La stagione 2022-23 dei Los Angeles Lakers si è chiusa con un fallimento di grande successo, per citare Tom Hanks-Jim Lovell in Apollo 13 di Ron Howard.
Successo, perchè arrivare alle finali di conference dopo aver iniziato la stagione con 2 vittorie e 10 sconfittenon è cosa da poco, e perché una volta tanto il management dei Lakers è riuscito, in sede di mercato, a trovare il giusto equilibrio tra le esigenze a brevissimo termine del 38enne LeBron James, che chiedeva un roster di livello per competere ai playoffs, e le esigenze a medio-lungo termine di una franchigia che esisterà, eccome se esisterà, anche dopo LBJ e non si può più permettere, a dio piacendo, 10 anni di secche come quelli che hanno succeduto il declino sportivo di Kobe Bryant.
E successo perché nel frattempo, cosa che non accadeva da un po’, i Lakers hanno trovato in Rui Hachimura e soprattutto Austin Reaves due giocatori buoni e futuribili, un piccolo patrimonio da conservare.
Il fallimento? Arrivare alle porte delle NBA Finals e non andarci, per i Los Angeles Lakers non può non essere considerato tale, anche con tutte le attenuanti del caso. Non aver vinto neppure una partita contro dei Denver Nuggets nettamente più forti è un altro dato negativo.
Per i Lakers inizierà dunque tra pochi giorni una off-season importante, alla quale guardare sicuramente con più fiducia rispetto al clima quasi lugubre di 12 mesi fa, quando i gialloviola avevano vinto appena 33 partite e mancato persino i play-in dopo aer voluto puntare su Russell Westbrook. Ecco quali saranno i punti più importanti dell’estate 2023 per i Los Angeles Lakers.
D’Angelo Russell
D-Lo ha fatto la sua parte in regular season per portare i Lakers ai play-in, in 17 partite ha segnato 17.4 punti di media con 6.1 assist e il 41.4% da tre, assieme a Reaves si è dimostrato quel terzo scorer dietro a James e Davis che Westbrook non è mai stato, per limiti al tiro perlopiù.
Russell ha anche giocato due discrete serie di playoffs contro Memphis e Golden State, e ha sbattuto il naso in pieno contro Denver e le finali di conference. 3 partite anonime in attacco, dannose in difesa contro Jamal Murray e Bruce Brown Jr e la retrocessione in panchina in gara 4, a serie ormai compromessa.
Nulla di cui incolpare D’Angelo Russell, che ha semplicemente cozzato come accade a tutti i giocatori contro i suoi limiti a un livello molto alto di competizione.
L’ex Nets e Twolves sarà free agent a fine stagione, ed è eleggibile per un rinnovo pluriennale. Con Russell, Austin Reaves e Hachimura i Lakers avrebbero sistemato il back court per gli anni a venire, e anche Lonnie Walker IV ha fatto abbastanza per meritarsi una conferma. Sulla permanenza o meno di D’Angelo Russell ai Lakers pende però un’ombra, seppure molto indefinita al momento ma a forma di Kyrie Irving. Che LA potrebbe (ripetiamo, potrebbe) mettere sotto contratto senza rinunciare a Reaves e forse pure a Hachimura.
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