Fa marcia indietro la proprietaria dei New Orleans Pelicans Gayle Benson, che come riportato da Jackie MacMullan di ESPN e Dan Feldman di Yahoo Sports avrebbe nei giorni scorsi dichiarato che, per arrivare a Anthony Davis, i Los Angeles Lakers “avrebbero dovuto passare sul mio cadavere”.
La Benson ha definito tali report come “assurdi” e “completamente falsi“, come riportato da Fletcher Mackel di WDSU-TV via Twitter.
L’inaspettato esito della draft lottery che ha premiato i Pelicans con la prima scelta assoluta (ergo, Zion Williamson da Duke), ed i Lakers con la quarta chiamata al prossimo draft NBA ha ridato vigore alle voci di trade che avrebbero coinvolto Anthony Davis.
Pelicans owner Gayle Benson calls 'over my dead body' report 'completely untrue' https://t.co/MoOhtEVX2i pic.twitter.com/0JVM3CpXQa
— wdsu (@wdsu) May 17, 2019
Dallo scorso febbraio e dalla caotica trade deadline molte cose sono cambiate, sia a LA che in Louisiana. Magic Johnson e Dell Demps non ci sono più, tutte le decisioni di mercato passeranno dalle mani di Rob Pelinka e David Griffin, e l’ex executive dei Cleveland Cavaliers di LeBron James ha ribadito l’intenzione di voler convincere Davis a rimanere a New Orleans ed abbracciare il nuovo progetto.
Griffin, i cui rapporti con Rich Paul – agente di Davis e James, e plenipotenziario di Klutch Sports – risalgono ai tempi dei Cavs, è stato assunto il mese scorso dai Pelicans con la missione di risolvere la “questione AD”, e di condurre eventuali trattative per la cessione del giocatore.
Compito che grazie agli esiti della lottery ha assunto nuovi tratti. I New Orleans Pelicans, che lo scorso febbraio presero malissimo le presunte pressioni esercitate da James, Paul ed i Lakers su Anthony Davis, attenderanno fino all’ultimo momento disponibile prima di “premere il bottone” e cedere Davis: Griffin cercherà di vendere all’appena 26enne prodotto di Kentucky l’immagine e la bontà di un progetto basato su un terzetto Davis-Jrue Holiday-Zion Williamson, asse più futuribile di quello che AD potrebbe trovare a Los Angeles, alla corte del 35enne LeBron James.
On today’s pod, @kevinarnovitz and I discussed the Lakers among AD trade destinations. Forgot to bring up the notion that NOP would refuse to deal w/ LA, though the in-depth Lakers discussion sort of implies my take on the situation. I also wrote this in my lottery recap column: pic.twitter.com/ViHxxKK4JK
— Zach Lowe (@ZachLowe_NBA) 17 maggio 2019
La disastrosa post-season di Kyrie Irving e dei Boston Celtics potrebbe di colpo aver eliminato i bianco-verdi dalla corsa a Davis. La firma di Irving appare oggi tutt’altro che scontata, ed è difficile immaginare un Anthony Davis convinto da un progetto che non preveda Kyrie Irving quale partner principale. E dopo anni di sapiente raccolta di asset (Jayson Tatum, Jaylen Brown) e scelte future (tra cui la preziosa scelta dei Memphis Grizzlies per i draft 2020 o 2021), è altrettanto difficile immaginare che Danny Ainge possa spendere un capitale tanto prezioso per arrivare a Davis, senza una firma nero-su-bianco di Kyrie Irving.
Lakers e New York Knicks avranno la forza di costruire i rispettivi “pacchetti” incentrandoli sulle prime scelte 2019 (la quarta per LA, la terza per i Knicks) ed un nucleo di giocatori giovani (Kuzma-Ball-Ingram per LA, Smith Jr, Knox, Mitchell Robinson per i Knicks). Dando per assodato l’approdo di Williamson a NOLA, e quello di Ja Morant ai Memphis Grizzlies, il nome dei due nuovi giocatori di Lakers e Knicks usciranno via draft da una rosa che comprende R.J. Barrett, Jarrett Culver, DeAndre Hunter, Coby White e Darius Garland.
New York potrebbe aggiungere alla propria offerta le due scelte (2021 e 2023) ricevute dai Dallas Mavericks per Kristaps Porzingis, superando in interesse probabilmente l’offerta dei Lakers (al termine della stagione 2019\20, Brandon Ingram sarà eleggibile per la sua “rookie scale extension”: quanto saranno disposte le squadre a sborsare per il talento dei giallo-viola?).
All’indomani della lottery, l’entourage di Anthony Davis si è in ogni caso affrettato a far sapere agli addetti ai lavori che la richiesta di trade sarebbe rimasta in piedi senza eccezioni, e nonostante il successo delle urne.