I Golden State Warriors hanno eliminato i Memphis Grizzlies in Gara 6, vincendo per 110-96 e passando alle Finali di Conference.
E se bisogna ringraziare qualcuno, quel qualcuno è Klay Thompson che, dopo innumerevoli ore di riabilitazione e sofferenza, arrivato di nuovo ai playoffs non ci pensava nemmeno di sprecare l’occasione. Ha quindi deciso di voler brillare, dopo un’assenza di due anni e mezzo a causa di una lacerazione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, e poi una lacerazione del tendine d’Achille destro.
“È qualcosa che mi viene naturale” ha detto il diretto interessato. “Non sono andato a dormire ieri sera pensando di segnare 30 punti, o comunque di tirare bene la palla“. E questo è il tipo di energia che Klay ha incanalato nella partita di venerdì, in cui ha chiuso con 27 punti, 8 rimbalzi e ben 8 tiri da tre.
In questa serie Klay aveva tirato con il solo 38% dal campo e il 29% da tre punti, ma la sua migliore prestazione di tiro è arrivata quando più contava, e quando gli Warriors ne avevano più bisogno, avendo tirato con il 36% complessivo dal campo.
“Avevo un sacco di energia repressa negli ultimi due anni, e trovandomi in questa situazione, per chiudere la partita lì, è venuto fuori tutto” ha detto. “So quanto sia difficile arrivare a questo punto della stagione, e tutto è venuto fuori al momento giusto. E vedere i tifosi degli Warriors, è stato un qualcosa che ho cercato di assaporare per quanto pochi siano stati i secondi che ho avuto”.
Oltre a Klay, a dare una mano c’è stato ovviamente anche uno Steph Curry da 29 punti e ben 6 triple, che ha ritrovato il suo tocco al tiro, e un Draymond Green che ha contribuito come al solito con 14 punti, 15 rimbalzi e 8 assist. Andrew Wiggins ne ha aggiunti 18 (con un paio di buone triple a bersaglio) e infine Kevon Looney è ritornato titolare e ha raccolto ben 22 rimbalzi.
Sono stati inoltre proprio Curry e Green a spingere affinché Looney partisse titolare, quando gli Warriors hanno fatto il punto della situazione dopo l’imbarazzante sconfitta da 134-95 di mercoledì sera. Gli Warriors erano determinati a fare molto di meglio.
Il team ha riscontrato problemi soprattutto da quando hanno inserito Jonathan Kuminga nel quintetto titolare prima di Gara 3, dunque per loro era estremamente importante iniziare meglio offensivamente e difensivamente, per evitare una Gara 7 lunedì sera, che si sarebbe tenuta a Memphis. Dunque la scelta migliore è stata ricorrere a Kevon Looney, e gli Warriors sono partiti più forte, riuscendo anche a mantenere la calma e controllando il ritmo.
Ora il prossimo passo sono le finali della Western Conference. Dopo che il team ha affrontato i Nuggets dell’MVP Nikola Jokic, ha dovuto sconfiggere una squadra giovane e atletica quale Memphis (che non si è mai tirata indietro in una serie in cui non sono mancati fisicità e drammi) e ha perso per strada coach Steve Kerr causa Covid, si accinge ora ad affrontare la vincente tra Dallas e Phoenix, che si giocheranno Gara 7 domenica. Nel caso in cui dovessero passare i Suns, avrebbero il fattore campo a loro favore, mentre i Mavericks no. I Dubs presteranno dunque molta attenzione ai risultati.
“Amo i playoff” ha detto Klay Thompson. “È il momento in cui i ragazzi tirano fuori la loro energia migliore e ci sono campioni in entrambe le squadre. Farò il mio dovere di osservatore e cercherò di fare scouting per due grandi squadre”.