88-140. Questo recita il tabellino della sfida fra Golden State Warriors e Boston Celtics, che passeggiano sul parquet casalingo del TD Garden. Golden State mai in partita e prigionieri di una tattica, quella del coach dei Celtics Joe Mazzulla, molto orientata alla difesa.
La risposta della squadra allenata Steve Kerr non è per nulla alla pari con un reparto difensivo vittima della disastrosa difesa di Draymond Green. Chi avrebbe dovuto marcare? Jaylen Brown, semplicemente l’uomo più in forma dei C’s.
Cronache di una disfatta. Esegue Draymond Green
In questo capitolo di Cronache di Una Disfatta, Draymond Green è assoluto protagonista, lasciando Brown completamente libero dal perimetro per la maggior parte del primo quarto. Brown non ha avuto difficoltà segnando 19 dei suoi 29 punti nel primo quarto. Green spiega questa scellerata tattica così: “Abbiamo messo in atto la nostra strategia, tipo 15 minuti prima di uscire dagli spogliatoi, ma non ha funzionato. Va bene così. Ho pensato che fosse divertente provarci”.
Peccato che a scherzare col fuoco ci possa bruciare severamente. Brown, libero di tirare da ogni dove, ha chiuso la partita come detto con 29 punti, aggiungendo 3 rimbalzi e 3 assist, annichilendo i Golden State Warriors che sono riusciti anche a subire un parziale di 23-1 nel finale del primo quarto. Sembrava di vedere i cugini dei giocatori degli Warriors, non Curry, Green, Thompson e Paul.
Lo stesso Brown, chiamato all’All-Star Game del mese scorso, ha dichiarato: “Per me è stato un po’ irrispettoso. Ma è quello che è. Sono uscito e ho fatto quello che so fare meglio. I miei compagni di squadra mi hanno dato la carica. Mi hanno detto: “Non ci interessa se tiri tutti i tiri”. In questa squadra si tratta di fare le giocate giuste, di coinvolgere i ragazzi. Sento di averlo fatto per tutta la stagione e continuerò a farlo. Ma non bisogna farsi ingannare”.
Cio che è certo è che gli Warriors hanno affrontato la partita in maniera superficiale, non pensando di andare a giocare contro la squadra col miglior record della lega. A sottolinearlo è lo stesso Steve Kerr che ha provato a giustificare il danno dicendo: “Bisogna scegliere gli abbinamenti. Volevamo che Draymond fosse in grado di aiutare nei nostro possessi e assicurandoci che non ci venissero concesse cose facili nel pitturato. L’arma vincente è stata la transizione, dall’inizio alla fine. Hanno realizzato 42 punti in transizione. Non si vince una partita con una simile mancanza di consapevolezza difensiva”.