Home NCAA BasketballMarch Madness Draft NBA 2022: cosa ci ha detto la March Madness tra delusioni e sorprese

Draft NBA 2022: cosa ci ha detto la March Madness tra delusioni e sorprese

di Giacomo Brogi
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La Duke di Paolo Banchero in lotta per il titolo

Vale la pena dedicare un capitolo a parte per Duke, che quest’anno si appresta a salutare dopo 42 anni Mike Krzyzewski, il coach che ha portato l’università di Durham ai vertici del mondo NCAA e ha contribuito a cambiare per sempre la storia del basket collegiale. L’anno prossimo la palla passerà a Jon Scheyer, attuale assistant-coach dei Blue Devils, e per lui non sarà certamente un compito facile. In una stagione fatta di alti e bassi, Duke ha vinto agevolmente la regular-season, ma al contrario ha clamorosamente perso la finale del torneo ACC contro Virginia Tech.

Tuttavia, credo che mai come quest’anno la squadra sia così ricca di giovani talenti, e quasi sicuramente 5 di questi saranno selezionati al prossimo draft. Di Paolo Banchero abbiamo parlato tanto: giocatore di primissimo livello, capace di saper trascinare la squadra anche nei momenti più difficili e una macchina di gioco in attacco, dove anche le sue percentuali al tiro sono in notevole crescita. Nella sfida contro Texas Tech infatti Paolo ha chiuso con 22 punti,  7 su 12 totale e 3 su 4 dall’arco, trascinando i suoi alla vittoria e ripetendosi nelle Elite Eight contro Arkansas (16 punti, 7 rimbalzi, 1 recupero ed 1 stoppata per lui).  La mancanza più preoccupante però si registra sul lato difensivo, dove il giovane italo-americano ha mostrato gravi ed evidenti lacune, soprattutto in fase di posizionamento. Le sue quotazioni in ottica draft sono notevolmente calate, e, a mio avviso, il numero 5 non rientrerà nelle prime tre scelte.

Tra gli altri interessantissimi prospetti va assolutamente citato anche l’ala AJ Griffin che, se non fosse continuamente alle prese con gli infortuni, risulterebbe un giocatore assolutamente d’elite e con un futuro più che roseo. Molti già lo paragonano a Jimmy Butler, per il suo schiacciante impatto atletico e la facilità con cui riesce a trovare il canestro. Le percentuali al tiro stagionali sono paurose (57.4% in totale finora) e, quando è in serata, risulta davvero difficile fermarlo.

Oltre a tutto ciò, Griffin possiede anche elevate doti difensive, soprattutto nell’uno contro uno ed una buona visione di gioco. Tutto questo a neanche 19 anni. Occhio al suo nome in ottica draft, non mi stupirei se venisse chiamato molto in alto. A completare il quintetto dei Blue Devils ci sono il centro Mark Williams, spiccato difensore e stoppatore, l’ala piccola Wendell Moore, dotato di un incredibile atletismo ed in grado di adattarsi a qualsiasi stile di gioco e la piccolissima guardia Jeremy Roach, decisivo nelle ultime uscite di Duke e che sta prepotentemente guadagnando consensi per il draft, grazie alle sue giocate imprevedibili e alle sue doti di assist-man. Insomma, mai come quest’anno Coach K si è ritrovato ad avere a che fare con così tanti giovani di talento, che potrebbero contribuire a regalargli il sesto titolo nazionale, degno coronamento di una carriera leggendaria. 

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