Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti Rossa o blu? Gara 5 di Trail Blazers-Nuggets in qualche pillola

Rossa o blu? Gara 5 di Trail Blazers-Nuggets in qualche pillola

di Lorenzo Fae
Trail Blazers-Nuggets

Gara 5 è una partita dal fascino maledetto.
É come l’indizio prima di rivelare il colpevole in un giallo, o come il quarto rigore, quello che metterà una squadra e una soltanto con le spalle al muro.
Ha un fascino sottile ma estremamente tagliente, niente a che vedere coi fuochi d’artificio di un match win or go home, o col peso dell’ultima pagina del libro dove si scoprirà chi, fra i maggiordomi, è l’assassino.

Trail Blazers-Nuggets non è però un giallo, semmai è il racconto epico di una battaglia – non solo per la durata record di Gara 3 – tanto dura quanto incerta.
Dopo il successo di Denver in gara 1, la franchigia dell’Oregon ha assestato due colpi importanti per ribaltare la serie e giocarsi in casa, in gara 4, una fetta importante delle Finali di Conference ad ovest.
Ma proprio quando sembrava fatta, il Joker dei balcani e Murray, oltre ad un ritrovato Barton, sono riusciti a riportare la serie fra i monti del Colorado in parità.
Inizia perciò stanotte (ore 4:30 italiane, ndr) una mini-serie al meglio delle 3 in cui, in perfetto stile Playoff, ogni strategia andrà riscritta, per mezzo di ciò che dall’altra parte dell’oceano chiamano “adjustments”.

Quali possono essere le chiavi per portarsi a casa Gara 5? Chi sarà spalle al muro quando si farà ritorno al Moda Center?
Chi se la porterà a casa lo sapremo solo quando suonerà la sveglia per ricordarci che anche di mercoledì mattina si deve lavorare, ma come potrebbe riuscirci, chiunque ce la farà?

5° partita, 2 Squadre, 3 chiavi per portarsela a casa. Facciamo qualche ipotesi partendo dai padroni di casa.

TRAIL BLAZERS-NUGGETS: AD OGNI QUADRO LA SUA CORNICE

Trail Blazers-Nuggets

Gary Harris, Nikola Jokic e Jamal Murray

Se Jokic e Murray sono il centro dell’energia per questa squadra, oltre che un riferimento costante nei momenti chiave, è anche vero che senza un’ adeguata cornice, anche un capolavoro può rischiare di perdersi.
Ecco perché, oltre ai già citati, saranno fondamentali gli apporti di Barton (malino all’inizio di questa serie, ma in netta ripresa), Millsap, uno dei pochissimi in questa squadra ad avere esperienza nei PO, Harris & Beasley almeno se non soprattutto per limitare il back court dei Trail Blazers, che seppur con un Lillard che non tira benissimo, hanno creato non pochi problemi alla difesa Nuggets.
In questo tornerà utile Craig per dare il suo contributo e lasciare un po’ di respiro agli starters, specie per quando la palla peserà nell’altra metà campo.
Se la “parte centrale” del supporting cast di Denver riuscirà ad instradare la partita verso il game plan di coach Malone, allora anche il duo che sta facendo impazzire il Colorado potrebbe ritrovarsi la strada inclinata in discesa nei risvolti di Gara 5.

TRAIL BLAZERS-NUGGETS: CHI VA PIANO…

Sia Denver che Portland sono due squadre dal ritmo offensivo basso, almeno in questa serie.
Denver ha una grande capacità di squadra di passarsi la palla e trovare il tiro giusto, legando le proprie fortune offensive un po’ meno di quanto non facciano i Trail Blazers all’esecuzione.
Avere un vero e proprio visionario del gioco come Jokic aiuta parecchio per poter sviluppare questo genere di pallacanestro, ma è doveroso adattare la gara a dei ritmi consoni ai suoi attori principali.
Per questo, tenere un ritmo di gara non elevato, limitare al massimo i tiri concessi nei primi 7 secondi ad avversari come Lillard e McCollum, o quel Rodney Hood che tanto ha fatto male in gara 3, potrebbe rivelarsi utile su entrambe le metà campo.

THE JOKER

Trail Blazers-Nuggets

Nikola Jokic, il centro dei Denver Nuggets

È scontato, scontatissimo.
Ma sarebbe stupido, stupidissimo, ignorare quello che un ragazzone serbo sta facendo passare alle difese NBA che devono incontrarlo, anche durante questa Postseason.
Oltre alle cifre disarmanti, che lo pongono legittimamente al centro di molte attenzioni, è l’atteggiamento di Nikola Jokic a farlo sembrare un vero fenomeno.
Sta facendo adattare su di lui un discreto numero di difese diverse, senza praticamente mai scomporsi, né snaturare il suo gioco, anzi, aprendo possibilità sempre nuove per i compagni, dal post come dal gomito (luogo in cui Portland non lo manda volentieri, ma che per questo è bravissimo a guadagnarsi).
Basterà per decidere gara 5 se venissero a mancare le due “pillole” quì sopra?
God only knows.
Ma forse, qualcosa la sa anche Il Joker.

RODNEY, THE UNDERDOG

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Rodney Hood, la guardia dei Portland Trail Blazers

Siamo sinceri, in pochi pensavano (compreso chi vi sta scrivendo) che Rodney Hood potesse avere un impatto del genere su una semifinale Playoff (per giunta ad Ovest).
Ma l’ex Utah si è dimostrato tanto affidabile in difesa quanto in attacco, potendo godere delle maggiori attenzioni che il duo Damiano&CJ attira a sé, trovandosi spesso con tiri wide open da prendere e buttare dentro.
In una gara 5 fuori casa, imporsi subito come un fattore del match anche a livello offensivo, potrebbe portare a benefici inaspettati proprio i soliti pistoleri dell’Oregon, ai quali bisognerebbe concedere qualche spazio in più.
In pratica, con Hood a confermarsi un fattore (e cosa meglio di una gara 5 potrebbe consacrare un’ascesa durante la postseason?) il game plan difensivo dei Nuggets dovrebbe fare degli adeguamenti, un’arma a doppio taglio che non so quanto Malone voglia trovarsi a maneggiare.

TRAIL BLAZERS-NUGGETS: RUN FAST, PLAY FASTER

Una delle chiavi principali, se non LA chiave per questa Game 5 (ma forse per l’intero proseguimento della serie) sarà il controllo del ritmo di gioco.
Se, come scritto quì sopra, la chiave per Denver sarà il ritmo controllato, i repost quasi sistematici per Jokic a togliere un minimo di velocità, per i ragazzi di coach Stotts giocare a ritmo elevato diventa quasi necessario, e forse meno rischioso di quanto possa sembrare, siccome in fin dei conti si sta parlando di alzare il ritmo fuori casa con una posta in gioco abbastanza alta, diciamo che pochi manuali lo trovereste come suggerimento.
Ma aldilà di far stancare Jokic il più possible nella speranza di togliergli lucidità una volta che avrà la palla in mano, che già di per sé potrebbe valere il rischio, controllare il ritmo riuscendo ad alzarlo, aumentare il numero dei possessi, dei tiri liberi e delle seconde possibilità create dai rimbalzi offensive, potrebbe pagare dividendi soddisfacenti dalle parti dell’Oregon.

TURCHIA – SERBIA: L’ALTRA CHIAVE DI TRAIL BLAZERS-NUGGETS

Che Enes Kanter fosse un giocatore particolare, oltre che un uomo particolare, lo si può evincere consultando le vicende extracestistiche di cui è stato protagonista poco più di un anno fa.
Difficile dunque pensare che una persona con quella caratura possa poi essere un giocatore che abbassa la testa “solo” perché di fronte ha uno dei giocatori più forti e completi che la scuola balcanica abbia mai prodotto (e ad occhio e croce qualcuno l’ha prodotto). Di fatti così è stato.
Nonostante il serbo abbia praticamente sempre chiuso in tripla doppia le quattro precedenti dispute, non ha avuto e non avrà vita facile finché di fronte a lui troverà il turco pronto ad ostacolarlo.
Ma la vera chiave potrebbe essere nel rendimento offensivo di Kanter, per il quale varrebbe lo stesso discorso di Hood, ovviamente rapportato al suo ruolo in campo e in questa squadra.
Accenni di storie tese ce ne sono già stati, portare the Joker un po’ fuori dai binari in cui ha giocato in questa serie sarebbe senza dubbio funzionale al gioco dei Trail Blazers.
A Lillard e McCollum spetterebbe poi far venire via dal Pepsi Center i ragazzi di Ripcity con la prospettiva di non doverci più tornare, almeno fino alla stagione 2019/2020.

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