Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti Chi è Jalen Suggs: il (quasi) eroe delle Final Four che ha fatto sognare gli Zags

Chi è Jalen Suggs: il (quasi) eroe delle Final Four che ha fatto sognare gli Zags

di Giovanni Oriolo
Jalen Suggs

Jalen Suggs: Un Jason Kidd più atletico o un Jrue Holiday più attaccante?

A differenza di Cade Cunningham, Jalen Suggs è una point guard più tradizionale: meno scorer puro e più uomo squadra e assist-man. Ma nonostante ciò la comparison che gli esperti fanno del ragazzo variano tra guardie con stili decisamente diversi. Da Brandon Roy a Chauncey Billups, passando per Damian Lillard.

Tra i paragoni più realistici, credo vi siano quelli con Jason Kidd e Jrue Holiday. A seconda dello sviluppo futuro del suo gioco, Suggs avrà la possibilità di arrivare ai livelli del primo o “fermarsi” a quelli del secondo. L’unica certezza è che il talento c’è, ed è evidente.

Suggs, di Kidd, ha la leadership, la visione di gioco, la capacità di raggiungere i compagni lungo tutto il campo e di penetrazione. In più, nonostante abbia un tiro dalla distanza nella media, ha l’abilità di essere una minaccia per il canestro avversario ovunque si trovi, e un atletismo fuori dal comune. Di Holiday, invece, ricorda la capacità di poter sia dominare la sfida palla in mano, che di poter essere pericoloso lontano dalla palla e punendo gli scarichi. Sicuramente, rispetto al giocatore dei Bucks, è meno specialista difensivo, ma in un sistema ordinato può diventare un pezzo importante in entrambe le metà campo. In più è un discreto rimbalzista per il suo ruolo e la sua stazza.

Ciò che accomuna i due giocatori sopra citati con Jalen Suggs è la sua capacità di essere un uomo squadra e riuscire a far salire il livello dei compagni con le sue giocate. Il suo impatto sulla squadra si è visto anche nel maggior rendimento dei compagni. I due lunghi di Gonzaga, Drew Timme e Corey Kispert, hanno entrambi aumentato la loro efficienza e la qualità delle prestazioni rispetto all’anno scorso. Gran parte di questo merito è senza dubbio da assegnare all’arrivo di Suggs. Il 19enne, con il suo arrivo, ha portato una maggiore pericolosità nel backcourt, una mano ancora più educata nel servirli, ma soprattutto una maggiore intelligenza cestistica e capacità di leggere le difese.

L’ormai ex playmaker degli Zags, infatti, non è il classico giocatore di college che penetra a testa bassa o prende spesso tiri forzati. Anzi ha una discreta shot selection e ottima capacità di scaricare il pallone anche all’ultimo, trovando sempre il compagno libero. Ma la sua più grande dote è la capacità di leggere sempre la giocata migliore in frazioni di secondo. In più riesce spesso a capire in anticipo le scelte difensive degli avversari (abilità sviluppata probabilmente nei suoi anni al liceo passati come quarterback).

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