ai Rockets.