Per descrivere il fantastico mondo della NBA probabilmente non basta il famosissimo motto “Where Amazing Happens”. La NBA è molto più di un campionato di basket. La NBA è quella organizzazione simile ad un orologio in cui tutti gli ingranaggi funzionano perfettamente e basta se ne rompa uno per dover cambiare tutto. Si procede in maniera sistematica, quasi perfetta, in regole ben precise. Nessuna squadra può prevalere troppo rispetto alle altre a causa della fantastica regola del Salary Cap che impedisce alla stessa squadra di assorbire troppi Monster Contracts. Questo è uno dei motivi che causano l’equilibrio di questa fantastica lega. Nella lega, mondo a parte rispetto al basket mondiale, succede tutto, ma proprio tutto. Discussioni infinite su chi sia migliore tra Jordan e James, discussioni infinite su chi sia più forte tra Rose e Rondo e un insieme di idee che formano un fittissimo reticolato che si estende non soltanto al basket ma alla vita umana e ai principi ideali di un individuo.

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La NBA è fatta di momenti trasformati in imprese. Quel momento n cui un ragazzino prepotentemente irresponsabile da poco entrato nella lega chiamato Iverson frega Air con un crossover, quel momento in cui Jordan esegue uno stepback perfetto contro Utah e porta il titolo ancora a Chicago, quel momento in cui Kobe, conosciuto per la vena egoistica, alza la palla con un alley-oop per Shaq, quel momento in cui Ray Allen mette una tripla impossbile contro gli Spurs portando la serie a Gara 7 e quel momento in cui gli Spurs si prendono la rivincita a suon di passaggi simili alle note di una sinfonia.

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Tutti momenti da ricordare, uno dopo l’altro, uno per volta. Le imprese regnano in questa lega come le stranezze. LBJ e Durant che si scontrano nelle finali NBA dopo essersi allenati insieme per un intera offseason, le maglie con le mezza maniche per la settimana di Natale e altre mille che non possiamo elencare. E le stranezze regnano come le storie tristi purtroppo. Come quella di Greg Oden, prima scelta 2007 infortunatosi per anni perdendo tutto il potenziale, quella di Derrick Rose, infortunatosi due volte lo stesso ginocchio (sperando che verrà classificata come storia a lieto fine), quella di Sam Bowie, scelto alla seconda nel famoso draft dell’84, quella di Tracy McGrady e di Arenas, quella del papà di Jordan e di Kawhi Leonard. .

NBA: Finals-Miami Heat at San Antonio Spurs

Questa associazione riunisce giovani, donne e bambini.. Informarsi su questo gioco è fantastico, scoprire storie nuove e incredibili, su mostri sacri del passato e su ciò che ci sarà nel futuro.  E proprio quest’anno è l’anno giusto per riconoscere la pazzia, l’unicità e la rarità del gioco inteso come questa interpretazione nominata NBA. Tutte le strade principali di grandi storie intrigantissime portano alla offseason 2014. Quattro delle prime 5 scelte del draft 2003 hanno il proprio contratto in scadenza. È cosi che Lebron James, Carmelo Anthony, Dwyane Wade e Chris Bosh entrano nel vivo della Free Agency 2014.

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Partiamo dal primo. Si sapeva che il suo desiderio di tornare a casa, ad Akron, in Ohio, nei Cavs, non si era mai estinto. Finalmente gli si presenta l’occasione e The King non la butta via. Melo, invece, il quale era il più indicato per lasciare la squadra di origine per cercare una squadra in cui puntare al titolo rimane a NY.. Sarà per i soldi, sarà per il progetto di Phil Jackson.. Gli altri due rimangono Miami, cercando di remare doppiamente più forte cercando di riempire il vuoto lasciato dal Prescelto. Nella stessa offseason troviamo uno di quei draft che viene definito come uno dei più grandi di sempre. Altra casualità del mondo NBA. Draft 1984: vengono scelti 4 dei giocatori più grandi di sempre: Jordan, Stockton, Barkley e Olajuwon. Primo draft nel quale David Stern annunciava i giocatori scelti. Il primo di 30 gloriosi anni di carriera che hanno ridimensionato l’NBA riducendo il debito dell’associazione e migliorando nettamente i rapporti della NBA con pubblico e enti esterni.

NBA: NBA Draft

Il draft 2014, primo draft di Adam Silver come NBA Commissioner come verrà ricordato? Le premesse sono fantastiche.. Un Andrew Wiggins dal potenziale di MJ o LBJ ancora tutto da sviluppare, l’NBA Ready Jabari Parker e la sua sicurezza, l’infortunato Embiid, idolo di Twitter, i tiratori bianchi come Stauskas e McDermott, due lunghi interessanti come Vonleh e Randle, la PG atletica Smart e la PG australiana Exum e una serie infinita di nomi che, soltanto pronunciati, fanno venire in mente il potenziale di questi giocatori. L’inizio di una nuova era? L’inizio della dinasty di Irving, Wiggins e Lebron? La fine di Kobe e dei suoi Lakers? L’inizio di Melo e Phil? E il reticolato di storie continua a rendersi sempre più fitto in quella NBA “Where Amazing Happens”.

Per NBAPassion,

Giulio Scopacasa

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