Roma, 3 ottobre 2023. Federico Buffa ha partecipato al talk “Federico Buffa Talks – Storie di Sport, José Mourinho”, nell’ambito delle celebrazioni di “Sky, 20 anni”. Al margine dell’evento, nonostante la poca attinenza con la tematica del proprio speech, il giornalista ha risposto ad alcune domande di NBAPassion.com.
Parliamo di Datome. Cosa ne pensa del suo ritiro e cosa può comportare nel panorama cestistico in questo momento?
“Penso che non ne fanno più uno così. Penso che è impossibile che possa venire fuori un giocatore che si comporta nel modo in cui si comporta lui. E’ triste dirlo, perché non sappiamo cosa ci riserva realmente il futuro, ma faccio fatica a pensare che possa nascere un campione con quelle caratteristiche, quella facilità sarda, quel rispetto, quella cognizione di chi è, cosa fa e perché lo fa”.
Passiamo invece alla prossima stagione NBA. Chi è la favorita per vincere il prossimo anello? C’è qualcuno più avanti degli altri?
“A così tanti mesi dai playoffs è complicato stabilirlo. In più, io vorrei prima sapere una cosa, e cioè se l’Iverson aggiornato al terzo millennio, di nome Ja Morant, torna. Dopo le 25 partite che gli hanno assestato, che gli vada la testa a posto non è possibile, ma una cosa che può fare è assumere un altro tipo di atteggiamento una volta compreso che si sta bruciando, nel fiore della carriera, la possibilità di essere uno dei più divertenti e dominanti giocatori della lega. Adesso hanno messo al suo fianco uno come Smart che, con quell’etica, anche se privo della visibilità che ha Morant, lo può guardare e incenerire per quanto riguarda atteggiamenti sbagliati e comportamenti inadatti anche in campo, nonostante finora sia stato irreprensibile lì. Se Morant non sfrutta quell’occasione lì, secondo me si butta veramente via, ancor più di come ha fatto con il ferro in mano. Ma, se per caso quei due diventano i padroni della squadra, nel senso migliore del termine, secondo me Memphis ha tutto quello che serve per far saltare il banco ad Ovest, anche se al momento ci sono altre 3 o 4 squadre molto più forti”.
Sempre in ottica Ja Morant, mi sembra quindi di capire che secondo lei è giusta la “punizione” che gli ha assestato Silver.
“Facciamo così. Facciamo un paragone con un caso contemporaneo, più semplice da spiegare ad un ascoltatore. Secondo te, una situazione simile a quella del centrocampista della Reggiana (Manolo Portanova, accusato di stupro, n.d.r.), condannato in primo grado e quindi, ai sensi di legge, innocente sino alla seconda pronuncia, come si sarebbe comportata la NBA?”.
Conoscendo Silver, temo non sarebbe stato così morbido.
“Quello che non viene compreso da questa parte dell’oceano è il termine tecnico che usano gli americani. ‘Conduct detrimental to the league’. La sanzione è inflitta dalla lega, non dalla squadra. Ed è il Commissioner, che ha pieni poteri e prende un milione di dollari da ciascuna delle 30 squadre della lega, se non di più, a decidere che ci vuole una condotta a detrimento. E questo è anche il motivo per cui, negli anni ’70, la NBA non poteva trasmettere le Finals in diretta. Era piena di droga e i giocatori non erano affidabili per il grande pubblico. Poi, con l’arrivo di Elgin Baylor cambia tutto, ma attenzione a non commettere l’errore di tornare a fare i gangster di strada, che è proprio quello che gli sponsor non vogliono vedere”.
Torniamo invece al basket giocato. Difficile stabilire una favorita ma, per il capitolo squadra peggiore dell’anno, c’è qualche team in particolare che non farà una stagione di livello?
“E’ facilissimo. Sicuramente i Clippers, che credo non abbiano cambiato neanche i palloni dallo scorso anno. Se soltanto Kawhi giocasse non dico 82 partite più playoffs, ma almeno 55/60 partite in regular season e il 90% dei playoffs allora ne possiamo riparlare. Ma tanto non succederà mai”.
Si ringrazia il team di Sky per la possibilità, e l’intervistato per la cordialità dimostrata.