La Fiba negli ultimi giorni ha deciso di cambiare alcune regole che riguardano la qualificazione ai mondiali del 2019. L’idea sarebbe di modificare il calendario delle partite, sulla falsa riga della Fifa. In questo caso 2 dei 4 periodi designati per le partite di qualificazione, sarebbero programmati a novembre e febbraio. Questo cambiamento quindi toglierebbe ogni possibilità ai giocatori che militano nei campionati NBA e NCAA di partecipare all’evento.
La federazione ha tempo fino al 2017 per “sistemare” il calendario prima che questo entri in vigore, in quanto la lega americana potrebbe permettere ai giocatori di partecipare alle sessioni di giugno e settembre, ma non é disposta a concedere nemmeno qualche giorno nella pausa dell’All Star Game; Gli altri campionati invece non avrebbero problemi a fare uno stop di 10 giorni per lasciare i propri giocatori con le nazionali. Gli americani prefererirebbero scegliere i giocatori nella lega di sviluppo piuttosto che andarli a prendere in Europa o nel campionato universitario.
Il direttore Fiba, Predrag Bogosavljev, ha dichiarato a Marc Woods di ESPN, che tutta l’operazione é stata eseguita a stretto contatto con la Nba e ha aggiunto « Hanno delle difficoltà ad adoperare i giocatori Nba per le qualificazioni, ma insieme stanno discutendo varie possibilità. Una di queste é usare la D-league, ma ci sono altre opzioni. In ogni caso parteciperanno e troveranno il miglior modo per farlo. » – Bogosavljev conclude affermando – « La nba era vicina a chiudere ogni possibilità per tutti i giocatori. Ma questa é una soluzione che é stata presa in collaborazione con il commissioner nba Mark Tatum e speriamo di continuare a lavorare ancora insieme .»

Mark Tatum e Adam Silver a colloquio in sede Fiba
Certo, anche le seconde linee degli US dovrebbero garantire un posto tra i sette disponibili per andare ai mondiali e poi si potranno mettere in campo i pezzi grossi, che nel caso offrirebbero uno dei due pass olimpici a disposizione per continente. Anche se gli statunitensi vincessero le Olimpiadi 2016 non si qualificherebbero direttamente per i mondiali 2019. Un altro argomento scottante riguarda invece l’impiego delle star nelle fasi finali dei tornei internazionali, e la discussione si é accesa in seguito all’infortunio di Paul George.
L’utilizzo della squadra B potrebbe essere molto più complicato per Francia e Canada più che per gli USA, mentre invece il problema per gli americani sarebbe maggiormente per Mike Krzyzewski e il suo staff che saranno impegnati nei vari campionati nazionali, costringendo così la federazione ad assumere altri allenatori. Alcune persone importanti nell’ambiente, come l’allenatore Sergio Scariolo, provano a guardare la situazione dal lato positivo, considerando che sarebbe un buon modo per fare crescere i giovani che avranno più spazio in manifestazioni di questo tipo. L’idea, che aveva tra i suoi sostenitori anche Mark Cuban, di trasformare le olimpiadi in un torneo under 22 era stata discussa, ma non sarà realizzabile prima del 2026 .
É intervenuto allora Patrick Koller, spiegando i motivi che hanno portato all’accantonamento di questa modifica : « In realtà se voi chiedeste oggi a Lionel Messi che cosa vorrebbe vincere, lui risponderebbe che vuole vincere il mondiale, invece se lo chiedereste a Lebron James, risponderebbe di voler vincere le olimpiadi. Questa é la realtà. L’idea é di portare la coppa del mondo di basket ad un livello successivo. Quindi, nonostante tutte le discussioni sui cambiamenti possibili per le olimpiadi, crediamo che queste siano molto positive per il basket e non vogliamo abbassarne il livello. Ecco perché le terremo cosi come sono. »
Per NBA Passion,
Aaron Lionti