Kentucky non ha prospetti!
E Kentucky? Bella domanda! Gli Wildcats, dopo la mancata qualificazione alla post-season registrata nella scorsa stagione, erano chiamati a un’imponente risposta quest’anno, disponendo all’apparenza di un bel mix tra giocatori esperti e giovani talenti, oltre che il miglior rimbalzista NCAA, cioè Oscar Tshiebwe, che ha chiuso la stagione con ben 15.3 di media! E invece, dopo una buona regular-season chiusa al secondo posto, la squadra di coach Calipari è stata sconfitta prima in finale del torneo SEC da Tennessee e poi clamorosamente al primo turno del torneo NCAA dalla cenerentola Saint Peter’s.
Ora, al di la che i Peacocks siano riusciti a sconfiggere anche Murray State e Purdue, arrivando incredibilmente alle Elite Eight da testa di serie numero 15 (mai successo nella storia), le riflessioni in casa Wildcats devono essere fatte. Perché quello che da sempre, insieme a Duke, viene considerato il miglior programma di college basketball nel paese, e che nel corso della sua storia ha sfornato talenti su talenti ai vari draft, negli ultimi due stagioni sta registrando un notevole calo. Quest’anno, fatta eccezione per il freshman TyTy Washington, mancava davvero un core giovane e talentuoso che potesse spingere Kentucky in alto. Il lungo Daimion Collins in particolare, considerato un consensus five star recruit a inizio stagione, non è mai riuscito a incidere veramente ed è finito poi ai margini delle rotazioni.
Sarà che adesso il sistema è un po’ cambiato, poichè i veri giovani talenti preferiscono scegliere programmi meno prestigiosi ma più adatti alla loro crescita e con meno pressioni addosso, ma se a Duke questa ripartenza quest’anno è riuscita, a Lexington tutto ciò sembra ancora bloccato. Nella prossima stagione gli Wildcats avranno a disposizione due dei miglior prospetti della classe 2022 come Chris Livingston e Cason Wallace, e l’obiettivo sarà necessariamente quello di tornare a dominare. Per quanto riguarda invece Washington, la stagione negativa della squadra ha fatto precipitare le sue quotazioni in ottica draft (adesso viene dato intorno alla 13-14). Eppure lui ha dimostrato ampiamente di essere una delle migliori point guard a disposizione, caratterizzandosi per la sua grande dote di assist-man nonchè scorer di razza. Giocatore da oltre il 50% al tiro, preferisce il mid-range ai tiri dalla lunga distanza, e questo lo rende un realizzatore molto atipico rispetto ai suoi coetanei. Tuttavia la sua grande fluidità di gioco e un ball-handling di altissimo livello non possono essere ignorati e farebbero comodo a molte franchigie NBA.