Deandre Ayton
Serviva Chris Paul, uno dei più grand assistman di sempre, per issare “DominAyton” sui 3.0 tiri liberi a partita. Sparito CP3, e cambiata squadra, anche i viaggi in lunetta sono spariti.
Deandre Ayton a Portland ha tirato fin qui tre tiri liberi in 9 partite, meno di Ben Simmons. I Blazers non sono proprio il miglior attacco NBA (sono il peggiore, in realtà, per offensive rating), Anfernee Simons e Scoot Henderson si sono infortunati e nessuno dei due è Chris Paul, peraltro.
Il bahamense è una macchina da rimbalzi (oltre 12 di media in stagione) ma poco altro. Come protettore al ferro e stoppatore non è mai decollato, i Trail Blazers concedono il 65.5% dal campo al ferro alle avversarie, e qui Ayton ha delle responsabilità, su 36.1 tentativi a partita (29esimi su 30), e qui la responsabilità è degli esterni. Portland è all’inizio di un percorso di ricostruzione e più partite perdono meglio è, almeno per il momento.
Deandre Ayton è però il miglior giocatore che i Blazers hanno cavato dalla trade per Damian Lillard, ed è ancora lecito aspettarsi di più da lui.
James Harden
Cosa c’è di più amaro da vedere di una star in declino? Vedere una star in declino, e che non sa di esserlo.
Del corto circuito tra Harden e i Sixers nella persona di Daryl Morey, si è capito per lo più che il Barba si ritenga, forse si illuda ancora di essere un giocatore d’impatto. E le nude cifre dicono (dicevano?) che può essere ancora così. Harden lo scorso anno ha chiuso come miglior assistman della NBA con 10.7 assist a partita e il 38.5% da tre punti, entrambi career high, e si parla di un ex MVP.
I Sixers lo scorso anno vinsero 54 partite e arrivarono terzi a Est, l’anno prima con Harden aggiunto in corsa, 51 vittorie e quarto posto a parimerito con i Bucks, e due eliminazioni al secondo turno dei playoffs contro Heat e Celtics. Nel febbraio 2022 i 76ers avevano un record di 36 vittorie e 23 sconfitte quando Morey riuscì a prelevare James Harden dai Nets in cambio di Ben Simmons, col Barba Philadelphia chiuse la stagione con 15-8 di record. E quest’anno, sebbene su un campione ancora ristretto di partite, i Sixers hanno iniziato con 8-1 e con 8 vittorie di fila, Tyrese Maxey sarà quasi certamente un All-Star e se va avanti così anche un All-NBA a fine stagione, Phila è terza per offensive rating e settima per defensive rating, e dai Clippers in cambio di Harden sono arrivati due giocatori paradossalmente più utili di lui come Nic Batum e Robert Covington.
I Clippers con Harden hanno rimediato 4 KO di fila ma non è questo il punto. L’ex Rockets non ha giocato in preseason e ha saltato le prime uscite a Philadelphia, gli occorrerà qualche gara per “rompere il fiato” e i Clippers hanno troppo talento per fare così schifo. Un modo per giocare assieme lo troveranno ma da LA sono arrivate dichiarazioni dissonanti, per il momento. Harden si è definito, in una conferenza stampa in cui si è contraddetto almeno cinque volte, “un sistema” per il solo fatto di essere in campo, per poi dirsi disposto a fare un passo di lato, fare il distributore di gioco a patto di avere in panchina “qualcuno che lo capisca”. Coach Tyronn Lue ha detto che il gioco dei Clippers passerà dalle sue mani, e questo per il momento significa che i Clippers stanno caracollando per il campo fumandosi due azioni su tre 18-20 secondi del cronometro dei 24 solo per capire dove mettersi. In 4 partite Harden ha messo assieme un terrificante -16.8 di plus\minus.
Miglioreranno anche qui, correre un po’ di più con Westbrook, Powell e Mann potrebbe essere una soluzione, come potrebbe esserlo far partire uno tra Harden e Westbrook dalla panchina. Pur sapendo che nei finali di partita, e alla inevitabile (ad arrivarci…) gara 4 in trasferta ai playoffs e con la serie sul 2-1 per gli altri, dovranno stare tutti in campo per il solo status.
James Harden non è necessariamente il problema, con buona pace di Brian Dameris. Di certo c’è che oggi non è una soluzione.